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giovedì 16 ottobre 2008

Turcomania

Da un po di tempo a questa parte non è difficile rilevare una certa attenzione del mercato verso il tappeto turco. La spiegazione è purtroppo semplice: dopo aver letteralmente saturato il mercato di tappeti persiani,(che più nessuno vuole) ecco che i teleimbonitori e pure i tappetari "riscoprono" candidamente il tappeto turco che invece c'è sempre stato e che loro avevano sempre snobbato.
La riprova l'ho avuta ieri, sfogliando la televisione e assistendo all'ennesima televendita creativa (questa volta da parte di una ditta mai sentita fin'ora) dove venivano proposti tappeti anatolici come acqua. Se i prezzi potevano anche essere giusti (io li vendo anche qualcosa di meno) quello che lasciava sorpresi erano le affermazioni con le quali si tentava di "piazzare" il tappeto. Vecchi Canakkale chiamati "antichi Pergamo", sumak anatolici contemporanei in seta chiamati antichi sumak arka, ecc ecc, il tutto condito con termini roboanti che richiamavano all'affare e all'investimento.
Ho sempre stimato il tappeto turco, perchè anche se mutato negli anni strutturalmente (colori chimici, cotoni mercerizzati, cascami di seta, ecc) i disegni e le iconografie rimanevano quelle di sempre, rivelando una così salda e fiera identità artistica che in manifatture come quelle persiane era impossibile ritrovare. Per il turco infatti il tappeto è la bandiera, e la bandiera non cambia, resta sempre quella, piuttosto si cade in piedi, ma non ci si piega, questa era la filosofia di intere popolazioni che pedantemente riproducevano da secoli sempre gli stessi decori (meglio ancora se a memoria). Oggi dopo aver rovinato l'identità e la reputazione dei tappeti persiani e poi indo/pakistani, le esigenze di azienda gettano l'anatolico nel tritacarne del consumismo, proponendo manifatture buone ma anche scadenti, un nuovo filone/calderone merceologico dove si vende di tutto, raccontando anche delle storie e rischiando così di rovinare anche la reputazione di questo particolarissimo generis. Tutto questo non può che provocare in me disgusto e totale disapprovazione. Ho fatto nella mia vita del tappeto anatolico la mia specializzazione, ho creduto sempre nel tappeto anatolico, anche quando questi signori anteponevano il tappeto persiano a qualsiasi altro, creando così una domanda interna indotta assolutamente disconnessa con la realtà. Oggi tutti hanno riscoperto una tipologia che fino a ieri avevano snobbato, eppure 20 o 30 anni fa i vecchi e antichi tappeti turchi esistevano già, anzi il parco tappeti anatolico era senz'altro migliore di oggi. Questo semplice ragionamento dovrebbe già far comprendere la differenza abissale tra chi vende per vendere e chi vende per passione.

3 commenti:

paolo ha detto...

Caro Alberto
Quando ho iniziato ad accostarmi al mondo del tappeto, il tappeto anatolico era scarsamente presente, sia nelle televendite sia nelle gallerie. E' probabile che questo avvenisse per privilegiae il tappeto persinao, come tu hai ben sottolineato.
Forse anche per questo ho fatto una grande fatica a imparare a riconoscere almeno le provenienze principali degli anatolici e ho provato inizialmente poco amore per tali tappeti.
Oggi direi che la situazione è cambiata di poco: solo qualche vecchio nelle televendite, rari o assenti gli antichi, e presenza nelle gallerie degli autentici appassionati.
Però oggi ho imparato ad amare anche questa tipologia (ho un Kirshehir, un Ladik e un Melas), che mi porta agli stilemi più arcaici del tappeto.
E sono pentito di non averli amati prima, perchè ho la sensazione che i pezzi più belli abbiano delle quotazioni ormai ben al di là delle mie limitatissime possibilità.
Un caro saluto a tutti.

antonio ha detto...

Una parte del "dimenticatoio" in cui sono caduti gli anatolici è anche a causa, sembra un paradosso,del successo degli Hereke. Ho sentito spesso i paragoni, fatti da persone certamente non iniziate al tappeto, fra un "ruspante,sincero, economico" tappeto turco, ed un "rutilante, magnifico, carissimo" tappeto di Hereke. Il primo, non poteva che soccombere davanti al secondo per gli occhi di chi della sua storia ignorava tutto. Poi subentrano anche opportunità commerciali, colorazioni a volte non felici, annodature non sempre di prima qualità. Certo che il fascino di certi anatolici anni 50/70, lasciamo stare gli ante 1920, era di grande livello. Oggi il "fascino" è cosa rara, anche quello dei televenditori. Saluti.

freddy ha detto...

Amici miei ricordiamo sempre che il commercio ha imposto certe regole: contava solo il tappeto persiano perche' le manifatture persiane avevano invaso il mondo. Il guadagno ha imposto di vendere il NOME e, spesso, non qualita' e storia. Ora i magazzini straboccano di merce scadentissima, non la vuole piu' nessuno ed allora vai con l'anatolico. Chiediamoci una cosa vengono fatti ancora in Turchia? Oppure come per i persiani
ci sono manifatture esterne come Pakistan,India o Cina? Ciao Freddy

P.S. Antonio ciao ti ho risposto sul blog riguardante il Tappeto nel Cristianesimo. Salutoni