Quando ci si imbatte in un tappeto anatolico è facile ed inevitabile imbattersi nel relativo piombino di autenticità. Si tratta di un sigillo doganale che a seguito di un ordine emanato dal Ministero Turco del commercio l'anno 1926, viene tradizionalmente allegato ad ogni tappeto turco direttamente dal personale del Ministero delle Antichità turco 'AKM' Mudurluge'.
L'ordine emanato -ancora a regime- stabilisce infatti che tutti i tappeti realizzati in Turchia e destinati all'esportazione devono avere un piccolo sigillo, senza il quale non sarà possibile effettuare l'esportazione. Questo avvenne e avviene tutt'ora, per scoraggiare le imitazioni e anche per prevenire operazioni fraudolente nel commercio dei tappeti. L'identificazione di questo classico piombino in un manufatto, può essere pertanto per l'acquirente quell'ulteriore termine di riscontro utile per determinare la reale e diretta provenienza di un tappeto anatolico dalla Turchia.
4 commenti:
Grazie Alberto!
Ma che significa trovare un piombino in un tappeto cinese? Che è stato importato attraverso la Turchia?
Ciao Alberto. Secondo te sono falsificabili questi piombini? Sai ormai falsificano tutto quindi non mi meraviglierebbe... Freddy
Quella di usare piombini e filo metallico per agganciarli, era un uso anche delle manifatture rumene. Personalmente non avevo bisogno di cercarlo per chiarirne la provenienza. Bastava sentire l'odore che il tappeto aveva. Questo a causa dell'utilizzo di olio vegetale (lino o colza)per "ingrassare " le lane e renderle più scorrevoli fra le dita dell'annodatore.
Caro Paolo, come ti ha già risposto antonio non è solo la Turchia che adotta questo metodo. Anche la romania sovietica e altre realtà praticavano sigillare i tappeti con i piombini, tra questi anche la Cina comunista. Non sono certo che lo facciano tutt'oggi, però, perchè come è risaputo, io non tratto tappeti cinesi salvo rari casi e rare eccezioni del momento.
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