In questi ultimi anni mi è capitato tre o quattro volte di svolgere la funzione di "Buying adviser" (consulente per gli acquisti) per alcuni dei nostri militari (ufficiali, sottoufficiali e soldati) di stanza in Afghanistan, che erano rimasti piacevolmente colpiti da qualche tappeto che avevano visto e volevano comperare. Devo dire che il più delle volte si è sempre trattato di tappeti ordinari, spesso neppure afghani, in alcuni casi proposti a prezzi congrui in altri un po' meno, sta di fatto che la pratica dell'acquisto del souvenir annodato è frequente e ben avviata nell'ambito delle nostre truppe in Afghanistan.
Navigando su internet ho trovato un articolo interessante: clicca qui che parla appunto di questo fenomeno, e dove viene mostrata l'immagine di un negozio di tappeti allestito all’interno del mercatino che puntualmente si svolge ogni venerdì santo nel quartier generale delle forze armate in Afghanistan, “HQ ISAF” a Kabul. Dalla fotografia ne esce una realtà globalizzata che di afghano ha ormai ben poco, e dove è evidente che la "paccottiglia" abbonda.
Voglio pertanto sfruttare queste pagine (alcune volte lette dai nostri connazionali di stanza in quella regione) per avvertirli che, tappeti del genere sopra riprodotto (quelli esposti nella foto) non hanno nessun valore storico, economico o antologico, e sono solo prodotti di bassa qualità provenienti dal vicino Pakistan e non afghani. Riconoscerli dalle originali produzioni afghane è facile, perchè anzichè essere rossi e scuri, e confezionati in lana cruda, sono invece prettamente chiari, o addirittura blu, spesso con le frange in cotone. Sono tappeti che si possono acquistare ovunque e ad un prezzo assolutamente più basso di quanto lo propongano i furbi mercanti di Kabul. A chi è di stanza in Afghanistan dico quindi di fare molta attenzione, perchè l'affare rischia di farlo solo il mercante di tappeti del posto, non certo il militare italiano.

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