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giovedì 3 settembre 2009

Non fanno più i libri di una volta

Dopo la scoperta del Pazyryk, l'interessamento del pubblico e degli studiosi per tappeti, diede i natali ad un periodo di notevole sviluppo alla "tappetologia". La pubblicazione di opere -che fino a qualche decennio prima, vantava poche opere fondamentali (oggi divenute dei classici)- divenne via via sempre più ricca e varia, offrendo al grande pubblico una eterogeneità di testi mai vista prima: dalla guida compatta all'opera specialistica.
Il vero e proprio boom editoriale avvenne nel ventennio dell'epoca d'oro del tappeto, e cioè tra gli anni '70 e gli anni '90 quando l'annodato (specialmente quello persiano) era ormai uno status symbol nonchè un elemento imprescindibile di arredo per la casa.
Sfortunatamente la troppo sollecita adesione alla richiesta bibliografica del pubblico, portò ad un inevitabile speculazione ed inflazione della stessa. Ormai non si pubblicavano più libri per diffondere la conoscenza, ma semplicemente perchè era diventato un business.
Questa parabola discendente ormai compiuta dell'editoria "tappetologica"(prima per qualità dei testi e successivamente per naturale e conseguente disinteressamento del pubblico) ha visto produrre negli ultimi decenni, molti libri veramente imperdonabili. In un contesto nel quale purtroppo le informazioni fresche, le scoperte e i nuovi reperti scarseggiano e dove la stesso artigianato del tappeto (con i suoi modelli viventi in Asia e in Persia) va via via estinguendosi , privandoci di esemplificazioni e di testimonianze importanti, i nuovi testi di tappeti rappresentano ormai da qualche decennio (salvo rari casi), una semplice operazione commerciale, finalizzata alla pubblicità propria di chi scrive o alla pubblicità di terzi.
La maggior parte degli autori di libri, ormai non viaggia, non confronta, non vive (se non dentro il proprio negozio) l'argomento, va da sè che questi libri sono sempre di più la scopiazzatura ed il sunto bibliografico di libri precedenti, con conseguente diluizione e deformazione (per interpretazione) delle informazioni. Inoltre per rispondere alla superficialità dei tempi e alla domanda molto banale del pubblico odierno, si da molta attenzione all'aspetto grafico ed estetico dei volumi, che tendono ad essere di grande impatto, ma vuoti di contenuti. Il confronto tra un libro degli anni '60 ed uno del XXI secolo è desolante, vincono i vari Michele Campana o Maria Ludovica Varvelli per 5 a 0!

5 commenti:

paolo ha detto...

A proposito di libri: qualcosa avevo già accennato in altro post, ma qui posso completare il mio pensiero.
Premetto che ho solo libri dagli anni Ottanta in poi, per la massima parte editi in Italia.
Considero un paio di autori, John Eskenazi e Taher Sabahi, ad un livello completamente diverso dagli altri, sono quelli che definisco autori "pensanti".
Apprezzo molto poi i libri di Enza Milanesi, Essie Sakhai e Luca Brancati, decisamente non convenzionali come impostazione, ma altamente godibili; Maurizio Barracano per la sua ricerca approfondita e documentatissima del significato dei simboli del tappeto; Andrew Middleton per aver preso in considerazione tipologie usualmente non trattate.
Oltre a questi, c'è un esercito di figure improvvisatesi scrittori di tappeto, leggendo i quali anche i non esperti come il sottoscritto rilevano talvolta degli svarioni colossali. E ci si chiede se certi personaggi dal nome persiano siano mai stati in Persia.
Le tipologie di volumi sul tappeto passano da pochi buoni libri che trattano globalmente il mondo tappeto o ne analizzano alcuni aspetti peculiari, ad una moltitudine di volumi e volumetti con scopi dichiaratamente illustrativi-didattici, in pratica molto superficiali, dove alcune provenienze più note sono trattate con pseudo-schede che ben poco dicono, quando non fuorviano. Sorprende ritrovare quasi le stesse frasi in numerosi di questi volumi, evidentemente mutuate da qualcuno dei testi anni Sessanta di cui parla Alberto, veri punti di riferimento sull'argomento, da integrare con gli articoli degli studiosi e con i pochi buoni libri successivi.

taher ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Alberto De Reviziis ha detto...

