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giovedì 7 febbraio 2008

La struttura del tappeto: le cimose o bordi

Le cimose, che corrispondono agli orli che corrono lungo i lati del tappeto dove non vi è la frangia, sono solitamente costituite da catene di ordito su cui non vengono fissati dei nodi. In generale le cimose si presentano tonde, solo in alcune zone dell'Anatolia, del Caucaso, della Persia e del turkestan occidentale si realizzano cimose piatte. Anch'esse possono costituire un'utile prova per risalire all'origine del manufatto.

Fin quì è stata soddisfatta la parte tecnica, la descrizione dettagliata della fabbricazione manuale di un tappeto. A questo punto non resta che dare "carne" a quanto detto fin'ora, trasformando il linguaggio tecnico a tratti un po ingessato e stuchevole in un documento decisamente più godibile e sintetico di tante parole, ovvero un filmato che mostra la realizzazione di un tappeto turco.

Buona visione.

mercoledì 6 febbraio 2008

La struttura del tappeto: il vello

Il vello è formato dai cappi recisi dei nodi ed è ottenuto durante la fase di rasatura, importantissima per far risaltare con precisione i disegni. Una rasatura poco uniforme o troppo alta può infatti compromettere la nitidezza dell'impianto decorativo, per cui è importante che il vello non sia molto alto, soprattutto negli esemplari riccamente decorati. Per questo, più il tappeto è rasato più è sinonimo di produzione pregiata, più il vello è alto e meno è prezioso il manufatto. Nella manifattura dei Qashqai si segnalano tappeti dal vello lungo, detti Gabbeh, parchi nei decori e realizzati in morbida lana, la fattura di questi tappeti è abbastanza grossolana, specie quelli moderni che presentano tra l'altro una eccessiva rigidità, i prezzi tuttavia sono alti per via delle politiche locali, dove il Governo Persiano ha deciso di tutelarne la produzione con uno speciale progetto che prevede tra l'altro l'utilizzo di colori naturali.
I tappeti di maggior pregio hanno il vello interamente in seta, che conferisce ai disegni e ai colori un particolare effetto cangiante. Superbi sono anche i manufatti persiani dal vello in pregiata lana Kork (lana scelta, tosata direttamente dai colli degli agnellini), scadenti invece sono quelli che si avvalgono di lane grezze e poco morbide o di cotone mercerizzato e cascami in seta. Ci sono poi le lane di cammello e i tappeti annodati in seta artificiale detta anche "seta matta", questi ultimi destinati ad un deterioramento accellerato. L'effetto cangiante si può ottenere anche con lane di buona qualità.

I nodi: Essenzialmente si distinguono due tipi di nodi; quello simmetrico e quello asimmetrico. Nelle antiche e vecchie manifatture il primo, detto anche nodo turco, doppio nodo o ghiordes caratterizzava gli esemplari anatolici, ottomani, caucasici e centroasiatici, mentre il secondo detto anche nodo persiano o senneh era utilizzato per la realizzazione dei tappeti persiani.
Oggi questa distinzione non ha più senso, anche se il nodo asimmetrico è più adatto per riprodurre decori floreali e naturalistici, dal profilo morbido e sinuoso, mentre il simmetrico, molto più largo, viene utilizzato con buoni risultati in iconografie geometriche e ha la prerogativa di essere più resistente. Esistono poi il nodo arabo-spagnolo, eseguito su di una sola catena dell'ordito, e quello detto anche giofti, con i cappi legati a quattro catene. Il nodo ad arco, infine è veloce da realizzare ma poco resistente all'usura, per cui compare su manufatti scadenti che vengono tessuti cercando di risparmiare sui costi di produzione.


