Per chi dovesse andare in Giappone in questi giorni di maggio, ci sono ancora poco più d'una ventina di giorni per poter visionare una mostra di antichi tappeti e tessuti persiani in seta iniziata il 23 aprile a Kyoto.
La kermesse durerà un mese, presso appunto il museo delle sete di Kyoto, icona della mostra: un tappeto del periodo Safavide, di dimensioni definite dagli organizzatori iraniani e giapponesi "monumentali". Donato 500 anni fa alla corte del Sol Levante, questo tappeto eccezionale non venne quasi mai esposto al pubblico, per questo si pensa attirerà l'attenzione di molti esperti ed appassionati da tutto il mondo.
In alcuni stand della mostra vengono anche illustrate le varie fasi della lavorazione dei tappeti, dallo sviluppo dei bozzoli di bachi da seta fino alla tessitura di tessuti e tappeti. L'evento è stato organizzato in collaborazione della "Iranian Handmade Carpets Association e National Iranian Carpet Center" sponsor iraniani dell'esposizione.
3 commenti:
Certo non e' dietro l'angolo...pero' sarebbe interessante vedere come i giapponesi stanno sviluppando il commercio dei tappeti orientali visto che il maggior export iraniano avviene proprio verso quei popoli.
Allora dobbiamo affrettarci ad acquistare i biglietti dell'aereo, non vorrei perdermela! Mizzica, io faccio fatica ad andare a Bologna, figuriamoci a Kyoto. Lo so, i giapponesi rimarranno delusi della mia assenza, ma penso che non ci andrò.Freddy, visto il tuo interesse all'import giapponese, se fai una capatina fammi un filmato per favore. Grazie in anticipo.
Gentile Alberto, sarebbe meraviglioso poter andare a Kyoto, ma nell'impossibilità domande e connessioni fantastiche si affastellano di fronte ad un fantasioso raffronto tra gusto estetico giapponese e persiano. Dico persiano perchè è nominato un tappeto safavide.Forse non è escluso che l'impero del Sol Levante abbia avuto conoscenza, attraverso legami commerciali, dei primi tappeti cinesi e dello stile geometrico del Turkmenistan orientale. Ma i giapponesi nella quotidianità delle loro case improntate ad un gusto decisamente essenziale, penso alla casa tradizionale, facevano uso di tappeti annodati, e, se si, avevano forse l'essenzialità di quelli tibetani? Un legame certo mi sembra di vedere nell'estrema eleganza del segno che distingue l'arte figurativa giapponese, così come nella scrittura che non raggiunge i vertici dell'arabesco arabo, ma che è di per sè un esercizio di disegno, e per alcuni arte. Penso alla miniatura persiana, ma soprattutto penso all'amore per i fiori e per i giardini che le due civiltà hanno in comune, anche se per gli uni è desiderio, mancanza e aldilà, e per gli altri è realtà amata e coltivata,sostanza religiosa della vita. Questo per dire che è quasi naturale che i giapponesi apprezzino l'arte persiana, e anch'io sono curiosa di sapere in quali modi, ma le informazioni sul web non mi hanno dato risposta. Grazie, Francesca.A proposito, Alberto, in questi giorni mi sono letta tutti gli arretrati di tappetorientale con grande gusto e soddisfazione. Se non li avevo ancora fatti, i miei complimenti per il sapere che profonde e per la forza di volontà che dimostra. Continui così.
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