Subscribe:

martedì 21 luglio 2009

Tappetorientale va in vacanza


Anche Tappetorientale va in vacanza, il caldo infatti inizia a farsi opprimente e le idee a mancare. Voglio sfruttare questo mese di agosto per riposare, ma anche per preparare il restyling del sito tappetirari.com e sviluppare nuove idee e collaborazioni che vedranno la luce a partire dai primi di settembre.

Auguro a tutti gli amici e i lettori del blog buone ferie.
Tappetorientale tornerà a pubblicare il giorno: lunedì 24 agosto 2009.

Per informazioni ed urgenze potete contattarmi direttamente in ditta (fino ai primi di agosto) oppure via: mail, skype, facebook o il sito istituzionale www.tappetirari.com

lunedì 20 luglio 2009

Il tappeto volante ricreato in laboratorio

Secondo quanto riportato da alcuni blog e siti internet, il tappeto volante non sarebbe espressamente una semplice invenzione narrativa. Un team di scienziati e di fisici, sulla base di queste convinzioni avrebbero infatti avviato studi in laboratorio per ricrearne le potenzialità. Hanno utilizzato un fluido con caratteristiche simili a quelle dell'aria, vi hanno immerso una lamina flessibile capace di gonfiarsi e restringersi in risposta a segnali esterni, e sono risuciti con delle vibrazioni a farla lievitare in diverse direzioni.
I ricercatori dell'Università di Harward hanno calcolato però che per far volare una lamina lunga dieci centimetri, lo spessore della stessa non dovrebbe superare gli 0,1 millimetri, ma soprattutto dovrebbe vibrare alla frequenza di dieci hertz, ossia 10 oscillazioni al secondo, ognuna con ampiezza di 0,25 millimetri, ed è questo che costitusice sicuramente l'ostacolo più grosso per la realizzazione di un mezzo di trasporto a misura d'uomo. Per ora dovremmo quindi accontentarci di zerbini o di modellini capaci di lievitare, ma un giorno?

venerdì 17 luglio 2009

Kilim Moldavi prodotti in India

Stringe al cuore apprendere che la prolifica e poco originale produzione indiana abbia volto ultimamente le sue attenzioni anche sulle produzioni moldave. Secondo un articolo di Tea and Carpets gli originali e sempre più rari kilim Moldavi sono divenuti oggetto di business a Jaipur con una produzione imitativa della "Rawat of Manglam Arts". Personalmente non so (perchè non ho ancora visto) quale sia il livello di imitazione di questi nuovi "fake", ma è senz'altro una notizia preoccupante considerare come sia proprio Domotex (il raduno più importante a livello internazionale del mercato dei tappeti) a suggerire gli spunti per la programmatica produzione imitativa dei tappeti orientali. Perchè pare che sia proprio durante il Domotex di 2008 che il signor Rawat abbia scoperto i kilim Moldavi e abbia deciso di avviare una produzione ad essi imitativa.

mercoledì 8 luglio 2009

Non si fabbricano più tappeti in Uiguristan per estinzione di uiguri


E' di qualche giorno la drammatica notizia di nuovi sanguinosissimi moti di ribellione che stanno sconvolgendo le misteriose e silenziose terre delle oasi di Khotan, Kashgar e Yarkand. La considerazione su quanto sta accadendo in quei luoghi è quasi d'obbligo, non solo per rispetto di un epico passato tappetologico dove è possibile rammentare i frammenti e gli affreschi di Turfan, ma anche per una produzione relativamente recente che oggi rischia di scomparire del tutto. Se già infatti a Yarkand e Kasghar non si produce praticamente più nulla, presto anche nelle altre realtà uigure come Khotan non si realizzeranno più tappeti.

Qualcuno potrebbe asserire che questo fenomeno rientra nella normale trasformazione di una realtà che da rurale ed arcaica passa ad un modello più moderno ed industrializzato, esattamente come accadde nelle realtà di Veramin o Joshagan in Persia. Il problema è che a differenza di realtà persiane, turche o caucasiche, in Uiguristan (Xinjiang chiamato dai cinesi) si rischia di non realizzare più tappeti per una ragione molto ben più drammatica: l'estinzione delle popolazione autoctona.
Si potrebbero scrivere decine di pagine sull'orribile colonialismo cinese ai danni di una realtà musulmana assolutamente estranea per storia e per razza alla Repubblica Popolare Cinese, ma non cambierebbe purtroppo comunque le cose, e non è certamente questo il luogo di discussione, anche se da buon tappetologo, lo sguardo nostalgico di fronte ad una realtà locale che rischia drammaticamente di essere stravolta da chi prepotentemente nega perfino che il separatismo abbia un fondamento storico, è inevitabile. Tappetorientale dedica il proprio pensiero a queste popolazioni e ai loro tappeti, oggi minacciati nella loro stessa esistenza dall'inaudita prepotenza di questi cinesi intolleranti.

martedì 7 luglio 2009

L'ipocrisia di chi non ama i tappeti ma dai quali pretende il massimo ritorno economico


