La nascita del telaio e presumibilmente anche quella dei primi tessuti piani, avvenne nel periodo neolitico (l'ultimo dei tre periodi che costituiscono la preistoria), quando seguitamente all'ultima grande glaciazione pleistocenica, tra la fine del VII e gli inizi del III millennio, piccoli gruppi di uomini iniziarono la lavorazione della pietra, l'arte della ceramica, la pratica dell'allevamento e dell'agricoltura. Le genti in possesso di questa straordinaria "cultura", avanzarono verso Occidente e verso Sud alla ricerca di pascoli più ubertosi per le loro mandrie, e alla conquista di terreni sconosciuti. Erano popoli nomadi che adoravano la Grande Madre, una divinità presumibilmente sorta durante una fase matriarcale, che le società di cacciatori-raccoglitori avevano condiviso lungo il periodo paleolitico. I primi tappeti furono invenzione propria di loro, che, spinti dal freddo, dall'umido e dal bisogno di ripararsi dal contatto della terra nuda iniziarono a intrecciare stuoie vegetali, erba, pelli e intestini di animali, fino alla scoperta del telaio e alla filatura della lana, scoperta che determinò una svolta ed una conquista dell’umanità, al pari della ruota e del fuoco. Le civiltà neolitiche costruivano telai molto semplici, poco più di una intelaiatura rettangolare in bastoni o pali di legno messa in posizione verticale. La tensione dei fili di ordito era ottenuta tramite pesi, in argilla o pietra, che si trovano numerosissimi negli scavi archeologici. Le più antiche raffigurazioni di tappeti piatti sono quelle di presumibili kilim a Catal Huyuk e presso i reperti di Hacilar (in Anatolia meridionale) risalenti tra il 6000 e il 5300 a.C. e recanti motivi geometrici tutt’ora in uso nei kilim anatolici. Si ritiene probabile che tappeti piatti geometrici, come quelli raffigurati negli antichi affreschi sopracitati rientrassero nei riti propiziatori religiosi o magici. Le losanghe a poligoni uncinati e scalettate, prevalentemente presenti in Anatolia, Caucaso, ed in alcune popolazioni nomadi persiane, sarebbero infatti, secondo una concezione legata al simbolismo arcaico, proprio una derivazione del culto, della Dea Madre, di cui anche e soprattutto le popolazioni anatoliche ne erano adoratrici, Anatolia infatti significa “terra della madre”. I primi tappeti piatti furono pertanto presumibilmente tappeti geometrici, con iconografie volte alla celebrazione o alla testimonianza di riti primordiali e anche sciamanici, e che solo successivamente conobbero le prime contaminazioni culturali nei disegni, con influenze ora vediche, achemenidi -zoroastriane, elleniche e poi buddiste. A partire dal 4000 a.C alcune di queste popolazioni si stanziarono tra i fiumi Tigri ed Eufrate, sviluppando le prime forme di civiltà conosciute come "mesopotamiche", mentre altre nella valle del fiume Nilo e lungo le sponde dell'Indo diedero vita a quella Egizia e a quella Indiana. Nelle grandi città stato mesopotamiche la centralità del tempio è evidente fin dagli esordi della civiltà sumerica. Si costruivano grandi Ziqqurat a gradoni in mattoni crudi in cima ai quali sorgevano il tempio del Dio protettore e dentro il quale i sacerdoti di giorno celebravanno complessi riti religiosi e di notte studiavano le stelle. La trasformazione e l'evoluzione dei culti pagani e delle loro celebrazioni diedero presumibilmente al tappeto una nuova centralità ed una nuova ricca geometricità, nonchè una struttura in lana, che a quei tempi era sicuramente già raffinatissima; a testimonianza di ciò, ci giungono nuovamente le pitture, -questa volta tombali- delle civilità dell'Elam e di Uruk, raffiguranti appunto tappeti di lana colorati, e in Sumeria giungevano prodotti proprio dall'Elam e da Uruk. Quali delle tre civiltà abbiano "portato" i tappeti alle altre non ci è dato sapere, certo è che l'uso a Elam e a Uruk non può escludere l'uso anche in Sumeria.
Immagine tratta da wikipedia
1 commenti:
Bravo Alberto. Si parte proprio dagli albori e si ricollega in maniera eccellente , specificando in maniera molto approfondita e piu " da studioso", al mio precedente post sui kilim anatolici con riferimento alla Grande Madre. freddy
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