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venerdì 9 aprile 2010

Gli impianti decorativi precedenti ai Saruq americani


Una lettrice di nome Francesca mi chiede:

Gentile Alberto, vorrei sapere se è vero che per la produzione dei Saruk americani a suo tempo è stata fatta una scelta dei disegni, escludendo i cantonali e il medaglione centrale con i loro contorni, e anche una scelta dei colori, rosa dughi, azzurri, e beige, a scapito della grande ricchezza coloristica e disegnativa della produzione tradizionale? Grazie Francesca

Gentile sig,ra Francesca
La produzione dei Saruq cosidetti "americani" nasce intorno al 1920, quando il rappresentante della ditta americana "K.S. Taushanjian" di New York, operante in quell'area della Persia, scelse appunto ad Arak e a Saruq alcuni modelli iconografici che potevano incontrare il gusto americano. Sulla base di quei modelli, prima la K.S. Taushanjian, e poi tutte le altre aziende americane, commissionarono in quell'area grandi quantità di tappeti. I rappresentanti si recavano nelle case dei tessitori, fornivano loro i modelli iconografici da eseguire su cartoni preparati, indicavano i formati e le colorazioni, li approvvigionavano anche delle lane. Ne scaturì una produzione parallela che di fatto - visti i grandi numeri - soppiantò quella originaria, che era sempre floreale ma più spigolosa, e meno ripetitiva nei decori. I tappeti archetipi di Saruq erano sostanzialmente tappeti di imprinting armeno, con medaglione centrale o più medaglioni a losanghe, con decori floerali spigolosi e geometrizzati ed una più ampia tabella cromatica. Gli antichi modelli originari di Saruq riuscirono a sopravvivere solo in alcuni centri di tessitura di Aràk, dove i tessitori confezionavano tappeti ancora per un uso esclusivamente interno; purtroppo anche lì con il tempo vecchi e nuovi schemi si integrarono per un processo di osmosi, dando vita a schematizzazioni ibride ma comunque più spontanee.
Riassumendo, è pertanto vero quello di cui Lei mi chiede conferma, e sembra incredibile come, in poco meno di un secolo, una tradizione tessile secolare archetipa sia stata cancellata dalla memoria storica anche dei professionisti a favore di una produzione americanizzata ed occidentalizzata quale quella a bouquet di fiori dal fondo rosa dughi che tutti conosciamo.

8 commenti:

Francesca Fiorentino ha detto...

Gentile Alberto, la ringrazio per la risposta molto interessante. Al proposito mi viene in mente la coeva produzione dei tappeti Jozan, sempre dell'area dei Saruq, che se non erro mantengono cantonali e rosone centrale ed hanno quella spigolosità di cui lei parlava, insieme alla varietà coloristica. Possiamo forse dire che i Jozan, non obbedendo alle regole del mercato occidentale, hanno custodito alcuni elementi archetipi degli originali Saruq? Le chiedo inoltre, se fosse di fronte ad un Saruq definito "americano anni 20" dal fondo rosa dughi, con decori blu notte, azzurro e celeste acquamarina, cantonali dal contorno non spigoloso, ma quasi a onde che si incurvano su se stesse (mi ricordano proprio il modo cinese di rappresentare le onde del mare piene e arricciate) e quattro racemi per testata con fiori, foglie e bacche che salgono al rosone centrale romboidale, anch'esso dai contorni molto elaborati (le misure sono 145/100), se fosse di fronte a questo pezzo, come lo giudicherebbe? Non le chiedo un' expertise, ma congetture possibili. Grazie, Francesca

antonio ha detto...

