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sabato 28 marzo 2009

Il tappeto ristoro per gli occhi, per i sensi e per l'anima

Senza voler entrare nel merito delle proprietà terapeutiche del tappeto (non a caso il tappeto è nato prima di tutto come oggetto d'uso da quei popoli che necessitavano di isolare la fredda nuda terra dall'ambiente domestico), il tappeto costituisce da millenni elemento di ristoro e di rinfrancamento per gli occhi, per lo spirito, e per i sensi. Lo apprendiamo leggendo uno dei testi più antichi dell'umanità: la Bibbia, dove in Samuele 2 capitolo 17 i tappeti vengono offerti insieme ai letti e alle derrate come elemento importantissimo per il ristoro dalla traversata nel deserto:

Assalonne insegue Davide

Davide era giunto a Macanaim, quando Assalonne passò il Giordano con tutti gli Israeliti. Assalonne aveva posto a capo dell`esercito Amasa invece di Ioab. Amasa era figlio di un uomo chiamato Itrà l`Ismaelita, il quale si era unito a Abigal, figlia di Iesse e sorella di Zeruia, madre di Ioab. Israele e Assalonne si accamparono nel paese di Galaad. 27 Quando Davide fu giunto a Macanaim, Sobi, figlio di Nacàs che era da Rabba, città degli Ammoniti, Machir, figlio di Ammiel da Lodebar, e Barzillai, il Galaadita di Roghelim, portarono letti e tappeti, coppe e vasi di terracotta, grano, orzo, farina, grano arrostito, fave, lenticchie, 29 miele, latte acido e formaggi di pecora e di vacca, per Davide e per la sua gente perché mangiassero; infatti dicevano: "Questa gente ha patito fame, stanchezza e sete nel deserto".

venerdì 27 marzo 2009

Il tempo per fare un tappeto

L'annodatura e il modello di un tappeto sono in diretto rapporto con il tempo che esso ha richiesto per la sua confezione. Un annodato fitto, dal disegno complicato e dai molti colori impiegati ha richiesto il doppio quando non persino il triplo del tempo di un annodato dall'annodatura morbida, dal disegno semplice e/o monocromo. Un'annodatura di media qualità comprende circa 1000 - 1600 nodi per decimetro quadrato, mentre un'annodatura fitta comincia da 2000 - 7000 nodi in su per decimetro quadrato.
Nel caso dei tappeti contemporanei realizzati a scopo decorativo e commerciale, la densità dei nodi equivale pertanto al tempo impiegato da un operaio artigiano e costituisce un parametro importante per la valutazione di un pezzo. Un buon operaio annodatore riesce a fare circa 10mila nodi al giorno e la sua paga è calcolata in base al numero di nodi prodotti, di tipo più o meno fitto. 10mila nodi al giorno equivalgono a 6 decimetri quadrati di tessuto, cioè 60 cm di tappeto alto 10 cm, questo significa che per annodare un tappeto di media qualità e delle dimensioni di 6 metri quadrati occorrono tre mesi di lavoro di un operaio oppure di un mese e mezzo di due persone affiancate.

