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mercoledì 28 ottobre 2009

Il tappeto volante nello spazio

Un curioso esperimento condotto qualche mese fa sulla Stazione Spaziale Internazionale ISS ci mostra un vero tappeto volante. Non sono certo di capire l'utilità di questi esperimenti, ma sarebbe stato bello se fosse stato utilizzato per il test perlomeno un tappeto orientale originale.

Godetevi il video.

mercoledì 21 ottobre 2009

Il tappeto per scaldare l'ambiente domestico

In questi tempi di crisi economica e di grande attenzione ecologica, il risparmio energetico rappresenta anche in termini di riscaldamento domestico un fattore nodale. Vengono sempre più spesso installati sui tetti i pannelli, e vengono cambiati gli infissi per meglio trattenere il calore, sono anche fresche di qualche anno le disposizioni condominiali che regolamentano il tetto massimo di gradazione consentita per il riscaldamento dei locali. Alle volte le amministrazioni condominiali si ritrovano a far fronte poi alle diverse necessità dei condomini, dove alcuni per risparmiare (visto e considerato che magari lavorano e vivono tutto il giorno fuori casa) invocano spesso con successo l'ulteriore abbassamento dei caloriferi mentre altri come vecchi pensionati e casalinghe si ritrovano costretti così all'utilizzo di stufe elettriche. In questo particolare ambito dove gli inverni sono tornati ad essere estremamente rigidi e il risparmio energetico ne raforza questa percezione, la riscoperta del tappeto (nato prima di tutto proprio per isolarsi dal freddo) in ambiente domestico costituisce senz'altro il metodo migliore per rendere il proprio appartamento caldo senza costi aggiuntivi (se non quello per l'acquisto del tappeto). Pesanti tappeti a ricoprire i nudi e freddi pavimenti fatti di cotto, di marmi o di mattonelle, e pure qualche tappeto o kilim appeso alle pareti (che sono sempre più spoglie a causa degli imput sbagliati di architetti d'interni e di mode del momento) rappresenterebbero una soluzione estremamente pratica per il trattenimento del calore in ambiente domestico. Nel mio negozio ad esempio, in questi giorni di grande freddo (si arriva a 1 grado di sera e 5 di giorno), non accendo quasi mai il riscaldamento, eppure grazie ai tappeti appesi e quelli a terra, chi entra percepisce un calore tale da credere che l'ambiente sia riscaldato. Vivere in una casa fredda fa male alle ossa e ai bronchi, meglio sarebbe ricominciare ad aprire le porte di casa ai lanosi tappeti, e non è solo una questione di salute, ma anche di ritorno economico.

domenica 18 ottobre 2009

Il tappeto per migliorare l'acustica


Succede spesso di vedere cantanti e musicisti arrangiare e/o cantare al centro di un pesante tappeto orientale, nei concerti quanto nelle prove in sala. Mi vengono ad esempio in mente fenomeni come Battiato o Branduardi che nei loro concerti e peregrinazioni portano con se i loro inseparabili tappeti, ma penso anche ai cantanti Folck e Rock e a band più o meno famose degli States. La spiegazione è molto semplice, il tappeto è il primo elemento base per migliorare l'acustica (attenzione non per creare un'insonorizzazione) dell'ambiente dove si suona.

L'appeal del tappeto fa il resto, e in poco tempo un mezzo per migliorare il suono diventa un soggetto, un oggetto totemico, un portafortuna o nel migliore dei casi un inseparabile amico e compagno di viaggio. E così i tappeti diventano il "cerchio magico" di chitarristi, cantanti e band musicali oltre che utili strumenti per assorbire i suoni riverbati.

Se avete una band o volete suonare la chitarra o la batteria o altri strumenti... provate anche voi a coprire una porzione di pareti della stanza dove suonate, una alla volta, e non dimenticate di piazzare un bel tappetone lanoso a terra, vi renderete conto che i tappeti assorbiranno i suoni che prima erano ultrariverbati migliorando così sensibilmente la resa del pezzo da voi eseguito.

Immagine reperita dal blog http://www.rugrag.com/

giovedì 15 ottobre 2009

Il potere magnetico del tappeto

Secondo lo studio affascinante della geometria sacra, dietro al linguaggio geometrico esiste il segreto della vita. Nel rebus multiconografico dei tappeti orientali avverrebbe per tradizione una traslazione di questo linguaggio soggettiva dei popoli che li confezionano. Traslazione che a tutt'oggi ci appare difficile decifrare. Si potrà giustamente eccepire che oggi il tappeto sia ormai annodato seguendo decori realizzati in maniera inconsapevole, ma se è vero che la natura di questi è stata adulterata nei secoli dalle richieste del mercato, è anche vero che un'impronta sia comunque rimasta. Non è pertanto assolutamente improprio affermare e cofermare il valore intrinseco e le proprietà magnetiche esercitate da questi simboli atavicamente e inconsapevolmente riprodotti sulle persone. Secondo Jung e la psicanalisi la mente umana si nutrirebbe di simboli, e la connessione cosciente del nostro Io con le forme geometriche è dunque decisiva per cambiare il nostro stato di coscienza, e la nostra vita in generale. Particolari simboli pertanto ci riporterebbero a stati di conscienza interiore archetipa e di riconessione con il passato, permettendoci un più facile accesso alla spiritualità e a Dio. Il segreto della vita potrebbe pertanto essere celato non solo metaforicamente nelle complesse simbologie dei tappeti, ma anche praticamente. Manufatti i tappeti, che guardacaso vengono realizzati tradizionalmente proprio dalla donna, ossia colei che genera la vita. E' forse per questo che il collezionismo di tappeti ed il commercio degli stessi (tanto in occidente quanto in oriente) sia sostanzialmente appannaggio e prerogativa maschile? Esiste forse un richiamo inconscio tra chi annoda i tappeti (la donna) e chi li compra, li vende e li colleziona (l'uomo)? C'è da domandarselo.

