I significati "tradizionali", consci ed inconsci, affidati ai diversi soggetti artistici hanno, da sempre, costituito un limite alla realizzazione di una rigida distribuzione cronologica e geografica dei linguaggi iconici e decorativi utilizzati nei soggetti artistici. e' il caso del motivo perpetuo a "cane che corre" o "cane corrente" onnipresente in tutte le culture inodeuropee e non solo. Questo motivo a greca frequente nelle bordure dei tappeti turchi e caucasici, più raramente in quelli persiani è un motivo presente anche nell'architettura romano-ellenica, nella tradizione egiziano copta e nelle espressioni artistico-mitologico-religiose cinesi. Proprio dalla Cina si sostiene che esso derivi, più precisamente come trasformazione di un ulteriore simbolo fenomenico conosciuto come il "Collare di nubi".
Il "Collare di nubi" è una decorazione simbolica appunto cinese, costituita da un cerchio con quattro o più elementi a forma di freccia polilobata volto a rappresentare la porta del cielo, un punto di intermediazione tra il terreno e il divino, come lo sono appunto le nuvole attorno al sole.
Ma al di là di una generalistica interpretazione della trasmutazione del simbolo da collare di nubi a cane che corre, non esistono oggettivamente documentazioni realisticamente esaurienti a supportare questa teoria. E' convinzione dell'autore che l'origine di ambedue i simboli: collare di nubi e cane che corre, traggano invece origine non dalla cultura e dalla religione cinese (vedasi buddismo) ma bensì da una cultura e da una religione precedente ed universale, quella paleolitica e neolitica.
Il rapporto fra l'uomo e il tappeto comincia dal Neolitico (6.000-3000 a.C.). L'artigianato tessile ha avuto come primo scopo la creazione di opere utili, alle quali ben presto gli uomini aggiunsero dei significati simbolici o celebrativi. Gli uomini del Neolitico nella descrizione degli eventi non raffiguravano fedelmente le forme naturali, ma utilizzavano spesso l'astrazione e l'iconismo. I loro segni erano molto stilizzati e convenzionali, al punto che sono stati sempre considerati come dei semplici 'motivi geometrici' o decorazioni senza mai sospettare il vero rapporto intercorrente tra disegno e simbolo. Interconnessione che invece diventa lampante nella più tarda trasformazione dello stesso attraverso il geroglifico: sistema di scrittura utilizzato dagli antichi Egizi, che combina elementi ideografici, sillabici e alfabetici. Fu proprio con la crescita e lo sviluppo della civiltà egizia che il comune bagaglio culturale originario delle popolazioni neolitiche iniziò un percorso di diversificazione culturale, in alcuni casi: greci, egizi e romani, più o meno conosciuto in altri perso nei meandri del tempo. La dea Madre, divinità comune in tutte le civiltà paleolitiche presumibilmente sorta durante una fase matriarcale, assunse nella civiltà dell'antico Egitto la forma di ISIDE, mentre in quella ellenica e romana assunse personificazioni distinte con ruoli distinti: Afrodite e Venere dee dell'amore, Demetra, Cerere e Persefone dee dei campi e del raccolto, Artemide e Diana dee della caccia. Alla base di tutte le culture e delle religioni vi è dunque il sincretismo con questa religione ancestrale ed universale, originata in terre mesopotamiche e poi sviluppatasi e diffusasi in tutto il continente afro-ed euroasiatico.
La Dea Madre - rappresentata spesso nelle culture più antiche con sembianze di Dea Uccello - era nata grazie all'osservazione e alla venerazione delle leggi della natura; era la fonte e la dispensatrice dell'umidità che dà la vita e, come un uccello acquatico, essa congiungeva il cielo e la terra. Il motivo del cane che corre che viene altresì riconosciuto anche e proprio come un'onda o più semplicemente come un S susseguentesi, rafforza l'ipotesi di una derivazione simbolica riconducibile a questo antichissimo culto anzichè più semplicemente al collare di nubi. Chi studia e conosce il simbolismo archetipo ha ben presente che la S non solo nel bagaglio iconico armeno rappresenta Dio, ma rappresenta anche il drago come custode dell'acqua e simboleggia il bene e la saggezza. Sempre connesso all'acqua vi è il drago cinese, incarnazione del concetto di yang nonchè portatore di pioggia e acqua in generale che i cinesi pregavano nei momenti di siccità considerandolo il loro padre. Il drago è pertanto una simbologia antichissima che discende dalle mitologie mesopotamiche e caucasiche originato dal bagaglio culturale della dea Madre nella sua versione marina e che attraverso il mercato della metallurgia intrappreso dagli armeni in estremo oriente si è probabilmente diversificato nella versione dello Chevron cinese.
