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giovedì 8 maggio 2008

L'albero della vita

Il simbolo della settimana - premessa
Rimandando a domenica una breve introduzione generale al significato e al valore iconografico nell'arte dell'annodatura e della tessitura, inizio questa nuova fase di approfondimento tappetologico parlando di uno dei simboli più classici e ricorrenti all'interno della famiglia dei tappeti orientali:

L'albero della vita

Uno dei simboli più interessanti per l'occidente nell'ambito della simbologia nei tappeti orientali è certamente l'albero della vita, che compare in quasi tutte le religioni più antiche: da quella babilonese, a quella indiana vedica, alla zoroastriana, fino a quella ebrea (albero del bene e del male nel vecchio Testamento). Questo motivo è talmente diffuso tra le culture europee ed asiatiche, che è difficile trovarne una sola che non l'abbia conosciuto e riprodotto in almeno qualcuna delle sue produzioni artistiche. L'albero della vita è prima di tutto un concetto, che si trova nei paganesimi, negli sciamanesimi, e nei monoteismi, persino nei più stretti (innumerevoli le riproduzioni dell'albero della vita nelle chiese cristiane e nelle miniature; idem per l'arte islamica; quanto all'ebraismo, lo si è identificato anche spesso sia con il "candelabro" a sette braccia, che con l'albero sefirotico della Cabala).
Pare che le prime attestazioni artistiche siano quelle dell'antica Mesopotamia (si pensi ai magnifici bassorilievi assiri), dove l'albero della vita faceva parte del rituale principale eseguito dal sovrano babilonese. Pare che da queste rappresentazioni siano derivati per diffusione tutti gli altri alberi della vita delle culture e arti circostanti: mediterranee, persianoidi, asiatiche, nordiche, basti pensare all'Irminsul sassone, dove sono presenti le caratteristiche dell'albero della palma stilizzato (non un albero autoctono, palesemente, il che ci dice che il motivo è preso in prestito dall'originario ambito mesopotamico).
In sostanza, è un motivo metafisico tradizionale e primordiale, ereditato da tutti, il cui significato deriva principalmente da quelle popolazioni pagane che proveniendo dall'est si sono poi diffuse in tutto il continente euroasiatico e nordafricano dando vita ai tanti differenti popoli che la storia ha visto crescere, prosperare ed avvicendarsi. L'albero in antichità, veniva concepito come un elemento in grado di collegare le tre parti principali che costituiscono l'universo:
il sottosuolo, dominato da forze magiche, dove si insinuano le radici
la superficie della terra, regno degli uomini, dove il fusto cresce e si sviluppa
il cielo, luogo del divino, verso il quale si protendono le chiome.
Dall'esperienza di quelle antichissime popolazioni ariane che scendendo dall'India e dal Tibet si stabilirono lungo tutta la dorsale verde e l'Europa occidentale, è facile comprendere come l'albero in sè abbia inciso figurativamente nella concettualizzazione del significato vitale. Spesso infatti proveniendo da realtà aride e desertiche, dove le rare oasi significavano la possibilità di trovare l'acqua, elemento fondamentale per la sopravvivenza, l'albero non è potuto divenire altro che la sintesi di un concetto -nell'immaginario collettivo- di quello appunto della celebrazione della vita. Il simbolo si è poi successivamente prestato ed assimilato alla predicazione islamica, in quanto si identificava altrettanto bene nell'idealizzazione di un'agognata natura rigogliosa che non a caso concepisce il paradiso islamico come una sorta di lussurreggiante Eden. Questa concezione incise profondamente sull'iconografia dei tappeti persiani detti "a giardino", poichè riproducono fiori variopinti e alberi verdeggianti sui quali spesso si posano piumati uccelli solari beneauguranti.
L'albero della vita raffigurato nei tappeti si riconosce facilmente , malgrado le diverse versioni che assume: piccolo e ondulato, stilizzato come un bastone con segmenti diagonali che si distaccano a distanze uguali, quello che compare nei gul di certi turcomanni e afghani, quello a vaso fiorito del tipico periodo safavide e che tratteremo più avanti. Oltre che nel metodo di raffigurazione e di stilizzazione l'albero può essere rappresentato in varie differenti tipologie: sia esso un albero fiorito, una palma o un cipresso, quest'ultima risulta una delle interpretazioni favorite dalla cultura persiana.

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