giovedì 26 marzo 2009

L'Iran non è sabbia e cammelli

La perdita del potere di acquisto, sembra abbia anche comportato una perdita ben più drammatica dell'educazione e del rispetto altrui. Capita infatti sempre più spesso di imbattersi in curiosi personaggi, che una volta entrati nei negozi di tappeti, esprimono nella loro più cieca ignoranza, certezze del tutto infondate sui manufatti esposti, ma anche -e questo è ben più grave- giudizi sui prezzi degli stessi. Sono comportamenti arroganti che lasciano il mercante (anche il più navigato) disorientato e perplesso.
Io che sono persona di vecchio stampo, non sono per nulla abituato ne mai mi abituerò a certune manifestazioni di indelicato rispetto, dove un uomo digiuno in materia, si permette di giudicare "caro" un vecchio kilim Moldavo 300 x 200 proposto a 800 euro, oppure di sostenere che "là la roba non costa nulla perchè la gente lavora per una tazza di riso".
Forse fa comodo pensarlo, ma realtà come l'Iran o la Turchia, ma persino paesi dell'Asia Centrale, non sono più propriamente quei paesi retrogradi fatti di sabbia e cammelli come caratteristicamente e consuetudinamente vengono proposti. Potrà anche non piacere la politica di alcuni paesi, potrà sembrarci lontana mille miglia da quella laica e liberale della nostra Europa, ma ad ognimodo è incontrovertibile che città come Teheran o Istanbul sono città vibranti, cosmopolite, grandi tre o quattro volte Roma ed in continua crescita ed espansione.
In un contesto di questo genere, fabbricare tappeti non è più renumerativo, e pertanto non solo la gente non lavora più per pochi soldi, ma è addirittura lo stato che deve investire o impiegare per far si che quest'arte non finisca persa definitivamente.
A questi signori, sottoprodotto culturale degli squallidi tempi moderni, che stiamo vivendo, dedico questo video, intitolato: "L'Iran non è sabbia e cammelli".
Forse la forza delle immagini potrà aprire gli occhi a chi, un po per ignoranza, un po per interesse personale, vuole continuare a vedere quei popoli come una massa di trogloditi che lavorano per un tozzo di pane.

mercoledì 25 marzo 2009

Quanti sono i tappeti storici?

Quanti sono i tappeti che si possono definire "storici"? E quanti gli antichi? Secondo uno dei maggiori esperti in materia, A. U. Pope il numero potrebbe essere di circa tremila, mentre K. Erdmann sostiene che la cifra va di molto aumentata. Gli antichi secondo Tony Parvizyar sarebbero invece circa diecimila. Le cifre sono relative, perchè "fake" a parte, si tratta comunque di esemplari unici e destinati a scomparire, e questo è sicuramente un aspetto da valutare in un mondo che tiene sempre solo più conto del lato economico delle cose.
Un tappeto antico è ancora, anzi in alcuni casi lo è ancor di più, un bene che mantiene o addirittura aumenta il proprio valore economico, punto.

martedì 24 marzo 2009

Turchi cercano di restituire un tappeto ai greci dopo 80 anni

Commuove la notizia di questi giorni che ruota attorno alla storia di un tappeto anatolico commissionato da una famiglia greca nel lontano 1922.
Ottant'anni fa una famiglia greca aveva commissionato un enorme tappeto di 40 metri quadrati, per la propria casa. Era il 1922, e Smirne, era ancora sotto il controllo della Grecia prima che le truppe turche la riannettessero alla Turchia di Kemal Ataturk, scacciando i greci e costringendoli ad abbandonare tutto quello che avevano. Ekaterini Lazaropoulou, (così si chiamava la donna che commissionò il tappeto), fu costretta ovviamente a scappare insieme agli altri tanti suoi compatrioti e chiaramente non fece in tempo a ritirare il tappeto.
La famiglia turca incaricata a realizzare il manufatto e che ha chiesto al quotidiano Hurriyet di rimanere anonima, ha cercato la donna per decenni, ma senza successo e adesso forse è stata trovata una sede di compromesso. Stando a quanto scrive il quotidiano greco Angelioforos, il tappeto potrebbe essere donato al museo dei rifugiati di Lesbo, dove il ricordo di quello che successe nel 1922 è più vivo che mai.

