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lunedì 28 giugno 2010

Lettera aperta dell'Associazione Tappeti Sicuri rivolta ai commercianti di tappeti italiani

Ricevo e pubblico la lettera aperta dell'Associazione Italiana Tappeti Sicuri, rivolta ai mercanti e commercianti di tappeti orientali:

La crisi del commercio dei tappeti annodati in Italia non è solo dovuta alla crisi economica, bensì a molteplici cause che tutti i commercianti del settore conoscono. Oggi in Italia quasi tutte le attività nel settore dei tappeti orientali sono in grave difficoltà , molti chiudono , altri lo considerano un secondo lavoro.
E’ fuor di dubbio che , per le persone intenzionate a proseguire questa attività , sia giunto il momento di cambiamenti forti e radicali. Dunque alcune persone , che non vedono il tappeto annodato solo come una merce da commercializzare ma come una passione, hanno dato vita all’associazione italiana Tappeti Sicuri.

L’associazione ,prima di iniziare le sue attività,ha chiesto e ottenuto il totale appoggio delle istituzioni del settore; ma ora tocca ad ognuno di voi appassionati del tappeto annodato , persone che non vogliono stare impotenti a vedere la fine della propria professione. Purtroppo esiste poca collaborazione in questo settore , poca stima reciproca , tanta concorrenza sleale e controproducente. È incredibile vedere come 10 senegalesi in un parcheggio vendano tutti gli stessi articoli,uno affianco all’altro in grande armonia ; vedere cinesi aprire un negozio di fronte all’altro senza farsi concorrenza sleale. Il segreto è COLLABORAZIONE e non più CONCORRENZA. Noi vendiamo tutti lo stesso articolo: “il tappeto orientale”, è intraprendendo una nuova rotta che riusciremo a fare grandi cambiamenti, con l’aiuto di ognuno di voi ,con consigli , idee , ma soprattutto agendo, e non più guardando passivi giorno per giorno la fine del nostro amato settore.

Per molti queste saranno solo belle parole e nient’altro, invece è una realtà , ed è una grande occasione , ma il nostro maggiore alleato,il centro nazionale del tappeto in Iran , nel darci il patrocinio ufficiale, chiede in cambio “azione” , ma soprattutto “chiede numeri”. Ci aiuteranno, ma soltanto se saremo una grande associazione nazionale con tanti associati in tutto il territorio.

I maggiori scopi dell’associazione (tra tanti altri) sono: regolamentare il settore , pubblicizzare l’articolo , riconquistare la fiducia persa degli acquirenti causata da anni e anni di concorrenza sleale a colpo di liquidazioni fasulle e falsi sconti.

Bisogna essere una categoria riconosciuta dal governo italiano , dunque entrando nella CONFCOMMERCIO come Associazione , per poter far parte della CNEL - Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro , cosa che “chiede numeri”.

Organizzeremo il tour italiano del tappeto persiano,che toccherà tutte le regioni d’Italia , pubblicizzato su scala nazionali , al quale vi parteciperanno solo gli associati.

Gli associati verranno pubblicati sul portale tappetisicuri.it che a oggi vanta di essere il sito (nel settore dei tappeti ) più visitato in Italia , grazie al suo ottimo posizionamento su Google , nonché il più autorevole grazie alle sue importanti collaborazioni.

Gli associati avranno modo di accedere a un forum online , per poter discutere delle problematiche , dare suggerimenti , chiedere consigli e informazioni, essere costantemente presenti nell’associazione in modo attivo.

Durante l’ultima fiera del tappeto persiano nell’isola KISH in Iran , si è svolta una riunione alla quale vi hanno partecipato rappresentanti di molti paesi (tra i quali il presidente dell’associazione italiana Tappeti Sicuri ). In questa riunione , organizzata dal centro nazionale del tappeto , è stata discussa la creazione e la spartizione di un budget da spendere in pubblicità destinato alle associazioni attive nel mondo. La somma è stata concordata del 2% delle esportazioni ; si parla di circa 10 milioni di dollari da spartire tra le associazioni , e la spartizione avverrà in base ai numeri che ha un’associazione. Perciò più ne siamo e più aiuti economici e istituzionali avremo, aiuti che tra l’altro sono un nostro diritto.

Il presidente dell’associazione Tappeti Sicuri , durante la riunione di KISH , si è battuto contro la proposta dell’associazione tedesca di spartire in base alle importazioni . Proposta ritenuta dal presidente ingiusta , dato che una gran parte delle importazioni tedesche viene poi venduta in tutta Europa. Dunque il presidente è riuscito a ottenere la spartizioni in base ai numeri degli associati attivi nel settore in un paese.

