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mercoledì 30 aprile 2008

Lettere a "Tappetorientale": Affermazioni televisive

Un lettore mi ha scritto:

Caro Alberto, volevo segnalarti una "strana" affermazione fatta da un noto esperto di annodati, nonché perito CEE e di Tribunale, che presentando un tappeto di manifattura tedesca, di cui sinceramente ne ignoravo l'esistenza, lo ha definito « a pelo e non tipo kilim, come i tappeti francesi ed inglesi ». A me risulta che i "Savonnerie" ed una parte della produzione "Aubusson", che solo dal XVIII° secolo realizzo tappeti con tecnica ad "arazzo"(non a kilim), e la stragrande maggioranza della produzione inglese, escluse quelle a piccolo punto ed uncinetto, sono tappeti annodati, spesso definiti "alla turca", mi chiedo: ma prestano attenzione a ciò che si dice, o va tutto bene, tanto nessuno capisce! Comunque, quel tappeto tedesco era veramente particolare. Il presentatore, lo ha descritto come realizzato da una manifattura definita "haken" (uncino) che ha operato tra la seconda parte dell'ottocento e i primi anni del novecento. Il nodo descritto, definito "a riccio", mi è parso di capire sia simile a quello attualmente usato a Kirman per prodotti di qualità corrente. Il disegno, per quanto ricordo, è ispirato dal famoso tappeto a vasi "Figdor", collezione Thyssen-Bornemisza, anche se meno fluido e più rigido.
Un saluto. Antonio

Risposta

Caro Antonio, non so chi sia l'esperto in questione, ne mi interessa saperlo. Credo e spero (visto che si tratta -a quanto dici tu- anche di un perito di tribunale) che si tratti di un lapsus, poichè i particolarissimi tappeti europei erano così simili originariamente a quelli orientali (non solo nel nodo) che i primi esemplari annodati in Francia nel 1600 venivano denominati tappeti "dits de Turquie" oppure "à la facon de Perse et du Levant". I primi tappeti annodati in Inghilterra creati sotto Enrico VIII ripetono dapprima i motivi anatolici e sono eseguiti con nodo turco, ma ben presto risentono influenze più prossime ed alcuni imitano modelli francesi o spagnoli, talvolta eseguiti con nodo arabo-spagnolo, ma rimanendo sempre chiaramente tappeti annodati. Tappeti che piatti non erano, ma che presentavano una lavorazione di piccolo punto erano quelli di una certa manifattura francese di Aubusson, esistevano anche lavori all'uncinetto e la meravigliosa arte dell'arazzo. Tuttavia l'arte del tappeto annodato rimase ben viva nei paesi occidentali almeno fino a metà dell'800, esemplari e cronache storiche a supporto di questa incontrovertibile verità sono innumerevoli: basti pensare ad alcuni noti Savonnerie con l'effige di Napoleone, ai tappeti di Versailles, a quelli inglesi della collezione Mayorcas o dei musei di Londra o a quelli del collegio Pembroke di Cambridge . Sotto il regno di Elisabetta I, Morgan Hublethorn fu mandato in Persia per studiare e osservare la confezione e la colorazione dei tappeti che poi in Inghilterra dovevano venire replicati nella loro tecnica di esecuzione, e nel 1755 Thomas Witty, proprio uno degli artigiani premiati dalla società "Royal Society of Arts", costruiva sul fiume Axe una piccola manifattura di tappeti annodati destinata a passare alla storia col nome di Axminster. Potrei continuare ad elencare nomi, date, manifatture e cronistorie, ma è un argomento -le manifatture europee- che cercherò di trattare singolarmente, una ad una, magari dedicando un articolo alla settimana, senza così correre il rischio di apparire troppo prolisso in un unico contesto. Del resto è solo quando sono a piccole dosi che le informazioni vengono assorbite con una certa facilità, e lo scopo di questo blog è proprio quello di "attrezzare" l'utente e l'appassionato di quelle nozioni indispensabili per un acquisto consapevole.
Un' ultima cosa mi preme sostenere: anche in questo caso è stato dimostrato quanto sia necessario adoperarsi (in qualità di acquirente) nella ricerca di informazioni e comparazioni, senza fermarsi al primo esperto o venditore. Gli strumenti oggi, rispetto a 30-40 anni fa ci sono tutti: dalle pubblicazioni ai siti internet, sta all'acquirente informarsi e controllare le fonti.
Un saluto

1 commenti:

antonio ha detto...

Alberto, la tua risposta mi conforta perchè coincide con quanto, da subito, avevo meditato all'ascolto della presentazione. Anch'io spero ed auspico in un refuso del presentatore, che stimo come persona preparata. Un ringraziamento ed un saluto.