Notizia tratta e liberamente adattata da http://notizie.virgilio.it/

sabato 21 marzo 2009

Il tappeto di Maometto

E' stato venduto a Doha all'asta di Sotheby's ad un prezzo record (quasi 5,5 milioni di dollari), il famoso tappeto indiano realizzato e commissionato un secolo e mezzo fa per la tomba di Maometto a Medina. Il tappeto, ordinato dall'allora Maharaja di Baroda, nel Gujrat indiano, e' ricamato con un milione e mezzo di perle ed è stato comperato da un anonimo compratore che se lo e' aggiudicato per la cifra di 5,458 milioni. ''Siamo abbastanza soddisfatti dei risultati ottenuti - ha detto il vicepresidente di Sotheby's Europe Lord Poltimore - perchè e' stato molto difficile stimarne il valore, e l'intero dipartimento ci ha messo molto tempo prima di decidere che se ne sarebbe potuto ricavare fino a 5 milioni''.

giovedì 19 marzo 2009

Bugie via etere

Ho avuto la sfortuna di rivedere, dopo tanto tempo, una televendita di una nota ditta che vende tappeti in tv. E' sconcertante vedere come vengono proposti tappeti persiani e indiani, di qualità assolutamente commerciale e contemporanea con aggettivi roboanti e storie assolutamente non realistiche per vestirli di un valore che poi di fatto non ha riscontro neppure nel prezzo finale di vendita da loro proposto (infatti i prezzi sono degni del mercato della frutta). Mostrare Zanjan e Shiraz anni '90, proporli a rate di 15 euro al mese, salvo poi raccontare che sono state utilizzate tinte vegetali e che per farli sono occorsi otto mesi di lavoro, è un insulto all'intelligenza di chiunque. Oggi l'Iran (l'antica Persia) è un paese ricco, sviluppatissmo, dove ritmi frenetici e realtà urbane hanno modificato completamente le abitudini e le esigenze delle persone; chi annoda tappeti è un operaio, e non più un pastore o una nomade a filare e cardare la lana, o a tingerla nei grandi pentoloni con il succo sintetizzato della robbia o della cocciniglia.
E che dire di quelle televisioni che dicono di vendere arte dove presentatori esperti (veri-presunti) propongono degli Herati decorativi di manifattura pakistana fatti ieri o addirittura oggi, chiamandoli Golden o Dorè e asserendo che non si trovano più nel mercato? Le bugie su etere imperversano.

martedì 17 marzo 2009

Piombini nei tappeti turchi

Quando ci si imbatte in un tappeto anatolico è facile ed inevitabile imbattersi nel relativo piombino di autenticità. Si tratta di un sigillo doganale che a seguito di un ordine emanato dal Ministero Turco del commercio l'anno 1926, viene tradizionalmente allegato ad ogni tappeto turco direttamente dal personale del Ministero delle Antichità turco 'AKM' Mudurluge'.
L'ordine emanato -ancora a regime- stabilisce infatti che tutti i tappeti realizzati in Turchia e destinati all'esportazione devono avere un piccolo sigillo, senza il quale non sarà possibile effettuare l'esportazione. Questo avvenne e avviene tutt'ora, per scoraggiare le imitazioni e anche per prevenire operazioni fraudolente nel commercio dei tappeti. L'identificazione di questo classico piombino in un manufatto, può essere pertanto per l'acquirente quell'ulteriore termine di riscontro utile per determinare la reale e diretta provenienza di un tappeto anatolico dalla Turchia.

venerdì 13 marzo 2009

Verneh chiamati Sileh


Per la realizzazione dei sumakh, si sono sviluppate nel corso dei secoli, svariate tecniche, alcune delle quali hanno poi dato origine a specifiche famiglie di tappeti e tessuti piatti ormai riconosciute con il loro termine proprio. Una di queste tipologie sono i Verneh. questo genere di tessuto è prodotto nella regione di Karabagh e reca una ripetizione a formelle del simbolo a "S" (rappresentazione simbolica nella cultura armena del drago). Spesso i Verneh sono il risultato di un patchwork, in quanto le formelle vengono o venivano realizzate in piccoli pezzi successivamente poi assemblate. E' da notare che la tecnica Verneh e i suoi esemplari relativi vengono chiamati dagli studiosi sovietici e particolarmente da Kerimov "Sileh", mentre quelli che qui in occidente chiamiamo Sileh sono all'opposto definiti "Verneh". Questo scambio terminologico è dovuto al banale errore dello Schurmann che è stato il primo divulgatore dell'opera di Kerimov in occidente. Al di là dell'abitudine ormai invalsa, non farebbe male pertanto adottare il termine"Verneh" per i manufatti che ormai erroneamente e abitudinariamente i colleghi chiamano Sileh.

