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sabato 9 maggio 2009

Tappeti "trapiantati" e tappeti "generati"

Esistono due tipologia di tappeti:
  • quelli trapiantati in una zona geografica determinata a causa della presenza in essa di condizioni particolari di civiltà e di sviluppo storico
  • e queli invece generati o nati in certe zone geografiche a causa delle caratteristiche ambientali naturali delle stesse e sono quindi strettamente imparentate fra di loro.

Oggi i tappeti trapiantati surclassano in numero quelli ancora genuini e ancora corrispondenti (almeno indicativamente) alle necessità di realizzazione espressionistiche e strutturali per le quali venivano realizzati un tempo. Si può inoltre liberamente affermare che tutti i tappeti floreali e arabescati sono tappeti sempre "trapiantati" in quanto espressione artistica su commissione e creatività di sultani o di mercati esterni. L'identikit degli antenati dei tappeti "trapiantati" è quello di un tappeto grossolano, di lana di capra o di cammello, a pelo folto, con nodo grosso, con colori forti o comunque in contrasto bicromo, e con disegni geomentrici semplici. Anche dove non esiste cronaca, è impossibile pensare che ad una produzione citata nei testi o documentata in qualsiasi altro modo non preesistesse antecedentemente una produzione locale, rurale e prima ancora nomadica caratterizzata da elementi simili a quelli sopra descritti. Il fascino del tappeto nomadico è questo, quello di rappresentare come un "fossile vivente" quelle caratteristiche ancora sopravvissute ad un passato ancestrale alq uale tutti siamo legati ma che consciamente ci siamo dimenticati. In uno dei miei prossimi articoli (che pubblicherò sia quì che su su tappetimagazine e su Saecula) cercherò di trattare in chiave assolutamente inedita il tema controverso dell'ancestralità del tappeto.

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