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sabato 29 marzo 2008

Citazioni greche e romane: i tappeti di Pergamo

Oggi ricomincia il piccolo viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca di reperti, citazioni e testi in grado di delineare un'epoca esatta in cui collocare l'uso dei tappeti annodati sin dall'antichità.

I tappeti di Pergamo
Ritornando al IV secolo a.C. la storia del tappeto viene lentamente arricchendosi di precisazioni più esatte. Il tappeto viene citato più volte da autori classici greci (Senofonte nella Ciropedia) che si riferiscono soprattutto a quelli prodotti in Babilonia ed usati presso la corte Achemenide. Uno di questi tappeti fu ritrovato da Alessandro Magno nella tomba di Ciro a Pasagarde, nell'anno 330 a.C.
A Pergamo città fastosa degli attalidi, si tessevano richissimi tappeti, intessuti di fili di metallo d'oro; e di essi testimonia lo storico romano Plinio, il quale li cita come "attalica"nel capitolo VIII delle sue storie.

Liberamente adattato da "I Tappeti" di M.L Varvelli

Informazioni generali su Pergamo
Nel VIII sec. a.C. a Pergamo si insediarono popolazioni anatoliche, ma fama, ricchezza e splendore vennero grazie a Lisimaco, luogotenente di Alessandro che investì buona parte dei bottini, conquistati nel corso delle vittoriose campagne militari accanto al Macedone, proprio in questa città. Filétero, eunuco e suo uomo di fiducia, colto e illuminato, fondò, grazie sempre al tesoro di Alessandro, un regno vero e proprio. Eumene II, figlio adottivo di Filétero, prese in seguito le redini dell'amministrazione della cosa pubblica. Attalo salì al trono dopo Eumene, prese il titolo di re e diventò uno dei più fedeli alleati di Roma, il che procurò privilegi e benefici alla città. In quei tempi Pergamo venne ulteriormente arricchita di monumenti egregi, letteratura e scienza trovarono mecenati generosi e la raffinatezza dei costumi prese a gareggiare con quella della Città Eterna (Roma). Ogni cronista dell'antichità che ebbe occasione di visitarla rimase rapito dal suo fascino. Il numero dei manoscritti conservati nella sua biblioteca arrivò a 200.000. Si trattava di papiri provenienti dall'Egitto vergati dagli amanuensi di Pergamo e debitamente riposti ben arrotolati. Nel 133 a.C., Attalo III, morendo senza eredi, lasciò il regno in eredità al popolo romano: la Lidia, la Caria, la Pamfilia, la Psidia, la Frigia divennero così la Provincia d'Asia di Roma.
Pergamo divenne capitale della provincia romana d’Asia, e continuò a fiorire per due secoli. Fu una delle prime sedi cristiane, e una delle sette chiese d’Asia. Il suo nome attuale è Berghama, ma la vecchia città conobbe un profondo oblio, nel corso del periodo bizantino e ottomano, tanto che il suo sito archeologico è tornato alla luce solo alla fine dell’Ottocento, grazie a degli scavi che una compagnia tedesca stava facendo in Turchia per costruire una linea ferroviaria. Nell’occasione fu notevole il rinvenimento di materiali archeologici che, grazie agli accordi diplomatici dell’epoca tra turchi e tedeschi, sono oggi conservati nel museo di Berlino.



Ricostruzione ipotetica della città

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