Subscribe:

venerdì 15 gennaio 2010

I tappeti dell'Azerbaijan ieri e oggi

In anticipazione ad una mia intervista prossima a radio Vaticana, voglio scrivere un articolo sulla realtà azerbaijana ed i suoi tappeti di ieri e di oggi.

Introduzione

L'attuale repubblica dell'Azerbaijan è oggi il paese più grande del Caucaso, e corrisponde alla quasi totalità della realtà territoriale ed etnica azerbaijana, ossia l'intera Asia transcaucasica. "Quasi" perchè la regione dell'Azerbaijan infatti comprende anche parte del nord-ovest iraniano con le città di Heriz e Tabriz, oltre ad una limitata area sud'orientale della Turchia dove vivono enclave di azeri.
Essendo l'Azerbaijan il paese più grande del Caucaso sia per superficie che per popolazione, è facile comprendere quanto questa realtà rappresenti - anche oltre i suoi attuali confini politici - pienamente ed espressivamente la cultura dell'annodato caucasico.


Gli azeri

Gli azeri sono un ceppo etnico con una formazione culturale influenzata da elementi delle culture turca, iraniana e caucasica. La loro lingua è mutualmente intellegibile con la lingua turkmena e la lingua turca (inclusi i dialetti parlati dai turcomanni dell'Iraq e del Qashqai) tanto da renderli agli occhi di alcuni studiosi una popolazione turca. E proprio dalle popolazioni turche origina la loro tradizione tessile, quella di Shirvan, di Baku, di Sumakh, etc etc. E' ormai infatti comunemente accettato che l'arte della lavorazione del tappeto annodato, abbia visto i primi albori nelle steppe dell'Asia centrale e seguendo la scia delle tribù nomadi di origine turca, si sia estesa fin sulle coste del Mediterraneo, territorio transcaucasico compreso.


La tradizione dei tappeti

L'annodatura di tappeti e la tessitura di tessuti piatti ricamati è una delle più antiche tradizioni azere, basti pensare ai Sumakh. Questi particolari tessuti ricamati a trame avvolte realizzati oggi in quasi tutti i paesi e regioni dove si producono tappeti per tradizione, ossia: Turchia, Persia, Kurdistan e Caucaso, proverrebbero infatti - secondo alcuni studiosi - proprio dalla realtà azerbaijana dei distretti di Shemakka, di cui sumakh è con molta probabilità il nome contratto dall'uso. i Sumakh sono tappeti piatti con una consistenza piuttosto rilevante e che per questo li rende particolarmente resistenti all'usura. Le trame infatti vengono avvolte più e più volte attorno agli orditi, prendendo sul diritto un andamento diagonale, dal rovescio vengono invece lasciate libere e fissate con un nodo. In alcuni sumakh, tra un 'avvolgimento di trama ed un altro viene effettuato anche un passaggio di trama singola; tanto gli orditi quanto l'eventuale trama di rinforzo, vengono ricoperti completamente dalle trame avvolgenti che producono i decori del sumakh.


Tappeti azeri nei musei

Tappeti di antica lavorazione azerbaijana, sono esposti in musei come il Louvre di Parigi, il Metropolitan di New York o l'Hermitage di San Pietroburgo. Nella Repubblica dell'Azerbaijan invece sono di notevole rilevanza le collezioni esposte presso il Museo dei tappeti e delle arti applicate nell’ex Museo Lenin e quelle dell'ex moschea Djuma (una delle moschee più antiche dell'ex Unione Sovietica la cui costruzione risale al VII sec.) trasformata da poco in museo del tappeto.


Un passato aulico

Le antiche popolazioni azere (come tutte quelle caucasiche) molto probabilmente appresero la tecnica dell'annodatura nell'XI secolo dagli invasori selgiuchidi della tribù turca di Oghuz con i quali si mescolarono e sotto i quali impostarono una produzione locale caratterizzata da colori vivaci e motivi geometrici tipicamente aniconostici. Di quelle lavorazioni originarie non rimangono però, prove concrete, nè reperti . Gli esemplari più antichi rimasti a noi, sono da datare invece a partire dal XVI secolo e provengono dal periodo di maestranza persiana organizzata dai Safavidi. Questi grandi sovrani persiani erano attivi mecenati e raffinati estimatori dell'arte annodata e avevano infatti riconosciuto il valore tradizionale del tappeto caucasico, impiantando o potenziando le manifatture locali caucasiche, Shirvan e Karabagh principalmente, ma invece di costringere le genti di quell’area ad annodare esemplari con schemi cari alla rinascita persiana - come da loro voluto in patria - lasciarono invece che l’iconografia caucasica, votata al simbolismo geometrico, continuasse secondo uno stile autoctono.



Gli Shirvan antichi

Durante l'Ottocento la regione dello Shirvan, ha prodotto una notevole quantità di tappeti, di qualità superiore rispetto ai consueti prodotti caucasici kazak, questo quando ancora i tappeti del caucaso non erano ancora considerati di grande valore. Tali manifatture si concentravano nelle città di Bidjov, Baku, Kutkashen, Maraza, Salianì, e Lagiah, abitate principalmente da turchi Azeri e da gruppi armeni. Caratteristiche comuni di questa antica tipologia di area azerbaijana sono i disegni geometrici dall'influenza anatolica, la vasta gamma di colori dai toni solitamente contenuti, messi in risalto dai contorni in nero dei disegni e la struttura interamente in lana (almeno fino alla rivoluzione russa del 1917). Oggi questi tappeti sono tra i più ricercati dai collezionisti.


Shirvan extra e Baku post sovietici

L'avvento del socialismo sovietico, di fatto produsse un addomesticamento ed uno scadimento delle produzioni azere, con la realizzazione di Shirvan estranei alla tradizione sia per materiali, che per impianti, alle volte realizzati su imitazione addirittura persianoide.Erano gli Shirvan detti "qualità extra" realizzati su orditura in cotone con una vasta varietà di impianti, sottoposti a lavaggio Kiskhan process AMBURGO e prodotti nei laboratori sovietici AIGORG. La "firma" azerbaijan che veniva spesso annodata lungo il bordo angolare destro inferiore dei tappeti non aggiungeva nè valore nè significato, ma era semplicemente una prassi per distinguerli con quelli del vicino daghestan dove spesso era invece apposta la "firma" DERBENT in caratteri cirillici. Con la disintegrazione dell'Unione Sovietica Il 18 ottobre 1991 l’Azerbaigian dichiarò la propria indipendenza e la produzione degli Shirvan extra si interrupe definitivamente. Sull'onda emotiva del processo di ricostruzione d'identità nazionale si ricrearono finalmente quelle condizioni per la riscoperta e la rinascita dell'antica tradizione tessile azerbaijana. A Baku - dove a causa della scoperta del petrolio la produzione tessile si era persa - sotto le maestranze persiane e le richieste estere si riaprirono le manifatture locali, ispirate per iconografie e per tecniche agli antichi modelli. Oggi i Baku sono una nuova generazione di tappeti caucasici che ben riproducono gli antichi pezzi dell'Ottocento, non solo quelli di impianto Shirvan, ma praticamente tutti i generi caucasici esistenti o comunque quelli più conosciuti.

0 commenti: