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mercoledì 6 febbraio 2008

La struttura del tappeto: il vello

Il vello è formato dai cappi recisi dei nodi ed è ottenuto durante la fase di rasatura, importantissima per far risaltare con precisione i disegni. Una rasatura poco uniforme o troppo alta può infatti compromettere la nitidezza dell'impianto decorativo, per cui è importante che il vello non sia molto alto, soprattutto negli esemplari riccamente decorati. Per questo, più il tappeto è rasato più è sinonimo di produzione pregiata, più il vello è alto e meno è prezioso il manufatto. Nella manifattura dei Qashqai si segnalano tappeti dal vello lungo, detti Gabbeh, parchi nei decori e realizzati in morbida lana, la fattura di questi tappeti è abbastanza grossolana, specie quelli moderni che presentano tra l'altro una eccessiva rigidità, i prezzi tuttavia sono alti per via delle politiche locali, dove il Governo Persiano ha deciso di tutelarne la produzione con uno speciale progetto che prevede tra l'altro l'utilizzo di colori naturali.
I tappeti di maggior pregio hanno il vello interamente in seta, che conferisce ai disegni e ai colori un particolare effetto cangiante. Superbi sono anche i manufatti persiani dal vello in pregiata lana Kork (lana scelta, tosata direttamente dai colli degli agnellini), scadenti invece sono quelli che si avvalgono di lane grezze e poco morbide o di cotone mercerizzato e cascami in seta. Ci sono poi le lane di cammello e i tappeti annodati in seta artificiale detta anche "seta matta", questi ultimi destinati ad un deterioramento accellerato. L'effetto cangiante si può ottenere anche con lane di buona qualità.

I nodi: Essenzialmente si distinguono due tipi di nodi; quello simmetrico e quello asimmetrico. Nelle antiche e vecchie manifatture il primo, detto anche nodo turco, doppio nodo o ghiordes caratterizzava gli esemplari anatolici, ottomani, caucasici e centroasiatici, mentre il secondo detto anche nodo persiano o senneh era utilizzato per la realizzazione dei tappeti persiani.
Oggi questa distinzione non ha più senso, anche se il nodo asimmetrico è più adatto per riprodurre decori floreali e naturalistici, dal profilo morbido e sinuoso, mentre il simmetrico, molto più largo, viene utilizzato con buoni risultati in iconografie geometriche e ha la prerogativa di essere più resistente. Esistono poi il nodo arabo-spagnolo, eseguito su di una sola catena dell'ordito, e quello detto anche giofti, con i cappi legati a quattro catene. Il nodo ad arco, infine è veloce da realizzare ma poco resistente all'usura, per cui compare su manufatti scadenti che vengono tessuti cercando di risparmiare sui costi di produzione.


5 commenti:

antonio ha detto...

Volevo, in relazione all’annodatura, segnalare una curiosità. Sino ai primi del novecento, in alcuni villaggi abitati da popolazioni armene, era utilizzata un’annodatura definita “armenibaft” o “armena”. Questa annodatura, in una sua variante, consentiva anche la realizzazione di tappeti annodati a “doppio vello”. La cosa, non frequente perché lunga da realizzare, è certamente rara e curiosa. Avevo preparato un disegnino, ma non so come fare per inserirlo, pazienza.

Alberto De Reviziis ha detto...

Carissimo antonio, il disegnino mandamelo per email e io lo pubblicherò.
Ho sentito parlare anch'io di questa curiosa tecnica a doppio vello, tuttavia non ho mai avuto occasione di toccare con mano simile rarità tappetologica.

Un saluto

antonio ha detto...

Comunque, il nodo armeno, era un doppio nodo asimmetrico in cui, invece di uno, i colli dei nodi erano due. Per fare un "doppio vello", un capo usciva davanti e l'altro sul retro del tappeto. Mi spiace se non sono stato chiaro. Buona notte a tutti. Antonio

Alberto De Reviziis ha detto...

Sei stato chiarissimo, del resto anche se tu non lo fossi stato.. restava l'unico metodo possibile ed immaginabile.
Al di là del metodo di esecuzione, resta il fatto che io non ho mai avuto la fortuna di vedere un tappeto simile, neanche in un museo Turco o di arte islamica in Persia. Se hai qualche immagine ben rappresentativa ti prego di farmela pervenire, io la pubblicherò.

Grazie.

antonio ha detto...

Alberto, ho cercato di mandarti il disegnino ma mi esce un messaggio di errore.
Purtroppo, non ho ne immagini ne conosco persone che ne possiedono uno. Io ne ho visto uno di circa 80X50 cm, presso un commerciante persiano di Milano un ventina d'anni orsono. Lui sosteneva fosse stato annodato nel Caucaso, vicino al confine turco. Era di disegno floreale molto stilizzato, per quello che ricordo. Un saluto