martedì 5 febbraio 2008

La struttura del tappeto: frange e testate

Le frange corrispondono alla parte visibile delle catene d'ordito e naturalmente sono molto soggette ad usura. I loro fili possono essere intrecciati o annodati in modo differente a seconda delle diverse zone di produzione, per cui talvolta costituiscono un buon indizio per riconoscere la zona di produzione di un manufatto. Per proteggere i nodi dall'usura e per conferire un profilo dritto ai manufatti, sulle due estremità corrispondenti ai lati minori si tessono fasce a semplici passaggi di trama a vista, alte pochi centimetri, che costituiscono le testate dei tappeti. Talvolta nelle produzioni turkmene queste parti vengono ampliate e decorate con disegni, con la tecnica denominata Sumakh. Superbe e degne di nota sono alcune testate di Tabriz impreziosite da disegni realizzati con la tecnica dell'annodatura che spiccano a rilievo sul fondo, secondo il procedimento detto suf.


lunedì 4 febbraio 2008

La struttura del tappeto: la trama

Attraverso l'ordito si fa passare la trama e questa struttura serve anche a reggere i nodi. A opera finita essa non si deve vedere sul dritto, per cui è preferibile nasconderla sotto un vello piuttosto alto. Passaggi di trama non ben ribattuti permettono di velocizzare i tempi di lavorazione, ma danno un manufatto poco resistente all'usura, sul quale con il passar del tempo i nodi avranno una scarissima tenuta. La trama si può realizzare in lana o cotone, anche la seta è un ottimo materiale, ma in genere la si utilizza solo per esemplari di pregio.
In alcune aree del Beluchestan, del Kurdistan, dell'Hamedan, del Bakhtiari, del Caucaso, dell'India e del Pakistan si ricorre a un unico passaggio di trama che attraversa alternativamente l'orditura da sotto a sopra dopo ogni fila di nodi. Si può riconoscere tale tipo di trama singola perchè al rovescio del manufatto compaiono dei puntini bianchi, che corrispondono alle parti delle catene d'ordito non ricoperte dalla trama. Nelle manifatture persiane di Kerman e di Bigiar si usa invece la più complessa tramatura doppia che, passando due volte sull'ordito, ricopre al rovescio ogni parte dei suoi fili.
La tecnica più raffinata è quella detta lul baft, che viene utilizzata per la maggior parte dei tappeti persiani. La lul baft richiede operazioni piuttosto complesse, che attraverso una forte tensione devono suddividere in due livelli i fili dell'ordito, per poterne poi nascondere uno tra il vello, ma garantisce un'ottima resistenza al tappeto ed è quanto mai adatta per far risaltare ogni suo particolrae decorativo. Un manufatto eseguito secondo questa modalità si distingue perchè sul rovescio compaiono delle scanalature e i nodi di ogni centimetro quadrato sono equivalenti sia in lunghezza che in larghezza.

domenica 3 febbraio 2008

La struttura del tappeto: l'ordito

Nella struttura del tappeto l'ordito è la parte portante dell'armatura, una sorta di scheletro che deve essere realizzato con una precisione assoluta, in maniera da evitare difetti a opera finita, come imbarcature e gobbe. I materiali impiegati possono essere svariati, ma indubbiamente seta e cotone costituiscono la scelta migliore, in quanto adatti a sopportare forti trazioni. La seta ovviamente è molto costosa, specie nel caso della Persia, dove non vi è produzione locale e si è quindi costretti ad importarla da Cina e India; per questo è riservata solo solo ai tappeti di notevole pregio. La lana invece è molto utilizzata dalle popolazioni nomadi, ma non consente a causa della sua grossolanità, particolari finezze, per questo i cosidetti manufatti "tribali" presentano forme pregevolmente irregolari. Inadatto invece è il rayon, particolramente soggetto infatti alla dilatazione termica.
Come si costituisce l'ordito: Per costituire l'ordito si tendono i filati su "subbi" secondo un andamento equidistante; ognuno di essi costituisce così una catena che a tappeto finito termina nei singoli fili della frangia. L'operazione ha inizio dalla mezzeria della struttura e prevede una distribuzione di gruppi di fili a distanza di 7 cm circa, che corrisponde a un'unità di misura detta radj.Talvolta i fili che segnano i diversi radj (detti haft rangh) hanno colori differenti, e tale espediente rende molto vivace la policromia delle frange. Un tappeto pregiato ha sempre un elevato numero di catene di ordito, talvolta anche trenta ogni centimetro quadrato. Per una buona qualità del manufatto è comunque sempre preferibile che le catene siano il doppio dei nodi.