venerdì 9 ottobre 2009

I tappeti portano fortuna

Fin dalla loro scoperta in era paleolitica i colori hanno sempre assunto una funzione scaramantica ed esoterica. Insieme ai segni e ai simboli i colori sgargianti rappresentavano nel tappeto un complesso linguaggio iniziatico (oggi spesso adulterato) che era volto a scacciare gli spiriti, e a proteggere la dimora o il giaciglio. Ancor oggi gli zingari e gli indiani vestono colori sgargianti in questa funzione, e in Africa e nelle Isole Caraibiche si adoperano colori forti per scacciare il malocchio. Nel loro complesso i tappeti rappresentavano e rappresentano tutt'ora (ad eccezione delle moderne monocromie) un amuleto composito di simboli e colori. Particolari colori e simboli è stato del resto appurato e comprovato scientificamente, agiscono sulla nostra psiche e sul nostro inconscio producendo in noi energie negative o positive. Le case moderne di oggi povere nelle forme e nei colori hanno sfrattato dalla vita domestica questi colori e questi simboli, lasciando l'essere umano e le famiglie in balia del grigiore, del nero e ultimamente anche del viola. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: aumento delle depressioni, dei suicidi, delle separazioni e crescente necessità di evadere da parte degli individui dal loro ambito domestico. Di fronte a questi dati statistici inconfutabili e alla consapevolezza scientifica (gli studi di Freud ne sono un esempio) dell'azione benefica di determinati colori e simboli piuttosto di altri sulla nostra psiche, la considerazione che gli ambienti domestici e l'uomo in particolare si siano privati oggi di un oggetto/amuleto che per colori e simboli era sinonimo di protezione ed energia positiva è quasi automatica. E forse non è un caso che gli anni d'oro del tappeto orientale in occidente hanno sempre coinciso con gli anni di maggior splendore e sviluppo economico e scientifico per l'occidente stesso, basti pensare all'800 con la sua rivoluzione industriale o all'immediato dopoguerra che fino agli anni '90 ha rappresentato per i nostri paesi i massimi storici raggiunti in termini di benessere culturale ed economico. Oggi di fronte ad una crisi economica e culturale devastante come quella che i nostri paesi e le nostre culture stanno vivendo, ci sarebbe da pensarci su e riaprire le porte delle nostre case ai tappeti e ai loro colori e simboli, del resto chi tutt'oggi la crisi non l'avverte (vedasi ricchi e regnanti), i tappeti dalle proprie case e dai propri palazzi non li ha mai tolti.

giovedì 8 ottobre 2009

Tappeti celtici

Una produzione relativamente recente e che appartiene alla famiglia dei tappeti annodati "trapiantati" è questa particolare e curiosa manifattura gallese. Si tratta di un manufatto robusto realizzato con lo stesso metodo che viene usato per fare i tappeti scandinavi. Il tappeto risulta molto morbido, a rasatura alta e a rilievo, con un disegno celtico conosciuto come: il "nodo infinito". Non ci è dato sapere se effettivamente i Celti (popolazione di grande gusto artistico) abbiano mai prodotto qualcosa del genere, del resto le cronache romane sugli usi e i costumi di questi "barbari" (che propriamente barbari non erano) sono scarse , ma indubbiamente se mai qualcosa di simile è stato prodotto, non poteva che assomigliare a questo genere di tappeto. Del resto non è propriamente fantasioso ipotizzare che un qualcosa di "celtico" possa essere stato prodotto in epoca remota. Basti pensare alle sole origini indoeuropee delle popolazioni celtiche (probabilmente area del mar Nar Nero), già esse di per sè anello di congiunzione culturale e filologica con l'uomo del neolitico ed il comune bagaglio simbologico e pagano presente e ricco nell'iconografia archetipa dei tappeti e di tutte le culture indoeuropee ed ariane del continente euroasiatico. C'è poi la comunanza ambientale: la rigidità degli inverni e l'organizzazione sociale propriamente simile (se non identica) a quella delle popolazioni delle steppe che diedero per necessità i natali (quelli sì documentati e testimoniati) del tappeto. Infine esiste l'accomunanza sciamanica, ossia i complessi riti pagani di divinazione, di contatto con le forze della natura, di esorcismo delle forze malefiche, quì tanto i celti quanto le popolazioni madri del tappeto erano pagani e professavano sciamanesimo svolgendo riti magici i cui simboli e colori (gli stessi presenti nei tappeti) erano elementi comprimari nella ritualità. Ma fino ad una prova documentata tutto questo è solo teoria.