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mercoledì 11 giugno 2008

Il tappeto museale della settimana



Il tappeto museale sicuramente più interessante in quanto anche il più antico del mondo è il Pazyryk, che si trova in Russia, nel museo dell'Hermitage a San Pietroburgo.
Si tratta di un tappeto di finissima fattura rinvenuto durante una spedizione archeologica russa in una tomba nella Mongolia nordoccidentale e che fu trovato in uno stato di quasi perfetta conservazione grazie al permafrost che lo ricopriva.
Il tappeto presenta un fitta annodatura di 3600 nodi simmetrici per decimetro quadrato, ha disegni complessi, valorizzati da una straordinaria policromia, con prevalenza del rosso, del verde pallido e dell'avorio e di un delicatissimo arancio. La forma è quasi quadrata 200 x 183, al centro del campo propone un susseguirsi di 24 formelle con foglie lanceolate disposte a croce e piccoli boccioli. Tutt'intorno corrono cinque cornici, di cui la principale esterna riproduce una processione di guerrieri a cavallo o al fianco del proprio destriero. Tutte le altre bordure riprendono i motivi del campo con decori ispirati alla stilizzazione di animali tra essi: cervi e grifoni che presso gli Sciiti erano legati al culto dei morti.

Dati del tappeto:

Esposto presso: Museo dell'Hermitage - San Pietroburgo (Russia)
Qualità: Tappeto persiano achemenide o urarteo armeno
Provenienza: Mongolia - Altaj
Datazione: V° secolo a.C
Ordito: Lana
Trama: Lana
Vello: Lana
Nodo: Simmetrico o anche detto ghiordes
Densità nodi: 3600 nodi/dmq
Impianto: Tappeto a motivo naturalistico
Dimensioni: 200 x 183 cm
Colori principali: Rosso, verde pallido, avorio, arancio, porpora

Storia del tappeto:

Considerando sia alcune pagine delle Storie di Erodoto, dove l'autore greco descrive con minuzia di particolari la liturgia funebre degli Sciti, che celebravano la morte di un nobile guerriero con una serie di riti complessi, sia il luogo del ritrovamento del tappeto (un tumulo), il Pazyryk è con molta probabilità una rappresentazione iconografica del rito funebre di un grande signore scita. Secondo Erodoto, dopo aver imbalsamato la salma, la si faceva sfilare per 40 giorni nel suo territorio e quindi la si inumava insieme al carro al cavallo e ai corpi della moglie e della sua concubina. Ma il solene rituale non si concludeva quì poichè un anno dopo venivano sacrificati 50 cavalieri appartenuti al seguito del defunto e le loro salme erano poste all'ingresso della sepoltura per vegliare sul riposo del loro capo. Tutti gli oggetti che furono rinvenuti nella tomba del Pazyryk sembrano confermare il racconto dello storico greco e gli stessi decori della cornice coi suoi solenni soldati a cavallo, quasi descrivono il medesimo momento del sacrificio dei cavalieri.Gli studiosi sono concordi nell'affermare che un capolavoro di simil perizia non possa essere attribuito solo all'estro degli Sciti, ma abbia richiesto l'apporto di tecniche sviluppate di altre culture. Rudenko riteneva che il Pazyryk fosse stato eseguito da tessitori persiani del periodo achemenide, ma la tesi non convince alcuni studiosi, i quali sostengono che il tappeto fu eseguito avvalendosi del contributo dell'evoluta civilità degli Urartei fiorita in Armenia. Presso tale popolo, infatti la tessitura era quanto mai evoluta, come confermano sia gli scritti dello storico greco Strabone, sia il rinvenimento di telai e frammenti di manufatti. Inoltre proprio nel regno di Urartu si usava estrarre il colore porpora della cocciniglia, tinta che compare con abbondanza nel reperto di Pazyryk.

1 commenti:

antonio ha detto...

Penso che chiunque abbia un minimo interesse nel tappeto non può che restare stregato dal “Pazyryk”. Tanto si è scritto su questo basilare annodato; questo ha anche creato molta confusione ed aspettative su “Chi”, 2500 anni fa, annodò l’esemplare. In un'altra tomba vicina, fu anche ritrovato un pezzo di annodato ancora più antico, anch’esso di fine e pregiata manifattura. Personalmente non sono così desideroso di sapere chi l’annodò; di fatto, questi preziosi ritrovamenti ci dicono quanto, già a quell’epoca, la tecnica e la capacità di questi popoli fosse sviluppata. Come già detto in passato, vedere il Pazyryk non è semplice, visto che anche il personale del Ermitage non sa dove sia allocato. Un saluto.