Un genere di collezione che può anche essere affrontato con meno impegno sia per quanto riguarda costi e spazio è la collezione degli oggetti d'uso, specialmente quelli delle popolazioni nomadi centroasiatiche e caucasiche (anche nella turchia sud'orientale esistono ancora gruppi ridotti di popolazioni seminomadi). Si tratta di affascinantissimi oggetti destinati al contenimento di oggetti, alla bardatura di cammelli e cavalli, alla decorazione della tenda, che i nomadi si portano e si portavano durante le loro peregrinazioni. Il ventaglio è enorme: splendide selle Mafrash, Igsalik destinati a contenere posate o specchi, strisce di tenda "Jolami" per decorare i cassoni e per rinforzare le tende, fino ad arrivare agli Engsi utilizzati per coprire le aperture delle tende yurthe. Collezionare questi oggetti significa, collezionare dei veri e propri reperti etnografici ed etnologici, significa ritornare alla fonte, ripercorrere gli usi e i costumi di popoli che con i loro spostamenti hanno fatto da centro di irradiazione culturale nella storia dell'umanità, è un' esperienza inebriante, un pezzo di storia che rivive nelle nostre mani e che vive sotto i nostri occhi. Ogni pezzo venduto è un pezzo che esce dal mercato, un mercato destinato nel prossimo futuro all'ormai desolante panorama dei tappeti "fotocopia" fatti in serie e in scala su telai verticali e in grandi capannoni. C'è da pensarci su. Pages
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lunedì 2 febbraio 2009
Collezionare oggetti d'uso tessuti e annodati, esperienza inebriante
Un genere di collezione che può anche essere affrontato con meno impegno sia per quanto riguarda costi e spazio è la collezione degli oggetti d'uso, specialmente quelli delle popolazioni nomadi centroasiatiche e caucasiche (anche nella turchia sud'orientale esistono ancora gruppi ridotti di popolazioni seminomadi). Si tratta di affascinantissimi oggetti destinati al contenimento di oggetti, alla bardatura di cammelli e cavalli, alla decorazione della tenda, che i nomadi si portano e si portavano durante le loro peregrinazioni. Il ventaglio è enorme: splendide selle Mafrash, Igsalik destinati a contenere posate o specchi, strisce di tenda "Jolami" per decorare i cassoni e per rinforzare le tende, fino ad arrivare agli Engsi utilizzati per coprire le aperture delle tende yurthe. Collezionare questi oggetti significa, collezionare dei veri e propri reperti etnografici ed etnologici, significa ritornare alla fonte, ripercorrere gli usi e i costumi di popoli che con i loro spostamenti hanno fatto da centro di irradiazione culturale nella storia dell'umanità, è un' esperienza inebriante, un pezzo di storia che rivive nelle nostre mani e che vive sotto i nostri occhi. Ogni pezzo venduto è un pezzo che esce dal mercato, un mercato destinato nel prossimo futuro all'ormai desolante panorama dei tappeti "fotocopia" fatti in serie e in scala su telai verticali e in grandi capannoni. C'è da pensarci su. 2 commenti:
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Alcuni oggetti sono già ora molto ricercati. Poco tempo fa mi sono interessato ad una fantastica gualdrappa da sella di Senneh. Pensavo costasse una certa cifra, e volevo farci un pensierino. Quando mi hanno detto la richiesta economica, ho fatto come la volpe della storiella "La volpe e l'uva". Mi sono detto: "Si va bene, ma non è poi così bella!"
RispondiEliminaCollezionare e' una passione che quando "prende " e' come una droga...Nel nostro campo si e' cominciato a collezionare tappeti, poi causa spazi non da palazzo di Versailles, i tappeti sono stati collocati sui muri ( io personalmente lo facevo anche quando avevo ancora un buco di spazio a disposizione): su un post di Infotappeti li ho notati anche sulle porte. Collezionare oggetti di uso comune e' molto accattivante perche' mentre il tappeto ti porta per forza di cose a pensare ad un rivestimento del terreno, gli altri oggetti ti conducono veramente all'utilizzo di utensili usati durante la vita quotidiana. Molto interessante. Freddy
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