Caro Paolo, ovviamente il mio discorso era un j'acuse generico al quale ovviamente è bene fare dei distinguo. Fenomeni come Taher Sabahi e John Eskenazi nonchè altri autori da te menzionati (come pure qualcun altro) non possono essere criticati, a parte forse talvolta i prezzi che il più delle volte non sono ahimè "popolari" ma questo va a giustificazione della completezza delle informazioni e del grande lavoro profuso dall'autore. Ma esiste poi un sottobosco (neanche tanto piccolo), probabilmente anche condizionato dalle richieste del mercato e dalle case editrici che produce cose che come tu stesso hai ben descritto sono inutili o addirittura deleterie.

taher ha detto...

Grazie Paolo per la definizione "autori pensanti".
Di tanto in tanto do uno sguardo a diversi siti, tra cui anche questo, notando la ricchezza di commenti sia positivi che negativi su questo vasto mondo del Tappeto e dei Tessili....
Mi ricordo di un colloquio avuto alle prime armi (parlo del 1965/66) con un amica professoressa di letteratura Italiana e Greca dell'università di Genova, sul termine "tappetologia".
Il termine "tappetologia" è ormai di uso comune anche all'interno della amsssima organizzazione del campo:
l'I.C.O.C. International Conference on Oriental Carpet, di cui sono membro permanente del Consiglio.
Vorrei precisare che esistono due tipi di autori:

I primi vengono pagati e corteggiati dalle case editrici importanti, persone di grande fama che hanno viaggiato in tutto l'oriente, hanno compiuto studi nei grandi musei occidentali ed hanno vissuto nei luoghi della tessitura...

I secondi invece pagano o lavorano gratis per gli editori purchè il loro lavoro venga pubblicato...

Nel primo caso avviene un accordo tra autore ed editore in quanto l'editore su suggerimeto dell'autore accetta il libro da pubblicare, da qui verrà definito il numero di pagine scritte, di foto, schede, ecc..
Quindi come un sarto con il cliente l'editore fornirà il tessuto e l'autore realizzerà il vestito secondo gli accordi, il lavoro che potrà durare anni...
L' impaginazione e la scelta della copertina sarà decisa dall'editore in collaborazione con autore;
Ad esempio la mia scelta per la copertina del nuovo libro Kilim (appena edito dalla "Electa Mondadori") è stata cambiata dall'Ufficio Commerciale della casa editrice dato che la mia scelta era troppo raffinata e quindi poco visibile nelle vetrine delle librerie.
Altro esempio è il mio libro precedente (Tappeti d'Oriente sempre edito dalla Electa Mondadori uscito 2007), in quel caso avevo voluto riportare nelle didascalie delle foto il nome dei collezionisti come cortesia agli stessi.
Electa Mondadori nel nuovo libro Kilim non ha più voluto riportare i nomi dei collezionisti.
Quindi come può vedere non solo con case editrici diverse ma anche con la stessa la collaborazione può assumere sfaccettature e tagli differenti.
Sicuramente conoscerà la rivista Ghereh ed il sito della rivista "www.ghereh.org". Il sito e la rivista restano l'unico punto di riferimento nel campo anche perchè Hali non è più una rivista dedicata ai tappeti e ai tessili ma ha iniziato a deviare verso altri contesti come l'Arte Islamica.

Taher Sabahi
www.taher-sabahi.com

paolo ha detto...

Leggo solo ora il commento del dott. Sabahi, che ringrazio per la cortese e illuminante replica.
I toni negativi del mio precedente commento nascono dal riconoscimento di una quantità di inesattezze in certi volumi (o meglio manuali) sul tappeto, che io stesso, nella mia poca esperienza, sono in grado di rilevare.
Come p.s. alla presente devo dire che ho acquistato proprio domenica scorsa il suo nuovo volume sui tessuti piani, complemento di altissimo livello al precedente volume sugli annodati. La ringrazio.