Ora tocca a voi , lasciare da parte lo scetticismo , il pessimismo , e iniziare insieme un nuova era ; anche perché i risultati della vecchia rotta è davanti agli occhi di tutti noi .

Abbiate il coraggio di cambiare

Associazione italiana Tappeti Sicuri

sabato 26 giugno 2010

Le foto della settimana

Da sempre la contemplazione di un bel tappeto, come quella di un dipinto raro, suscita l'ammirazione, commossa di chi lo guarda. E' un processo elettrochimico difficile da spiegare che riporta la persona ad un immaginario soggettivo o status mentale fatto di ricordi, di idee, di sensazioni, e di desideri.
A produrre questo fenomeno è il richiamo del luogo lontano di provenienza, quello delle ermetiche iconografie, e dei colori alle volte sgargianti, altre volte smorzati dal tempo.
Oltretutto secondo Jung e la psicanalisi, la mente umana si nutrirebbe di simboli, e la connessione cosciente del nostro Io con le forme geometriche è dunque decisiva per cambiare il nostro stato di coscienza, e la nostra vita in generale. Particolari simboli nei tappeti pertanto ci riporterebbero a stati di conscienza interiore archetipa e di riconessione con il passato, permettendoci un più facile accesso alla spiritualità ed ancestralità interiore. Tutto questo per cercare di spiegare come, il tappeto fotografato in determinati contesti (del resto  già di per sè la comunicazione fotografica è un linguaggio di arte e poesia) sia in grado di trasmetterci sensazioni piacevoli e stimolanti. Tutto questo per fare il preambolo ad una prossima iniziativa che lascerà spazio all'immaginazione e alle sensazioni di chi legge e visita il blog: la pubblicazione ciclica di foto di tappeti e/o contesti ove i tappeti sono presenti e sulle quali i lettori sono e saranno invitati a commentare con le loro sensazioni.

giovedì 24 giugno 2010

L'acquisto di un tappeto oggi

La scelta di un tappeto è una cosa molto personale. Superate ormai le velleità e le pretese di una improbabile rivalutazione nel tempo e disinteressati mediamente dagli aspetti culturali del prodotto, i clienti medi che acquistano tappeti oggi, spesso lo fanno sull'onda della moda del momento o comunque su imput indotti di arredo, comunque con criteri e gusti dettati dalla "pancia" e non dal cuore o dal cervello.
Confesso che quando mi ritrovo di fronte a questi casi, perdo la voglia di "raccontare" il tappeto, perchè mi rendo conto che alla gente spesso non interessa. A questi livelli è praticamente inutile, spiegare i nodi, le manifatture, le origini, i significati dei segni, l'evoluzione della manifattura ecc, perchè l'acquirente è programmato come un software ed è disposto a comprare solo quello che gli hanno fatto desiderare o credere di voler desiderare. Ma un tappeto acquistato con la pancia, difficilmente accompagnerà il suo possessore per tutta la vita, superate le prime euforie, si finirà con il disamorarsene e con lo stancarsene , iniziando magari così il lungo e costoso percorso delle permute o comunque la ricerca poco economica di nuovi tappeti da sostituire agli altri.
A questo punto ecco alcuni consigli pratici, per l'acquisto terra terra, consigli che perlomeno potrebbero aiutare chi vuole comprare un tappeto solo per arredare la casa, a non fare errori di valutazione e di scelta:
  • Scegliete il gallerista o il negoziante prima del tappeto
  • Ricordate che il tappeto non deve necessariamente essere abbinato al resto dell'arredamento come divani o tende, si tratta di un oggetto a sè che può anche arredare per contrasto.
  • Il tappeto deve piacere a voi, non al rivenditore, al vostro architetto o al vostro parente o amico che vi accompagna nell'acquisto.
  • Infischiatevene della moda, perchè la moda passa, il tappeto no
  • Ricordate che gli sconti al 70% non esistono e che il vero tappeto esula da concetti come saldi o outlet in quanto non è un vestito che passa di moda. Pertanto: il risparmio non è tanto nel comprare a poco, quanto nel saper comprare bene.