Tempo fa, scrissi un articolo dove mi proponevo come persona disposta ad adottare tappeti. La provocazione era stata lanciata di fronte alla vista di una dinamica crescente di tappeti ancora in buon stato quando non addirittura ottimi e interessanti, buttati invece ingiustamente nei cassonetti. Ma se è vero che esiste una fetta di persone che scioccamente butta via il tappeto persiano ereditato dalla nonna o dalla zia perchè sporco e demodè... è anche vero che esiste nella nostra società un ulteriore genere di persone ben più stupefacenti, quelle che del tappeto ereditato, regalato o acquistato molti anni addietro non gliene frega nulla, ma che vogliono disfarsene cercando di ottenere il massimo tornaconto "in quanto quello è un tappeto persiano" come se bastasse la provenienza a determinare il valore di un manufatto. A queste persone che non capiscono che in tutte le cose esiste un prezzo di acquisto ed uno di vendita, a queste persone che non considerano il lavaggio obbligato e le eventuali riparazioni che si debbono operare in caso di reimmissione nel circuito commerciale, a queste persone che 15 anni fa pagarono un iva del 38% mentre oggi l'iva sui tappeti è solo del 20%, a questi signori che non sanno che un tappeto "commerciale" quand'anche è persiano, se invecchia diventa solo un tappeto usato e non certo un investimento, a questi signori che del tappeto non gliene frega nulla ma che pretendono che qualcuno glielo ritiri al massimo della valutazione, anzi che il prezzo glielo vogliono fare loro... beh viene proprio voglia di dire: "ma se secondo voi questo vostro tappeto è un tesoro, perchè disfarvene? Tenetevelo!!". La stessa atmosfera ipocrita la possiamo respirare passeggiando in uno di quei tanti mercatini dell'usato dove spesso chi vende è solo gente che svuota cantine e solai oppure privati che si vogliono togliere un po di cose di casa improvvisandosi mercante, anche quì il più semplice e banale shiraz (roba da poche decine di euro al mq) diventa per loro un tesoro persiano proposto a cifre fuori dalla realtà.
In conclusione: chi butta nel cassonetto dell'immondizia anche un nain tabas ancora degno di essere calpestato sbaglia, chi vuole speculare su un oggetto che lui stesso reputa di interesse nullo è molto peggio perchè è un grande ipocrita, e in questo caso non solo non rispetta il tappeto ed il lavoro che c'è dietro, ma non rispetta neppure le persone alle quali vorrebbe rifilargli codesto affare che affare certo non è.

mercoledì 1 luglio 2009

La conservazione estiva dei tappeti

Con l'avvento del periodo estivo, diminuisce sensibilmente la predisposizione del pubblico all'acquisto dei tappeti. La gente infatti è più propensa a pensare ai viaggi e alle vacanze piuttosto che ai lanosi tappeti e all'arredo degli appartamenti che invece ci si appresta a disabitare per una più appetibile meta estiva o esotica. Una pratica consueta e diffusa che rappresenta praticamente una tradizione tutta italiana e che rappresenta per i commercianti di tappeti l'ultimo business prima delle ferie.. è quella della conservazione estiva del tappeto orientale. Potrebbe apparire assurdo parlare della necessità di una «conservazione estiva» di tappeti annodati orientali, perchè se è vero infatti che il tappeto è sicuramente nato in luoghi freddi per necessità di isolarsi dalla fredda e nuda terra, è altresì vero che oramai da secoli, la maggior parte dei tappeti orientali viene prodotta in luoghi che vivono una condizione climatica di perenne calore. Eppure nel linguaggio comune occidentale si indica con conservazione estiva la consueta conservazione del tappeto nei periodi in cui la casa resta disabitata e chiusa per ragioni di vacanza. La stagione ha poco a che vedere con i tappeti dunque, quello che invece conta è la polvere, le tarme, il buio prolungato, la mancanza d'aria, ecc ecc. A questo punto è bene ricordare alcune regole d'oro per la corretta conservazione estiva dei tappeti orientali.
Innanzitutto il tappeto prima di essere ritirato dev'essere spazzolato e scosso, liberato dalla scorie e dalla polvere, meglio ancora se lavato presso un centro specializzato. Poi avvolto in carta di giornale o panni insieme a prodotti (meglio se naturali) atti a a tenere lontani insetti dannosi come le tarme. I prodotti possono essere tra i più svariati: dal pepe in grani alla canfora. Questo passaggio è in verità evitabile facendo sottoporre il tappeto stesso ai trattamenti antitarmici che di fatto rendono la lana incommestibile. Il luogo in cui il tappeto dev'essere riposto, non dev'essere nè troppo secco nè troppo umido (mai metterlo in cantina) in quanto un atmosfera troppo secca potrebbe seccare la struttura intima del tappeto, mentre una troppo umida potrebbe al contrario "marcirla".
Esistono poi ditte specializzate nel ritiro e nella conservazione dei tappeti, esse dispongono di celle ad atmosfera protetta e temperatura controllata che impedisce la vita alle tarme e la sopravvivenza delle loro uova.