(Liberamente adattato da "TAPPETI" De Agostini)















sabato 2 febbraio 2008

La struttura del tappeto orientale annodato

Quando su un ordito di fili o catene longitudinali, sul quale viene tessuta una trama di fili trasversali, si serrano, tra un filo o più della trama, dei nodi, si ha il tappeto annodato. Questa semplice definizione non deve trarre in inganno circa la complessità del confezionamento di un tappeto orientale. I tappeti, hanno spesso raggiunto il livello di veri e propri capolavori artistici, mostrando quella perfezione tecnica, che è la quintessenza di ogni arte. Per comprendere le difficoltà che incontrano gli anonimi artigiani (rarissime le eccezioni di maestri ustad che firmano il tappeto) nello svolgere il loro lavoro e per capire l'essenza stessa di un tappeto al di là di quell'impressione emotiva che la semplice vista di un'opera d'arte può provocare in noi, è fondamentale procedere con un'analisi dei vari elementi che compongono la procedura di confezionamento del manufatto.
Sostanzialmente un tappeto è costituito da 5 elementi fondamentali:
  1. L'ordito
  2. La trama
  3. Frange e testate
  4. Il vello
  5. Le cimose

venerdì 1 febbraio 2008

Differenze tra Tappeti annodati, Kilim e Sumak

Per apprezzare pienamente il manufatto "tappeto" nella sua filosofia e nel suo valore storico artistico e patrimoniale che esso rappresenta è peculiare per chiunque "consapevolizzarsi" di come questi "manufatti perfetti" vengono annodati.
Prima di entrare nel merito della struttura intima e del metodo di confezionamento del tappeto annodato orientale (lo faremo in seguito), è bene prima fare qualche distinguo con gli altri due esponenti della grande famiglia dei tessuti orientali che alcune volte vengono genericamente e semplificatamente chiamati anch'essi"tappeti".
Iniziamo col definire cos'è un Tappeto Orientale.
Il tappeto è un tessuto, ottenuto con una manuale lavorazione a nodi, l'insieme di questi costituisce un vello che nasconde la struttura portante: l'armatura. Questa a sua volta è costituita dalla griglia formata dall'intreccio di fili orizzontali (la trama) con altri verticali (l'ordito).
Altri tessuti (non meno importanti) ma che non sono propriamente tappeti, sono i cosidetti tessuti o tappeti piatti, conosciuti con il nome di Kilim e Sumak, i primi sono senz'altro quanto di più vicino alla più primitiva forma del tappeto orientale confezionata nella storia dell'uomo.
Il Kilim è un tessuto manuale, molto semplice ma particolarmente robusto, ottenuto con lavorazione su telai, si può ipotizzare che tessuti e kilim siano stati inventati contemporanemante. Il Sumak è il risultato di una lavorazione superiore, eseguita a trame avvolte, simile al mezzo punto e che conferisce al tappeto un particolare effetto a rilievo sulla struttura, una sorta di Kilim ricamato. i Kilim spesso non hanno un rovescio, mentre i Sumak hanno un dritto ed un rovescio, grazie a quest'ultimo i Sumak si presentano a differenza dei Kilim come tessuti decisamente più stabili.

Nella foto sottostante sono raffigurati i particolari di un tappeto (modello 1) e di un kilim (modello 2). Cliccate sopra l'immagine per ingrandirli, ravviserete immediatamente la differenza costitutiva tra le due lavorazioni. Questo è senz'altro il primo passo per orientarsi nel lungo ed intricato cammino della conoscenza del settore.