C'è poi il motivo comunemente chiamato a zig-zag, molto simile al simbolo del cane che corre -probabilmente una sua forma iconica precedente- e che è il più antico motivo simbolico documentato. anch'esso rappresenta l'acqua corrente o i campi irrigati. Nel VI millennio a.C. la M singola, doppia o tripla si trova frequentemente anche nella decorazione centrale dei vasi greci e pre-greci. Il significato acquatico del segno M sembra essere sopravvissuto nel geroglifico egiziano mu, che significa acqua, e nella lettera greca mi.
Anche il motivo a meandro continuo, presente nelle cornici dei tappeti cinesi è un simbolo dell'acqua. Esso lo si può trovare, associato ai segni a M, a V o a chevron su statuette ornitomorfe femminili e su statuette antropomorfe della Dea Uccello.
Il "Collare di nubi" è una decorazione simbolica appunto cinese, costituita da un cerchio con quattro o più elementi a forma di freccia polilobata volto a rappresentare la porta del cielo, un punto di intermediazione tra il terreno e il divino, come lo sono appunto le nuvole attorno al sole.
Ma al di là di una generalistica interpretazione della trasmutazione del simbolo da collare di nubi a cane che corre, non esistono oggettivamente documentazioni realisticamente esaurienti a supportare questa teoria. E' convinzione dell'autore che l'origine di ambedue i simboli: collare di nubi e cane che corre, traggano invece origine non dalla cultura e dalla religione cinese (vedasi buddismo) ma bensì da una cultura e da una religione precedente ed universale, quella paleolitica e neolitica.
Il rapporto fra l'uomo e il tappeto comincia dal Neolitico (6.000-3000 a.C.). L'artigianato tessile ha avuto come primo scopo la creazione di opere utili, alle quali ben presto gli uomini aggiunsero dei significati simbolici o celebrativi. Gli uomini del Neolitico nella descrizione degli eventi non raffiguravano fedelmente le forme naturali, ma utilizzavano spesso l'astrazione e l'iconismo. I loro segni erano molto stilizzati e convenzionali, al punto che sono stati sempre considerati come dei semplici 'motivi geometrici' o decorazioni senza mai sospettare il vero rapporto intercorrente tra disegno e simbolo. Interconnessione che invece diventa lampante nella più tarda trasformazione dello stesso attraverso il geroglifico: sistema di scrittura utilizzato dagli antichi Egizi, che combina elementi ideografici, sillabici e alfabetici. Fu proprio con la crescita e lo sviluppo della civiltà egizia che il comune bagaglio culturale originario delle popolazioni neolitiche iniziò un percorso di diversificazione culturale, in alcuni casi: greci, egizi e romani, più o meno conosciuto in altri perso nei meandri del tempo. La dea Madre, divinità comune in tutte le civiltà paleolitiche presumibilmente sorta durante una fase matriarcale, assunse nella civiltà dell'antico Egitto la forma di ISIDE, mentre in quella ellenica e romana assunse personificazioni distinte con ruoli distinti: Afrodite e Venere dee dell'amore, Demetra, Cerere e Persefone dee dei campi e del raccolto, Artemide e Diana dee della caccia. Alla base di tutte le culture e delle religioni vi è dunque il sincretismo con questa religione ancestrale ed universale, originata in terre mesopotamiche e poi sviluppatasi e diffusasi in tutto il continente afro-ed euroasiatico.
