Subscribe:

mercoledì 3 giugno 2009

Ecco quando dietro all'imperfezione decantata si nasconde la piaga dello sfruttamento minorile


Un luogo comune spesso speso dai commercianti per giustificare eventuali imperfezioni riscontrabili in alcune tipologie di tappeti orientali annodati, è quello che l'imperfezione rappresenti garanzia di un lavoro svolto manualmente.
Discorso anche condivisibile quando si tratta di produzioni rurali o nomadiche, siano esse antiche o vecchie, ma da rifiutare categoricamente quando lo si vuole attribuire a tappeti sbilenchi di città o a tappeti rurali o di villaggio comunque contemporanei.
La richiesta del mercato occidentale, l'affinarsi delle tecniche di realizzazione ed il grande apporto del progresso a quest'arte: lane ritorte meccanicamente, telai prefabbricati solidi e stabili, carta millimetrata, un'infinità di tinte ottenute sinteticamente, ecc ecc hanno fatto si che si imponesse sul mercato una generazione di manufatti ormai assolutamente perfetti.
I tappeti sbilenchi contemporanei, ovviamente esistono, ma lo sono solo perchè tappeti difettati, o realizzati da apprendisti o peggio ancora da bambini. Una piaga delle produzioni di seconda e terza scelta provenienti in specialmodo dal Pakistan è infatti il risultato dello sfruttamento minorile. Spesso i tappeti realizzati dai bambini sono proprio quelli più sbilenchi. Vengono realizzati da bambini che non essendo propriamente degli esperti, producono a basso costo manufatti "raffazzonati" o scadenti, che poi vengono immessi nel mercato occidentale come prodotti originali. La consapevolezza di queste dinamiche è senz'altro un'ottima arma per cercare di arginare la piaga infelice del lavoro minorile nei paesi del terzo mondo. Scegliere di acquistare manufatti di prima scelta significa operare una prima selezione del mercato che di fatto inficierà le produzioni basate sullo sfruttamento minorile. A questo proposito, va segnalato il grande lavoro svolto dalla "Rugmark foundation", vera e propria fondazione dedicata alla battaglia allo sfruttamento minorile nel campo della fabbricazione dei tappeti e non solo.

3 commenti:

paolo ha detto...

Confesso che non avevo pensato a questo aspetto.
Come in tutti i settori della nostra vita l'aspetto etico sta prendendo sempre più consistenza ed è sempre più all'attenzione anche del grande pubblico.
Grazie per questo post.

freddy ha detto...

Penso che questo discorso potrebbe essere piu' approfondito, ma i principali interessati sono i venditori di tappeti. Non si puo' chiedere ad un acquirente novizio di verificare l'origine e la qualita': i profani hanno spesso una fiducia MOLTO mal riposta su chi propone loro l'acquisto di annodati. Non li conoscono, si fidano e quindi e' gioco facile spacciare una irregolarita'del manufatto come pregio. L'unica cosa e' quella di proibire l'importazione di annodati sbagliati: ma e'possibile?
Inoltre, ANCHE SE E' TRISTISSIMO CONSTATARLO PURTROPPO, DICO PURTROPPO, i genitori stessi riescono a trovare una piccolissima fonte di guadagno utilizzando tutti i componenti della famiglia nella loro attivita'. Dobbiamo ricordare l'ambiente lavorativo nelle campagne italiane 50/60 anni fa. Pensate che fosse diverso? Mah non so. Altro problema e' il sistema attuato nelle Nazioni che autorizzano l'uso di minori in attivita' lavorative pesanti: i grandi importatori dovrebbero controllare gli stabilimenti ( perche' ormai si tratta proprio di stabilimenti) dove possono verificare le fasi lavorative e punire con multe chi utilizza mano d'opera minorile. Ma penso che questa rimanga un'utopia veramente irrealizzabile. Con molta tristezza Freddy

antonio ha detto...

Ma siete veramente certi che sia così? Ma chi mi garantisce che un tappeto "perfetto" non sia stato annodato da un bambino? Le imperfezioni, anche in manifatture organizzate, spesso sono frutto di lavoro frettoloso per contenere i costi, anche se il manufatto è realizzato da un adulto.
Saluti.