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mercoledì 5 marzo 2008

Materie prime - La lana

La lana ovina è indubbiamente la materia prima più utilizzata per realizzare manufatti annodati. Saperla scegliere e lavorare risulta importantissimo perchè la qualità del filato incide sulla morbidezza e sulla resistenza del tappeto ed è determinante anche per far risaltare la lucentezza dei colori e i particolari dei disegni. Per questo non sono di gran pregio i manufatti realizzati con lana di capra e di cammello, che sono piuttosto ruvidi e poco luminosi.
Non tutte le pecore offrono materie prime di qualità; solo alcune razze, infatti si distinguono per il loro vello particolarmente morbido e adatto ad assorbire il colore, anche grazie ad un'alimentazione molto controllata. E' sempre preferibile utilizzare ovini con un vello non troppo arricciato, perchè per allisciare i filati è spesso necessario trattarli con sostanze artificiali che possono alterare la loro resistenza. E' importante inoltre effettuare la tosatura in precisi momenti dell'anno: meglio in primavera o alla fine dell'estate, ricordando che la lana più pregiata si ricava dalla spalla, dal sottogola e dal dorso. Il vello degli agnellini di 8 - 12 mesi fornisce una materia prima di eccezionale qualità, la lana kork ad esempio viene scelta tra la parte migliore della tosatura del dorso d'agnello, d'età compresa tra gli otto e quattordici mesi, di razze bianche diffuse nella regione di Khorassan e poche altre regioni persiane. Il vello degli agnellini di 8 - 12 mesi fornisce una materia prima di ottima qualità, con una consistenza quasi serica.
Una volta tosata la lana viene sottoposta al lavaggio, necessario per togliere tutte le impurità e per sgrassarla. gli artigiani più esperti sanno però che il trattamento non dev'esser troppo radicale, perchè una giusta percentuale di grasso rende i filati particolarmente morbidi.
Una volta lavata, la lana viene asciugata con cura, possibilmente tramite esposizione al sole per renderla più vaporosa, viene quindi poi cardata e filata. Nelle manifatture contemporanee è più facile che quest'ultima operazione sia compiuta meccanicamente, anche se la filatura a mano è ancora la migliore, in quanto consente di eliminare ogni irregolarità della fibra, rendendola molto compatta e adatta ad ogni tipo di lavorazione.

Una curiosità: l'analisi della modalità di filatura della lana può permettere talvolta di identificare la zona di provenienza di un tappeto, in alcune zone la torsione del filato è sempre in senso orario (torsione a Z) in altre regioni invece viene effettuata in senso antiorario (torsione a S), il numero dei fili a "S" e a "Z" ritorti insieme possono talvolta rivelare persino la città in cui l'esemplare è stato eseguito.


1 commenti:

antonio ha detto...

A proposito di lana, volevo correggere la diffusa credenza che i Kashan definiti “Manchester” furono realizzati con lane australiane: non è così. “Merinos delaine” (merino da lana), sono chiamate tutte le razze ovine da lana aventi lo spessore della fibra estremamente fine, quindi molto adatte alla realizzazione di lane da tessitura. In Spagna, sin dall’epoca della dominazione romana, erano presenti ovini con queste caratteristiche. Per secoli, l’uso di queste lane fu assolutamente riservato ai nobili ed al clero spagnolo e, per coloro che abusivamente esportavano queste pecore, era previsto il patibolo. Nel settecento il commercio di queste razze ovine fu liberalizzato e, ben presto, si diffusero in tutto il mondo: grazie soprattutto alla colonizzazione dell’America, dell’Australia e Nuova Zelanda, del Sud Africa. In Inghilterra giunsero alla fine del 1700 ed è da la, Manchester per l’appunto, che le lane merinos, già preparate e tinte, giunsero in Persia per essere usate nella tessitura di stoffe d’alta qualità e poi, conseguentemente alla crisi della tessitura, per i tappeti. Dire che furono lane portate dall’Australia non è esatto. Un saluto