Subscribe:

sabato 12 aprile 2008

Il Milione - le cronache di Marco Polo

Prefazione

Grazie ai Safavidi il tappeto orientale entrò rivoluzionariamente nelle case reali e nobiliari, basti pensare che solo qualche secolo prima nel 1255, i londinesi si scandalizzavano per l'acquisto di un tappeto che venne steso sul pavimento in occasione dell'ingresso di Eleonora di Castiglia a Westminster. La mentalità era finalmente cambiata, in questo contesto di cambiamento iniziarono le grandi spedizioni in oriente, i mercanti veneziani ne erano il capostipite, lungo la via della seta, uomini di tutti i paesi iniziarono a inoltrarsi lungo l'Asia minore e la Persia alla ricerca di tappeti che poi sarebbero stati venduti alle migliore casate europee. Durante il Rinascimento vennero importati in Europa dall'Oriente diversi tappeti, un enorme successo (anche pittorico) lo riscontrarono alcuni Ushak di piccolo formato: la loro decorazione era costituita da grandi motivi geometrici e da un elegante arabesco dai colori piuttosto forti, coi fondi generalmente di colore rosso e i bordi costituiti da un disegno cubico assai stilizzato o da motivi floreali in genere di colore blu. I grandi pittori fissarono con estrema precisione lo stile di questi tappeti raffigurandoli nelle loro tele. L'italiano Lorenzo Lotto (1480-1556) dipinse nei suoi quadri un gran numero di questi tappeti dai disegni angolosi, tanto che essi presero ben presto il nome dal pittore, perdendo così il nome d'origine. Ma il capostipite di questa nuova epoca: quella in cui l'uomo europeo, liberatosi ormai delle paure dell'alto Medioevo, si affacciava al mondo esterno con sguardo curioso e indagatore, come un conquistatore sicuro di sé e dei propri mezzi, fu primo fra tutti Marco Polo, ed il suo Milione divenne la Bibbia di questa nuova filosofia.

Il Milione

Il Milione è un'opera saggistico-biografica che narra dei viaggi di Marco Polo. Al suo ritorno dalla Cina nel 1295, la famiglia Polo si sistemò nuovamente a Venezia, dove attiravano folle di persone con i loro racconti incredibili, tanto che qualcuno ebbe difficoltà a credere che fossero stati davvero nella lontana Cina.
L'animo avventuriero di Marco Polo lo portò fino a partecipare nel 1298 alla Battaglia di Curzola (Korčula in croato) combattuta dalla Repubblica di Genova contro la Repubblica di Venezia, ma venne catturato e tenuto prigioniero per alcuni mesi. In questo periodo dettò in lingua d'oïl a Rustichello da Pisa (anch'egli prigioniero dei genovesi) Le deuisament du monde, un racconto dei suoi viaggi nell'allora sconosciuto Estremo Oriente, poi conosciuto anche come Il Milione .
L'originale è andato perduto, e sfortunatamente molte edizioni tradotte dall'originale sono in conflitto tra di loro (una versione francese deriva dalla versione latina, evidentemente più diffusa che non l'originale). Gli autori francesi apportarono delle correzioni personali e modifiche linguistiche sia durante sia dopo il periodo del Rinascimento, aggiungendo icone e qualche pittura miniaturizzata che se da una parte servivano ad abbellire l'opera rendendola più gradevole, dall'altra lo impoverivano sul piano della scoperta facendolo passare per uno scritto denso di fantasticherie e relativo a un mondo inesistente o immaginario.
Solo durante il periodo dell'Illuminismo si tenderà a rivalutare il testo più antico e fedele al vero Milione e a dargli il posto che merita nella storia delle esplorazioni.
Il Milione, pur nelle sue contraddizioni è un testo sacro per gli studiosi della tappetologia, in quest'opera infatti Marco Polo descrive in ampi passi, con la sua minuzia e precisione qualità e storia dei tappeti che egli stesso vide, regalando così a tutti una testimonianza inesauribile di congetture ed informazioni sulle quali ancora oggi si dibatte. Ma soprattutto quest'opera, stabilisce un punto fisso, quello nel quale è possibile inquadrare una certa produzione, anatolica o armena (quì stà il dilemma causato dalle inesatte traduzioni) all'interno dell'evoluzione storica del tappeto annodato.

20"Qui divisa de la provincia di Turcomannia.In Turcomannia è tre generazione di genti. L'una gente sono turcomanni e adorano Malcometto; e sono semplice genti e ànno sozzo linguaggio. E' stanno in montagne e 'n valle e vivono di bestiame; e ànno cavagli e muli grandi e di grande valore. E gli altri sono armini e greci che dimorano in ville e in castella, e viveno di mercatantia e d'arti. E quivi si fanno li sovrani tappeti del mondo ed i piú begli; fannovisi lavori di seta e di tutti colori. Altre cose v'a che non vi conto. Elli sono al Tartero del Levante.Or ci partiremo di qui e anderemo a la Grande Arminia.

Marco Polo



1 commenti:

Melina2811 ha detto...

Ciao e buon fine settimana da Maria