
Pur se oggi il tappeto viene considerato espressione artistica e religiosa di popoli musulmani, non va dimenticato che il tappeto annodato nacque come oggetto d'uso e secondariamente come espressione artistica anche di popoli pre-esistenti all'avvento maomettano. Del resto basta osservare un tappeto caucasico o turcomanno, quando non addirittura turco per scorgere simboli come la svastica, la ruota, il cosmogramma, il simorgh o il gul, che con la religione musulmana non centrano assolutamente nulla. Nonostante le interpretazioni creative che sempre più spesso è possibile ascoltare nelle telesvendite, animali e simboli totemici o geometrici in generale rappresentano una cultura preesistente che ha segnato nel tappeto tappe importanti e significative. Un aspetto ed un riconoscimento che si tende ad omettere è quello dell'apporto a quest'arte fornita dagli armeni cristiani, e della valenza che attraverso di essi è stata trasferita e tramandata nel tappeto, inteso questa volta come icona annogettuale della Chiesa d'Oriente. I tappeti infatti prima ancora che nelle moschee venivano utilizzati dagli ebrei e più avanti entrarono nelle chiese cristiane (basti pensare ai dipinti rinascimentali delle Madonne in trono). Il vincolo che unisce la religione al tappeto è dunque decisamente più antico dell'Islam, passa dal Pazyryk e la religione mazdeista e prosegue fino ai caldei di Mosul. Teorie interessanti -peraltro supportate corposi documenti- dimostrerebbero che l'uso del tappeto come mezzo per pregare Dio sia stato prima ancora dei Musulmani, tipico delle popolazioni cristiane d'Armenia arrivando a teorizzare che proprio da queste sia poi derivato l'uso e l'espressionismo islamico delle popolazioni arabe per quest'arte.
Secondo questo "revisionismo" tappetologico, interessi di vario genere avrebbero nei vari secoli omesso verità importanti, arrivando persino a "falsificare" il Milione di Marco Polo, il tutto nel tentativo a quanto pare riuscito di trascinare per anni l’immaginario collettivo verso origini del tappeto orientale tutt’altro che veritiere.Oggi chi studia i tappeti sa che non è così, sa cioè che i tappeti vengono e venivano annodati dai caldei, dai kurdi, dagli armeni cristiani, ecc ecc, ma esiste effettivamente un vuoto informazionale riguardo al passato del tappeto cristiano. Un vuoto che meriterebbe di venire colmato, magari studiando l'appassionante libro di Volkmar Gantzhorn "IL TAPPETO CRISTIANO ORIENTALE" un libro a tratti sconvolgente e che analizzato con i dovuti filtri può contribuire effettivamente a ridisegnare uno scenario che sicuramente per molti appare diverso a ciò che più si avvicina alla realtà.