Volevo aggiungere alla risposta data da Alberto, che la produzione del Saruq definito “americano” nacque dall’esigenza di trovare un manufatto, gradito al mercato occidentale, che sostituisse la produzione inglese di Axminster, molto apprezzata ma da qualche decennio non più realizzata. Questo manufatto doveva essere alto di vello, caldo nella colorazione, appariscente ma con una quantità di colori relativamente limitata. Questo, unitamente ad una tecnica costruttiva più veloce dovuta ad una minor battitura delle trame e concentrazione di nodi rispetto al passato, avrebbe consentito un lavoro più rapido e meno costoso. I primi manufatti risalgono ai primissimi anni del novecento (1910/1915) ma, l’incapacità dei produttori locali di annodare in curvo nonostante l’uso del nodo asimmetrico, costrinse la committenza a preparare una serie di cartoni millimetrati che consentissero una minor spigolosità del disegno floreale; cartoni sino allora sconosciuti nell’area di Arak. Si introdusse così uno stravolgimento totale nella tecnica oltre che nell’iconografia tradizionale di quella gente. Attorno al 1920 iniziò una copiosa produzione che si protrasse per diversi anni. Quanto agli Jozan, spesso definiti “Saruq Jozan”, non appartengono all’area di Arak ma a quella di Malayer. Mentre i Saruq, pre o post americani, sono sempre con nodo asimmetrico e tramatura doppia, negli Josan, che con Manizan e Faimeh si trovano a sud-est di Malayer, troviamo sia annodature simmetriche che asimmetriche, sia tramature doppie che singole; questo è generato dalla mescolanza di genti diverse che popolano l’area. Inoltre, a livello prettamente iconografico, pur avendo decori simili, negli Josan i cantonali sono sempre un quarto del medaglione centrale mentre nei Saruq hanno, nella quasi totalità degli esemplari, un proprio decoro, diverso e non ricavato da quello del medaglione centrale. Io possiedo uno Josan a trama singola, nodo simmetrico, medaglione centrale e cantonali da lui derivati. Cordialità.

Alberto De Reviziis ha detto...

Gentile signora Francesca
sulla questione dei jozan devo dire che le ha già risposto in maniera esaustiva l'amico antonio.
Per il pezzo invece che mi ha descritto, a meno che non si voglia fare un puro esercizio accademico trovo difficile giudicare senza un'immagine. A grandi linee potrei tutt'al più esprimere qualche dubbio sul periodo, per un Saruq che come lo ha descritto iconograficamente lei, sembrerebbe più tardo.

Cordiali saluti.

Francesca Fiorentino ha detto...

Ringrazio Antonio e Alberto per le esaustive risposte, vorrei ancora sapere perchè si dice che i Saruq cantano e a che cosa è dovuto questo fatto. Grazie, Francesca

Alberto De Reviziis ha detto...

Buona domenica sig.ra Francesca
Quando si dice che un tappeto "canta" si intende che il tappeto è marcio o secco e al momento della piegatura dello stesso - a causa della rottura degli orditi - produce un caratteristico rumore.
Non si tratta di una peculiarità dei soli tappeti di saruq, ma di praticamente tutte le tipologie.

Francesca Fiorentino ha detto...

Grazie ancora, e buona settimana, Francesca

freddy ha detto...

Vorrei solo aggiungere qualcosa a quanto gia sapientemente e con competenza usuale hanno spiegato i miei amici Antonio ed Alberto. Con la nascita del Saruq americano e' iniziata la decadenza di questa tipologia di manufatti, almeno secondo la mia personale opinione, ma soprattutto e' iniziato lo sconvolgimento dei prezzi in questo mercato. Un saruq americano oggi vanta dei prezzi che secondo me, sono immeritati. Addirittura per farli annoverare fra i tappeti antichi si e' pensato di avanzare la tipologia di Antico , caso strano, fino al 1920-1930. Quindi sono nati per un mero scopo commerciale ( Antonio ha gia spiegato la nascita di cartoni in quanto gli annodatori della zona non erano in grado di tracciare linee curvilinee avendo fino ad allora annodato decori floreali, ma spesso stilizzati) ed ancora oggi, sempre per scopo commerciale, vantano dei prezzi troppo alti. Comunque cio' che piace ha il valore che gli si attribuisce

antonio ha detto...

Un anedoto curioso è citato dal Ford. L'autore ci racconta di una vecchia signora americana che, alla fine anni settanta, aveva steso nel garage un enorme Saruq del periodo americano. Alla domanda del perchè quel tappeto fosse finito li, la risposta fu "Così, per pulirsi le scarpe prima di entrare in casa". Questo dimostra come il genere di tappeto fosse venuto a noia in America. La cosa ha certamente influito sulla disponibilità di questi manufatti nella vecchia Europa, importati a buon prezzo da oltre oceano e rivenduti, a caro prezzo, nel mercato europeo.