martedì 10 marzo 2009

Etimologia del termine sumakh

Prima ancora che a indicare un generis di tappeto piatto del caucaso, la parola sumakh significa il nome di una tecnica di lavorazione a "trame avvolte". Anche se la lavorazione dei sumakh è sviluppata ormai in quasi tutti i paesi e regioni dove si producono tappeti per tradizione: Turchia, Persia, Kurdistan e Caucaso, si tratta comunque di una lavorazione specifica che personalmente ho motivo di ascrivere nella sua specialità e nei suoi natali all'area della Transcaucasia e non nella Persia. Secondo Hangeldian è proprio il Sumakh che raccoglie lo spirito e il carattere della decorazione del tappeto caucasico; in esso si ritrovano infatti i disegni a draghi, a stelle, a medaglioni, a svastiche, a rombi e losanghe uncinate, a greche "dei cani correnti" o del "cane che corre", ed a onda, a figurine di "X" e ad "S", a rametti, a steli; il tutto racchiuso da cornici che spesso sono il numero di quattro anzichè di tre. I sumakh caucasici provengono dal Daghestan meridionale e dall'Azerbaijian nord-orientale, dai distretti di Kuba, ma soprattutto dai distretti di Shemakka, di cui sumakh è con molta probabilità il nome contratto dall'uso. Va detto però che altri ascrivono tale termine al “sommaco”, varietà arbustiva appartenente alle anacardiacee, da cui si ricavava un colorante rosso brunastro ricco di tannini e del quale si faceva largo uso per la confezione appunto dei sumakh.

lunedì 9 marzo 2009

Riconoscere i tappeti con i piedi

In una ormai famosa trasmissione televisiva di parecchi anni fa -molti se la ricorderanno ancora- uno dei tanti persiani venditori televisivi di tappeti orientali si era esibito in una performance singolare: quella di riconoscere alcuni tappeti, solo palpando coi piedi nudi il loro vello. Ovviamente si trattò di uno show autocelebrativo piuttosto che di una prova di esperienza del persiano in questione, show che oltre tutto non ha sicuramente giovato alla percezione del pubblico di allora verso quest'arte, infatti se fossero sufficienti i piedi per riconoscere un tappeto, divenire esperti di tale materia non sarebbe certamente troppo difficile. Ma il pubblico oggi più smaliziato e anche meno ingenuo, avrà capito sicuramente a distanza di anni che non si può valutare o riconoscere un tappeto con i piedi. Il riconoscere la qualità di un tappeto da un'altra dipende da molti fattori: il disegno, la rasatura del vello, la densità dell'annodato, le cimose e i bordi, ecc ecc, e non è certamente con i piedi che si può stabilire l'incrociarsi di questi parametri di riferimento nell'obbiettiva valutazione di un pezzo soprattutto quando questi è di valore.

