Intorno al 1000 l'avvento della dinastia turca dei Selgiuchidi contribuì alla diffusione di tipi di tappeti fino ad allora sconosciuti dal grande commercio e dal gusto internazionale. Imposta la loro dominazione sulla Persia (1060-1094) i Selgiuchidi stabilirono a Konia la capitale del loro impero ed a questa città risalgono parti di tappeti dell'Asia Minore che sono attualmente conservate nel museo Evgaf di Istanbul, mentre altre, di tappeti caucasici, sono esposte al museo di Berlino ed al museo Nazionale di Stoccolma. I primi frammenti databili al 1100 - 1200 si trovavano nella moschea di Aladino ed in quella di Beyscheir e, secondo gli esperti, possono provenire dal Turkestan o almeno echeggiare motivi turcomanni. Ma Marco Polo che, come diremo avanti, li cita con l'esattezza che lo distingue, precisa che essi sono invero confezionati da tessitori greci e armeni. Al lettore dunque la soddisfazione di fare congetture proprie, magari rivolgendosi al celebre quadro quattrocentesco del Ghirlandaio conservato negli uffizi di Firenze, dove, ai piedi della "Vergine in Trono col Bambino, Angeli e Santi" è dipinto con secca precisione un tappeto simile a quelli tanto discussi di Konia.
Tratto da: "I TAPPETI" DI M. l. VARVELLI
Tratto da: "I TAPPETI" DI M. l. VARVELLI
1 commenti:
Un saluto a tutti. I tappeti Selgiuchidi di Konia e Beishehir, per numerosi autori, sono il naturale collegamento fra la cultura altajca, passando attraverso il Turkestan, e i valori iconografici e tecnici dei primi tappeti dell’Asia minore. Questi ultimi, ispirati dall’aspetto religioso islamico, sfoceranno nei primi manufatti a preghiera, di piccole dimensioni, e nei successivi tappeti dotati di grande novità espressiva ma sempre incanalati nel rispetto della tradizione.
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