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sabato 7 febbraio 2009

Le manifatture caucasiche e la loro contaminazione persiana

L'arte dell'annodatura nel caucaso vanta una storia antichissima al punto che secondo alcune teorie lo stesso tappeto Pazyryk potrebbe avere origini caucasiche. Tuttavia il tappeto tipico del caucaso è sicuramente il Kazak: tappeto robusto e dai colori sgargianti dal valore talismanico, realizzato a scopo d'uso ed espressione artigianale prima ancora che artistica, tipica di quelle popolazioni di montagna, che provenienti dall'Asia centrale e poi stabilitesi lungo la dorsale caucasica hanno proseguito a tessere tappeti allo scopo principe di ripararsi dal freddo e di adornare la tenda e di proteggerla dagli "spiriti maligni".
Manufatti imperfetti quindi, realizzati a memoria su telai "improvvisati", dal nodo grossolano e confezionati con le lane locali. Daccordo, ma esistono anche gli Shirvan, i tappeti di Baku e alcuni Daghestan che ben differiscono da un Kazak direte voi. Certo anche loro sono tappeti caucasici, ma è sufficiente guardarli nel loro insieme per comprendere quanto questo genere di manifatture di città risentano tradizionalmente o addirittura debbano i loro natali al mecenatismo persiano, che per tradizione e per evoluzione è sempre stato sicuramente più attento alle simmetrie, alla finezza del punto e alla perfezione iconografica degli impianti. Furono infatti proprio i conquistatori safavidi a promuovere nel territorio caucasico con lo Sha'Abbas la fondazione di prestigiose manifatture, grazie alle quali anche i tessitori locali poterono poi apprendere i segreti e perfezionare le tecniche, facendo fiorire così conseguentemente la tradizione tessile a livelo artistico e successivamente commerciale anche presso i gruppi nomadi e nei villaggi. L'invasione persiana fece dunque da motore e da agente contaminante all'evoluzione di un'arte che altrimenti nel caucaso sarebbe rimasta ferma nella sua semplicità e nella sua essenzialità. Certo al giudizio di un purista come il sottoscritto e di altri stimati colleghi e appassionati, e sempre più entusiasmante guardare un genuino e vecchio Kazak grezzo e grossolano di villaggio piuttosto che un Chi-chi o uno Shirvan dall'annodatura fittissima ma uguale a tanti altri che già nell'800 erano stati realizzati per essere venduti. Ma è pur sempre vero che il tappeto caucasico rappresenta in questi esemplari di fine e pregiata fattura, quell'alternativa che un tappeto grezzo di montagna è potuto divenire grazie alle contaminazioni culturali ed artistiche di una popolazione ariana (quella persiana) che per similitudine ed ereditarietà a noi occidentali ci ha regalato manifatture sicuramente più inclini al gusto dell'arte europea.

2 commenti:

antonio ha detto...

Oggi, con alcuni amici, siamo stati a far visita ad una negoziante di antichi tappeti; persona di grande gentilezza e conoscenza. Abbiamo visto un Karabagh da 3,70x1,50 fantastico dove, al centro del campo delimitato da medaglioni di tipo Lenkoran, troneggiava un medaglione di chiarissima estrazione curda, visibile ad esempio nei Bijar. Chiaro esempio di contaminazione.
Buona serata.

freddy ha detto...

Proprio per questa sua robusta e un po grossolana fattura, il tappeto Kazak ha iniziato solo da pochi anni il suo successo in Italia. Mia zia che vive a Londra , considerava il tappeto Kazak fra i piu interessanti, come la maggior parte degli amanti del tappeto in Inghilterra e soprattutto Germania, gia dagli anni 60. In Italia si e' sempre piu pensato all'eleganza e alla raffinatezza del tappeto piuttosto che alla storia e tradizione tribale tipica degli antichi abitanti del Caucaso: sembra che da qualche tempo si stia cambiando idea. Freddy