domenica 8 marzo 2009

Svendite organizzate

Capiterà sempre più spesso, in questi momenti di crisi vedere negozi di tappeti organizzati nella svendita del proprio magazzino: grandi striscioni, pubblicità di alto impatto, prezzi contraddistinti da improbabili -70% e così via. La necessità di smobilizzare un magazzino e di rispondere ai costi di azienda sono sicuramente una combinazione convincente che può smuovere quindi anche i commercianti più seri e più restii nell'organizzare operazioni commerciali di tal fatta, dove solitamente - questo va detto -ci si disfa sostanzialmente di tappeti imperfetti, o quantomeno commerciali. Quello che forse non tutti sanno invece, è che dalla crisi e dall'inesperienza di alcuni commercianti di questo settore (soprattutto persiani improvvisati e tappezzieri altrettanto improvvisati) sono nate vere e proprie agenzie specializzate nell'organizzare grandi svendite di tappeti. Queste agenzie fanno praticamente di tutto: progettano la vendita e la pubblicità, forniscono venditori e merce per rinfoltire il magazzino dei "tappetai" in crisi. Ovviamente questo non può che dirla lunga sulla qualità della merce e sulla veridicità di certune cifre più vicine agli sconti farlocchi che a reali ribassi. Fortunatamente alcuni commercianti seri si stanno organizzando per riportare un po di chiarezza, e per riregolamentare un mercato ormai da anni sfiancato dagli incompetenti improvvisati e dai commercianti malandrini. Tappetisicuri (iniziativa alla quale aderisco) è sicuramente una di queste realtà che si stanno adoperando per riqualificare il mercato, ma anche Tappetorientale nella sua opera di informazione e la comunità di Infotappeti dimostrano quanto mercanti e appassionati sentano sempre più il bisogno di collaborare tutti insieme per la riqualificazione di questo settore.

mercoledì 4 marzo 2009

Arredare con i tappeti

Uno dei grandi pregi dei tappeti orientali è la loro grande versatilità. Contrariamente alle ricerche dei designer che propongono sempre più spesso ambienti di una sobrietà estetica quasi malsana per il buon vivere di un essere umano (tra l'altro pagata parecchi soldoni), il tappeto orientale costituisce di per sè una facile alternativa per arredare riccamente e in maniera al contempo spartana. I colori e le geometrie spaziano infatti nelle due dimensioni, senza occupare spazi in maniera claustrofobica e senza erigere barriere architettoniche all'interno dell'ambiente domestico che purtroppo è sempre più ristretto. Il tappeto arreda di per se le pareti e i pavimenti, può essere utilizzato come ricco e caratterisctico tendaggio, funge da copridivano, da copritavolo, nelle misure più piccole è un ottimo disimpegno, e regala colori all'ambiente, creando atmosfere esotiche assolutamente uniche. Arredare con i tappeti è senz'altro un'alternativa da prendere in considerazione, che costa anche relativamente poco, basta infatti qualche kilim, un paio di yastik e magari un bel pezzo da salotto e tutto diventa più vivo e più originale, il tutto sempre nell'assoluta necessità di sobrietà, spaziosità e comfort che una casa contemporanea deve saper esprimere, tanto per i suoi abitanti quanto per i visitatori.

lunedì 2 marzo 2009

Appunti sparsi sui tappeti orientali

I più attenti si saranno sicuramente accorti che da qualche giorno la dicitura del blog Tappetorientale è cambiata: non più "il blog dedicato ai tappeti orientali" ma "Appunti sparsi sui tappeti orientali". L'esigenza di ridefinire questo piccolo spazio che è anche una piccola community del tappeto è nata dalla nascita e dalla crescita di altri progetti paralleli e mai antitetici, che certo però, hanno determinato certamente un approccio differente nella scelta degli argomenti. Appunti sparsi quindi, ed è proprio di argomenti sparsi - ma pur sempre inerenti al mondo del tappeto - che in questo articolo di oggi scriverò.