lunedì 21 giugno 2010

Il museo iraniano nazionale dei tappeti a Teheran

I primi tappeti non furono realizzati certamente da popolazioni iraniche, ma bensì da popolazioni di origine turca, tuttavia è innnegabile come in Persia la tradizione dell'annodatura raggiunse vertici tanto elevati da divenire arte, aspetto che tutt'ora perdura ai giorni nostri. Il tappeto persiano è oggi il tappeto fine per eccellenza, quello che per gusto, per impianto decorativo, per ricerca selezionata delle materie prime e per standard di realizzazione è uscito dalla tradizione e dal significato originario del manufatto, prestandosi e aderendo perfettamente ai bisogni e ai gusti occidentali, che già a partire dal XVIII sec. domandavano qualità differenti dai tappeti orientali classici (vedasi l'esperienza dei tappeti annodati occidentali inglesi e francesi).
Principalmente la scuola persiana ebbe modo di svilupparsi in questa nuova direzione grazie a due fattori:
la padronanza della tecnica a nodo asimmetrico (originaria dell'Armenia), e lo sciismo di appartenenza, una corrente islamica che al contrario di quella dei sunniti permetteva la riproduzione nei manufatti, di disegni naturalistici come animali, paesaggi e persone. Tali premesse permisero la realizzazione di tappeti figurati e/o naturalistici (da caccia o a giardino) molto più consoni ai canoni artistici occidentali, e per questo in Europa e in America molto più apprezzati di quelli anatolici che invece erano rimasti fedeli alle tradizioni iconografiche e strutturali. Nel museo iraniano nazionale dei tappeti di Teheran (disegnato nel 1976 da Farah Diba Pahlavi, l'ultima regina dell'Iran) sono esposti un gran numero di esemplari persiani datati dal XVIIIesimo secolo al giorno d'oggi, peraltro poco conosciuti e quasi mai mostrati in documentari e filmati. Accade, che proprio a causa delle poche informazioni che riescono a filtrare dal paese, e all'oggettiva difficoltà di riscontri per mancanza manifesta di turisti (ricordo che l'Iran ha uno scarso appeal turistico, per tanti motivi che non sto ad elencare), su tale museo e sugli esemplari esposti si favoleggi, arrivando a "sparare" qualsiasi sciochhezza, pur poi magari voler vendere degli ordinari tappeti di provenienza iranica. Naturalmente chi è addentro al settore sa benissimo che nel museo di cui sopra non sono assolutamente esposti (contrariamente a quanto sostengono alcuni venditori e televenditori) esemplari di Nain Tabas, o di quegli ordinari Kashan a fondo rosso della fine del XXesimo sec. per quanto questi possano e potrebbero essere fini. Gli esemplari collezionati ed esposti sono infatti tappeti di tutt'altra pasta e di tutt'altra qualità e rarità: extrafini di palazzo o rari esemplari ritrattistici come quello di scia Thamasp qui a lato inserito. Curiosando su youtube, ho trovato un video diviso in due parti, che mostra proprio alcuni di questi esemplari. Il video è probabilmente sfuggito alle maglie della censura del museo e delle autorità, in quanto, videoriprendere e pubblicare gli esemplari senza consenso è vietato e tutti i video amatoriali che nel passato sono stati caricati, sono sempre stati puntualmente fatti disattivare.
Pertanto, finchè questo video resterà online, invito tutti a guardalo e a rifarsi gli occhi. Buona visione!



lunedì 14 giugno 2010

Nuove tendenze

"Barenjager (Hunter Bear)" di Lise Lefebvre (collezione 2009) è un particolare oggetto di arredamento ricavato da un tappeto persiano in lana di area Khorassan a forma di pelle d'orso. Gli occhi sono di vetro, altri inserti sono in legno e plastica.
Lascio ai lettori i loro commenti in proposito.

domenica 13 giugno 2010

Gli uccelli raffigurati nei tappeti

Il simbolo zoomorfo stilizzato o naturalistico più riprodotto nei tappeti orientali è certamente quello ornitologico, nelle sue innumerevoli varianti.
Questo avviene per retaggio risalente ai culti pagani naturalistici e sciamanici, per cui uccelli come il gallo, il passero o il pavone assumevano poteri magici, apotropaici (cioè capaci di allontanare gli influssi maligni) o propiziatori. 
In tutte le religioni antiche, l'uccello è sempre stato considerato l'animale più vicino a Dio, lo si trova nei paganesimi, negli sciamanesimi, e nei monoteismi, (nel Mazdeismo l'uccello era l'emblema di Ahura Mazda, il dio principio del bene), persino nei più stretti (si pensi alla colomba cristiana, e, quanto all'ebraismo, numerosi sono i passi nel vecchio testamento in cui la colomba -intesa come simbolo della volontà divina- viene citata). Nell'Islam sono poi frequenti le raffigurazioni del giardino di Allah con gli uccelli a completamento di un lussurreggiante Eden.
La sacralità degli uccelli scaturiva dal fatto che questi animali, potendo volare, erano considerati i veri e propri intermediari tra cielo e terra, tra umano e divino. Inoltre svolgevano preziosa azione per le società agricole, poiché eliminavano gli animali (topi, formiche, scorpioni) che insidiavano i raccolti.
Tra gli uccelli più rappresentati troviamo l'aquila, simbolo di forza e di regalità, la possiamo riscontrare bicipite, a vortice, stilizzata, ibridata, spesso rappresentata nei tappeti caucasici.
Il pavone simbolo di nobiltà grazie al suo superbo piumaggio, e ritenuto quanto mai adatto sia per celebrare il culto del sole, sia per proteggere dal maleficio grazie al particolare disegno delle penne che sono simili a occhi. L'Islam riprende questi concetti e li ribadisce, con l'assertazione che il grande profeta Maometto prima della creazione era un'entità di luce splendente con le sembianze del pavone.
Il simbolo del gallo, era poi importantissimo secondo la religione Mazdeista, dove secondo tale credo aveva la forza e il potere di scacciare le tenebre e rappresentava pertanto il risveglio delle passioni e della vita. All'animale venivano inoltre attribuiti influssi talismanici, in quanto assiduo cacciatore d'insetti dannosi per l'agricoltura.
Da non dimenticare gli uccelli mitici, come il Simorgh, ampiamente celebrato anche nella letteratura persiana. In grado, come la fenice, di risorgere dalle proprie ceneri (simbolo d'immortalità).
In considerazione dei loro poteri eccezionali, nei tappeti orientali gli uccelli vengono rappresentati uno di seguito all'altro soprattutto lungo la bordura principale, per costituire una specie di catena protettiva che delimita uno spazio benefico, entro cui l'individuo è protetto da ogni influsso maligno. In ogni caso, gli uccelli (specie passeri e pavoni) vengono intesi come simbolo di protezione nei tappeti, anche quando sono presenti nel campo e solo in numero di due, purchè raffrontati l'uno all'altro.

