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mercoledì 14 maggio 2008

Il tappeto museale della settimana


Un raro tappeto mamelucco -un tesoro che consiglio a tutti di andare a vedere- è esposto presso il Museo Civico di S. Gimignano a Siena.
Si tratta di un tappeto a forma di croce, fabbricato per essere usato come "copritavolo". I suoi lembi laterali sono strutturati in modo da simulare due tappeti che si incrociano sotto ad un terzo centrale. La parte centrale, quella usata per ricoprire il piano del tavolo ha un medaglione circolare centrale; agli angoli vi sono abbozzate piccole porzioni di medaglioni. Il campo del tappeto è ricoperto da un fitto disegno floreale con tralci e fiori più grandi. Le quattro balze laterali hanno il disegno di una cornice con ampie bordature, mentre il campo dei tappeti che si incrociano è caratterizzato da un ordinato motivo floreale. A metà del lato corto di ciascuna delle quattro balze vi è uno stemma nobiliare non identificato con certezza. L'ampia fascia al centro della cornice ha un motivo floreale di ampio respiro, mentre i bordi hanno un disegno ondulato con minuti elementi sempre floreali.

Dati del tappeto:

Esposto presso: Museo Civico S. Gimignano - Siena
Qualità: Tappeto Mamelucco
Provenienza: Cairo - Egitto
Datazione: XVI - XVII secolo
Ordito: Lana
Trama: Lana
Vello: Lana
Nodo: Asimmetrico o Senneh
Densità nodi: 1600 nodi/dmq
Impianto: Tappeto a motivo floreale
Dimensioni: 230 x260 cm
Colori principali: Rosso, blu, verde, giallo, nero, marrone.

Storia del tappeto:

Il tappeto sarebbe appartenuto a Cesare Borgia che lo avrebbe ricevuto in dono da Paolo Orsini , al quale lo avrebbe regalato lo zio Cardinale. Nel 1502 il Valentino si recò a Senigallia per celebrare la sottomissione di capitani ribelli tra i quali appunto l'Orsini. Il borgia accettò i doni e fece uccidere i portatori, comportamento che disgustò Nicolò Macchiavelli, che era al seguito del Valentino e prese congedo. Borgia offrì del denaro a Macchiavelli, che lo rifiutò, e il tappeto, che venne accettato. Quando Macchiavelli fu mandato da Firenze a San Gimignano (Siena), portò con sè il tappeto e ve lo lasciò come dono per un'amica o come saldo di un debito. Il tappeto è ora di proprietà comunale.

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