La Dea Madre - rappresentata spesso nelle culture più antiche con sembianze di Dea Uccello - era nata grazie all'osservazione e alla venerazione delle leggi della natura; era la fonte e la dispensatrice dell'umidità che dà la vita e, come un uccello acquatico, essa congiungeva il cielo e la terra. Il motivo del cane che corre che viene altresì riconosciuto anche e proprio come un'onda o più semplicemente come un S susseguentesi, rafforza l'ipotesi di una derivazione simbolica riconducibile a questo antichissimo culto anzichè più semplicemente al collare di nubi. Chi studia e conosce il simbolismo archetipo ha ben presente che la S non solo nel bagaglio iconico armeno rappresenta Dio, ma rappresenta anche il drago come custode dell'acqua e simboleggia il bene e la saggezza. Sempre connesso all'acqua vi è il drago cinese, incarnazione del concetto di yang nonchè portatore di pioggia e acqua in generale che i cinesi pregavano nei momenti di siccità considerandolo il loro padre. Il drago è pertanto una simbologia antichissima che discende dalle mitologie mesopotamiche e caucasiche originato dal bagaglio culturale della dea Madre nella sua versione marina e che attraverso il mercato della metallurgia intrappreso dagli armeni in estremo oriente si è probabilmente diversificato nella versione dello Chevron cinese.
C'è poi il motivo comunemente chiamato a zig-zag, molto simile al simbolo del cane che corre -probabilmente una sua forma iconica precedente- e che è il più antico motivo simbolico documentato. anch'esso rappresenta l'acqua corrente o i campi irrigati. Nel VI millennio a.C. la M singola, doppia o tripla si trova frequentemente anche nella decorazione centrale dei vasi greci e pre-greci. Il significato acquatico del segno M sembra essere sopravvissuto nel geroglifico egiziano mu, che significa acqua, e nella lettera greca mi.
Anche il motivo a meandro continuo, presente nelle cornici dei tappeti cinesi è un simbolo dell'acqua. Esso lo si può trovare, associato ai segni a M, a V o a chevron su statuette ornitomorfe femminili e su statuette antropomorfe della Dea Uccello.
Dopo quanto si è detto, riesce difficile all'autore attribuire al motivo del cane che corre un'origine cinese dal collare di nubi. L'universalità di questo simbolo qui documentata e comprovabile su qualsiasi testo specialistico di arti iconiche, dimostra infatti l'insussistenza della tesi che attribuisce l'origine di esso (come per tanti altri segni) a un influenza buddista e cinese ipoteticamente giunta esclusivamente attraverso le invasioni mongole, prima fra tutte quella dei Selgiuchidi di origine Oghuz.
E' chiaro infatti che di fronte a queste informazioni il simbolo del cane che corre diviene un simbolo archetipo, primigenio, primordiale, legato originariamente al potere della dea Madre e successivamente al drago custode dell'acqua e simbolo di deità che poi a seconda della complessità delle civiltà ha preso vie diversificate per significato e forma.
Va ricordato inoltre che la civiltà ellenistica e quindi anche l'Anatolia erano già figlie della medesima religione primigenia della Dea Madre, (non a caso Anatolia significa “terra della madre”), cultura che già 1400 anni prima delle invasioni Selgiudichi, si era rinbagnata alla fonte grazie all'opera di Alessandro Magno, (quarto sec. a.C) quando con un'inarrestabile serie di conquiste materiali, aveva raggiunto le sponde dell'Indo. Lì l'incontro delle due culture, (quella greco-ellenistica e quella neonata buddista), diede origine a una sintesi artistico-religiosa destinata a diffondersi fino all'Estremo Oriente e in tutto l'Occidente che si riprodusse in una reinterpretazione di simboli stili e forme.
1 commenti:
La simbologia sui tappeti ha sempre gettato un'ombra di mistero misto a tradizione e cultura sugli annodati antichi ed arcaici. Quello piu' affascinante e' , per me, la simbologia della Dea Madre che rappresenta, per i popoli del passato, la fonte di vita primaria. Bell'articolo. Freddy
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