L'addio ad un forum storico

Il mattino del 26 febbraio è mancato Mario Zerbato creatore e amministratore di PoliticaOnLine, famoso spazio di discussione su internet, dove nacque anche il primo forum dedicato ai tappeti orientali. I forum sono stati chiusi compresa la sezione "Il tappeto magico", tutto l'archivio delle discussioni è andato perduto e nulla più è recuperabile, neppure tramite le pagine cache di google. Molti forumisti di Infotappeti erano (o sono stati) forumisti su quel sito, anzi, è stato proprio il forum "Il tappeto magico" che PoliticaOnLine mi aveva gentilmente permesso di creare e gestire a fare da precursore a tutto quello che culturalmente oggi esiste nel web sul mondo dei tappeti. Quando agli inizi contattai diversi portali e comunità per proporre la mia idea per uno spazio di discussione dedicato al mondo del tappeto, tutti mi rispondevano le stesse cose: "troppo di nicchia", "troppo specifico", nessuno voleva credere a questa tematica e questa community. PoliticaOnLine l'ha fatto, dandomi una sezione per trattare questo argomento, fu l'inizio di tutto, perchè senza i successi e la comunità embrionale de "Il tappeto magico" non avrei mai potuto traghettare alcuni amici e appassionati nel progetto molto più grande e coinvolgente di nome Infotappeti. Oggi quel forum non c'è più, ma i ricordi di quella prima esperienza rimangono.

Grazie Mario Zerbato.

Master a Istanbul e Riconoscimenti dal Kapalıçarşı

A giorni partirò per un week end alla volta di Istanbul, dove svolgerò un aggiornamento a un Master sui tappeti turchi, e dove mi verrà consegnato anche un titolo rilasciato dalle autorità del Kapalıçarşı e dal TURIZM SEYAHAT in qualità di esperto in tappeti anatolici. E' l'ulteriore coronamento di un traguardo costellato di piccoli e grandi successi e riconoscimenti personali e pubblici.

La rivoluzione compiuta da questo blog

Solo due anni fa, (al di là del forum "Il tappeto magico") era praticamente impossibile trovare qualcosa di diverso da un semplice sito commerciale sui tappeti orientali. Oggi il mio lavoro (sui vari fronti) associato alla forza comunicazionale di questo grande strumento quale Tappetorientale, ha cambiato questo mondo, atavicamente chiuso. Colleghi mercanti hanno aperto blog sulla falsariga di Tappetorientale, si confrontano, producono informazione, lavorano di comune accordo sul web riconoscendo l'uno all'altro il valore che ognuno offre e può offrire al mondo della tappetologia e al mercato del tappeto. A qualcuno, queste parole potranno sembrare le fantasie di un visionario, ma Infotappeti registra ogni giorno nuovi utenti commercianti che scrivono, e che vogliono colaborare, e che dire poi dell'ambizioso progetto Tappetisicuri (dove ovviamente collaboro) che con le sue idee vuole regolamentare il mercato e offrire informazione, e poi ci sono i siti di coraggiosi colleghi come Perspeolis che hanno fatto del loro sito un patchwork di link e di notizie tratte dai maggiori siti di informazione dedicata ai tappeti tra i quali proprio questo blog ed il suo confratello Tappetimagazine. Insomma, la rivoluzione è cominciata!

Alcuni siti commerciali e culturali, sorti sulla medesima mission di Tappetorientale:

domenica 1 marzo 2009

Kilim Shustar e opere moderne

Con una mostra di Gloria Campriani dal titolo: "Un filo per segno" - Dal tappeto antico all’arte contemporanea, è stato inaugurato ieri il nuovo showroom di Alberto Boralevi, al piano terreno di Palazzo Frescobaldi, in Via Santo Spirito, 11. Quì gli antichi Kilim persiani Shushtar, originari del Khuzestan, sono stati arditamente affiancati alla ricerca di un filo conduttore alle opere contemporanee dell'artista Campriani. Per riattualizzare il tappeto annodato l'antiquario e studioso del tappeto orientale si è dunque affidato all'arte contemporanea. Un filo per segno è stata accompagnata da un video dal titolo “Anche... un nido di rondine è intessuto di fibre e impastato di argilla”, che mostra le tecniche applicate a questo nuovo linguaggio artistico.
Ricerca di similitudini a parer mio troppo forzata, iniziativa se non altro molto di moda, e che cerca di dare una risposta ed una collocazione al disagio del tappeto all'interno della realtà moderna.

Per ulteriori info: http://www.albertoboralevi.com/component/option,com_rsgallery2/Itemid,59/catid,47/lang,italian/