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lunedì 14 settembre 2009

Kazak non propriamente caucasici

Quello che si manifatturava nel caucaso per uso locale (sopratutto i kazak) e che nel mercato occidentale era per questo sconosciuto (quando non opportunatamente evitato), continua tutt'oggi nel contemporaneo ad essere sinonimo di produzione limitata, questa volta però a causa della trasformazione del territorio e delle genti che lo abitano. Il Caucaso che è sicuramente un serbatoio di popoli ancora poco stabilizzato, rappresenta infatti -tutt'ora come ieri- una varietà di realtà dove però tradizioni come il nomadismo e l'annodatura dei tappeti (fatto salvo per le poche manifatture organizzate) sono definitivamente scomparse. Al centro di un forte impulso allo sviluppo, che determina un conseguente rincaro del costo della vita, la quasi totalità dei lavoratori di queste aree è passata (nell'ambito di un processo velocissimo) dalle campagne e dalle esperienze di un lavoro in proprio al comparto siderurgico e metallurgico nonchè nell'indotto degli oleodotti e dei gasdotti russi. Per contrasto a questo sviluppo "turbocapitalistico" alcune realtà vivono invece una condizione di neocolonialismo, dove la miseria delle genti locali, lasciate nell'indigenza e nell'impossibilità di aspirare ad una condizione migliore si mescola alle spinte del separatismo e del fondamentalismo islamico, creando così, in casi come la Cecenia un humus relativamente avverso allo sviluppo economico e alla stabilità dell'area e quindi anche all'impianto e al commercio di manifatture tessili. Per una ragione quanto per l'altra non ci si deve pertanto sorprendere nell'apprendere che di fatto (ad eccezione delle produzioni organizzate Azerbaijane e Armene) i migliori tappeti contemporanei caucasici vengono oggi prodotti anzichè nel Caucaso, nella vicina Turchia e/o in Pakistan.
Scartando a priori quelli fatti in Pakistan troppo spesso sottoposti ad una processo di lavaggio invecchiante troppo evidente e realizzati seguendo una fattura che li fa "percepire" come fatti con lo "stampino"...sono invece degni di attenzione quelli realizzati in Turchia spesso anche lanati con "lane coeve", del tutto simili nello stile vecchio/antico dei classici caucasici. Il tappeto caucasico turco infatti, a diferenza delle altre manifatture imitative pakistane e persino di quelle Azerbaijane segue (contrariamente a quanto si possa immaginare) una tradizione filologica prima ancora che commerciale. Non si tratta quindi di tappeti caucasici fatti oggi in Turchia per una domanda di arredo, ma caucasici turchi fatti da sempre, proprio da quelle genti che una volta oltrepassati i confini del caucaso decisero di stabilirsi nella più tranquilla realtà anatolica, impiantando una manifattura tradizionale estesasi poi fino all'area Bergama. Sono i cosidetti Kozak ovvero i Kazak turchi.
Tappeti del tutto simili per nodo e per fattura ai Kazak caucasici, i Kozak, sono tappeti lanosi, robusti, molto colorati e vivaci, con le classiche ornamentazioni dei confratelli caucasici. A questa poco conosciuta e/o spesso fraintesa manifattura sono seguite poi quelle intenzionalmente imitative dei Kazak e di tutte le altre tipologie caucasiche, non più realizzate per tradizione ma per imitazione, nel chiaro intento poi di spacciarli come caucasici. Quest'ulteriore tipologia (per quanto imitativa) è comunque il risultato di un operazione seppur commerciale, forte della tradizione locale e rappresenta nel panorama della domanda commerciale un onesta alternativa "caucasica" di prezzo decisamente inferiore, posto che non vengano ovviamente spacciati come Shirvan o Kazak autentici.

1 commenti:

paolo ha detto...

Grazie Alberto, un commento assolutamente chiaro ed esaustivo.
Si deduce quindi che nella categoria dei Kazak anatolici è ancora possibile trovare degli esemplari "onesti" e interessanti, ancora legati alla tradizione tessile del Caucaso.
Forse fra gli ultimi "veri" caucasici.