La perdita del potere di acquisto, sembra abbia anche comportato una perdita ben più drammatica dell'educazione e del rispetto altrui. Capita infatti sempre più spesso di imbattersi in curiosi personaggi, che una volta entrati nei negozi di tappeti, esprimono nella loro più cieca ignoranza, certezze del tutto infondate sui manufatti esposti, ma anche -e questo è ben più grave- giudizi sui prezzi degli stessi. Sono comportamenti arroganti che lasciano il mercante (anche il più navigato) disorientato e perplesso.
Io che sono persona di vecchio stampo, non sono per nulla abituato ne mai mi abituerò a certune manifestazioni di indelicato rispetto, dove un uomo digiuno in materia, si permette di giudicare "caro" un vecchio kilim Moldavo 300 x 200 proposto a 800 euro, oppure di sostenere che "là la roba non costa nulla perchè la gente lavora per una tazza di riso".
Forse fa comodo pensarlo, ma realtà come l'Iran o la Turchia, ma persino paesi dell'Asia Centrale, non sono più propriamente quei paesi retrogradi fatti di sabbia e cammelli come caratteristicamente e consuetudinamente vengono proposti. Potrà anche non piacere la politica di alcuni paesi, potrà sembrarci lontana mille miglia da quella laica e liberale della nostra Europa, ma ad ognimodo è incontrovertibile che città come Teheran o Istanbul sono città vibranti, cosmopolite, grandi tre o quattro volte Roma ed in continua crescita ed espansione.
In un contesto di questo genere, fabbricare tappeti non è più renumerativo, e pertanto non solo la gente non lavora più per pochi soldi, ma è addirittura lo stato che deve investire o impiegare per far si che quest'arte non finisca persa definitivamente.
A questi signori, sottoprodotto culturale degli squallidi tempi moderni, che stiamo vivendo, dedico questo video, intitolato: "L'Iran non è sabbia e cammelli".
Forse la forza delle immagini potrà aprire gli occhi a chi, un po per ignoranza, un po per interesse personale, vuole continuare a vedere quei popoli come una massa di trogloditi che lavorano per un tozzo di pane.
Io che sono persona di vecchio stampo, non sono per nulla abituato ne mai mi abituerò a certune manifestazioni di indelicato rispetto, dove un uomo digiuno in materia, si permette di giudicare "caro" un vecchio kilim Moldavo 300 x 200 proposto a 800 euro, oppure di sostenere che "là la roba non costa nulla perchè la gente lavora per una tazza di riso".
Forse fa comodo pensarlo, ma realtà come l'Iran o la Turchia, ma persino paesi dell'Asia Centrale, non sono più propriamente quei paesi retrogradi fatti di sabbia e cammelli come caratteristicamente e consuetudinamente vengono proposti. Potrà anche non piacere la politica di alcuni paesi, potrà sembrarci lontana mille miglia da quella laica e liberale della nostra Europa, ma ad ognimodo è incontrovertibile che città come Teheran o Istanbul sono città vibranti, cosmopolite, grandi tre o quattro volte Roma ed in continua crescita ed espansione.
In un contesto di questo genere, fabbricare tappeti non è più renumerativo, e pertanto non solo la gente non lavora più per pochi soldi, ma è addirittura lo stato che deve investire o impiegare per far si che quest'arte non finisca persa definitivamente.
A questi signori, sottoprodotto culturale degli squallidi tempi moderni, che stiamo vivendo, dedico questo video, intitolato: "L'Iran non è sabbia e cammelli".
Forse la forza delle immagini potrà aprire gli occhi a chi, un po per ignoranza, un po per interesse personale, vuole continuare a vedere quei popoli come una massa di trogloditi che lavorano per un tozzo di pane.
2 commenti:
B R A V I S S I M O E GRANDISSIMO!!!!
Ciao Alberto: era ora che qualcuno dicesse la verita' su questo stupendo paese!!
Un sentito grazie da uno dei miei amici persiani piu' cari Javad Mohammadf Roshan. Freddy
Proprio vero. Bellissimo paese, popolo laborioso, tenace e creativo. Peccato le politiche estremiste e le associazioni internazionali infelici e pericolose, che, come sempre, vanno a discapito dei diritti umani dei cittadini
Posta un commento