In ricordo di Rubino (il mio canarino e amico), morto inaspettatamente ieri pomeriggio 12 giugno a causa di un malessere fulminante.



Arrivederci Rubino.

venerdì 11 giugno 2010

I tappeti "prossimi antichi"

Il DL 41/95 precedente all'unificazione europea includeva i tappeti nella categoria degli oggetti di antiquariato quando questi avevano più di cento anni (omissis).
Le attuali normative dell'Unione Europea hanno abbassato i requisiti di antichità ed oggi un tappeto può essere considerato antico se ha almeno 60 anni.

Tuttavia, la classificazione e l'inquadramento storico per la determinazione di un periodo di riferimento da attribuire ad un tappeto annodato, è cosa ben più complessa. Mutazioni del contesto sociale e culturale e  trasformazioni del territorio sono succedute in tutta l'Asia, con conseguenti influenze sulle produzioni di tappeti, ma in periodi diversi per ogni paese.

Il tappeto realizzato a cavallo tra l'antico e il recente è per l'appunto quello denominato "vecchio" o più generalmente chiamato "di vecchia lavorazione", e viene inquadrato in un contesto cronostorico differente a seconda delle realtà dalle quali l'esemplare può provenire: Turchia, Caucaso, Persia, Asia.

Principalmente il tappeto di vecchia manifattura rappresenta quell'ultimo periodo storico, dove seppur realizzato per domanda di mercato, esprimeva una tradizione iconografica e tecnica ancora viva, genuina e tradizionale per molti aspetti.

Poichè il tappeto diventa antico (lo diventerà) per definizione per il semplice "scorrere" inesorabile del tempo (anche quelli del 1980 o del 2000) lo diventeranno tra tantissimi anni ......
è giusto considerare che gli esemplari di vecchia manifattura (gli ultimi realizzati ancora secondo alcuni criteri tecnici ed iconografici classici e in contesti socio-storico/geografici ormai superati) saranno oggettivamente i "prossimi antichi" non soltanto per definizione ma per valore qualitativo e storico tradizionale aggiunto.

Oggi un tappeto del 1940 o del 1950, da noi non viene percepito antico, x cui spesso facciamo selezioni sulla base dell'oggi, e del suo contesto di mercato odierno, nelle ovvie difficoltà a valutare/interpretare il futuro. E fa specie considerare che lo stesso Alois Riegl, nel 1891, nel suo "Altorientalische Teppiche" diceva quasi centoventi anni fa dei tappeti che oggi consideriamo "antichi" le stesse cose che tanti oggi dicono o possono dire dei tappeti di vecchia manifattura (che tra l'altro sono ancora oggettivamente abbordabili)

Cito:
“Com’è noto ci si lamenta sempre più di anno in anno del peggioramento dei tappeti di recente produzione in arrivo dall’Oriente, sia per la qualità che per l’aspetto artistico: colori e disegno.”

Conclusione, oggi soprattutto per via della crisi economica e delle pregiudiziali di cui sopra, il tappeto orientale di vecchia manifattura è ancora sottovalutato ed è acquistabile a prezzi relativamente bassi, se raffrontato ai fratelli maggiori dell'800 o del primo decennio del '900.
Ma tra alcune decine di anni? Credo valga la pena pensarci su.