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domenica 28 febbraio 2010

Questione e dinamica dello sfruttamento minorile in seno alla produzione contemporanea dei tappeti orientali

La cultura del tappeto oggi, deve necessariamente significare anche responsabilità sociale, poichè in molti paesi in via di sviluppo la produzione contemporanea dei tappeti è demandata a una manodopera minorile, realtà alla quale ovviamente va prestata molta attenzione. E' infatti anche per questo motivo che la mia scelta aziendale è, ed è sempre stata improntata, nella ricerca e nella vendita dei soli tappeti di vecchia e antica fattura, oppure di quei tappeti decorativi contemporanei provenienti da realtà tradizionalmente storicizzate e in questo senso garantite: Caucaso, Turchia, Persia, dove i bambini non annodano tappeti.
La generalizzazione: tappeto annodato uguale sfruttamento del lavoro minorile è purtroppo tristemente in uso da parecchi anni, e colpisce indiscriminatamente anche quelle tradizioni tessili che invece non fanno lavorare i bambini. Il pubblico che è superficialmente molto attento per quanto concerne i diritti fondamentali dell'uomo, ma è deficitario nelle informazioni specifiche, tende così a generalizzare, boicottando una produzione intera e un lavoro che sostiene milioni di famiglie, bambini compresi. A tal fine è bene chiarire una volta per tutte che non tutti i paesi impiegano manodopera minorile per realizzare tappeti. Le realtà dalle quali provengono tappeti annodati da manodopera infantile sono quelle meno tradizionali, ossia: India, Pakistan, Cina, Nepal e paesi del Nord Africa produzioni che scadono proprio per questo motivo in qualità e che tradizionalmente hanno poca o non hanno nessuna storia del tappeto. Tutte le altre produzioni quelle invece storicizzate: Turchia, Azerbaijan, Armenia, Georgia, Iran, e Tibet, non solo non appartengono alla lista nera, ma producono soprattutto annodati di qualità (che siano di produzione domestica, di atelier o di fabbrica) realizzati secondo specifici canoni tradizionali, estetici, e di esceuzione tecnica.
Va comunque detto che negli ultimi anni l'impegno responsabile dei grandi canali distributivi sta iniziando a mutare le cose anche in India, in Pakistan e in altri paesi; sono infatti nati in questo senso dei progetti, delle fondazioni e dei veri e propri marchi garantiti (come Rugmark), che per quanto concerne le produzioni contemporaneee dei tappeti indiani e pakistani, non solo certificano la natura del tappeto, ma che si preoccupano anche di supportare quelle famiglie di operai tessili, nel fornire a loro e ai loro figli un'istruzione ed un aiuto adeguato affinchè questi non debbano lavorare. Perchè uno degli aspetti più problematici che sono ed erano correlati al togliere i bambini dai telai, era quella che fare ciò significava automaticamente far precipitare le loro famiglie in uno stato di indigenza di cui gli stessi piccoli sarebbero stati le prime vittime.

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