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sabato 26 aprile 2008

Il tappeto Turco

Sia gli studiosi in materia, sia le più autorevoli pubblicazioni che trattano tale argomento, ammettono che l'arte del tappeto annodato ha visto i primi albori nelle steppe dell'Asia centrale e seguendo la scia delle tribù nomadi turche, si è estesa fin sulle sponde del Mediterraneo, comprendendo una zona ben delimitata in cui gli artigiani hanno svolto e svolgono tutt'ora tale arte. Di origine Turca discendevano i Mamelucchi ed i loro tappeti, ai turchi va il merito di aver influenzato i tipi dei tappeti spagnoli, a loro si riferivano gli inglesi del Settecento quando definivano qualsiasi tappeto annodato a mano proveniente dall'oriente. Il tappeto turco quindi, con il suo nodo, i suoi disegni caratteristici, con i suoi materiali, ha un passato di oltre 2000 anni e lo si può considerare pertanto il precursore dei "tappeti orientali". La Turchia occupa di diritto uno dei primi posti nell'intera storia del tappeto: e turco è il centro più antico di cui si conserva ancor oggi la produzione: quella città di Konia, antica Iconium, capitale della regione omonima posta nella Turchia centro-meridionale, di cui parla anche Marco Polo nel capitolo XV del Milione. Turchi furono i tappeti dei "pittori" come Giotto, Simone Martini, Beato Angelico, ed altri ancora che raggiunsero nel 1400 tale interesse da venir citati con il nome di Holbein da Hans Holbein che li ripetè con esattezza scrupolosa in alcuni suoi dipinti. Anatolico infine è il gruppo dei tappeti di Transilvania o Siebenburghen.
Il percorso tecnico ed artistico dei tappeti turchi, lungo e complesso, caratterizzato dalle vicissitudini storiche del territorio e degli apporti di diverse popolazioni, passa dai tappeti Selgiuchidi appunto di Konia, fino agli splendidi Usciak ottomani, dove esperti annodatori e maestri appresero con abilità le tecniche del complesso nodo asimmetrico e gli impianti a medaglione centrale della Persia Safavide. Da ricordare la manifattura imperiale di Herekè destinata a soddisfare le committenze dei sultani, anche come preziosi doni da offrire alle diplomazie straniere. Produzioni come quest'ultima sono rimaste il fiore all'occhiello della moderna Turchia e si esprimono attraverso atelier come la scuola di HEREKE' UGHLU' che pruduce pezzi unici su committenza. Ma anche i tappeti in pura lana di carattere nomadico o comunque di confezione casalinga mantengono spesso ancora vivo quello stesso spirito e quegli stessi disegni che che Marco Polo vide e descrisse nei suoi viaggi. A seconda dell'uso e quindi anche delle dimensioni i tappeti turchi hanno denominazioni diverse e in base ad esse vengono confezionati in dimensioni fisse ed eguali in ogni regione. Così abbiamo gli Yastik (cuscino) a indicarci la misura 60 x 100, i Ceyrek (tappetino) 135 x 90, i Seccade (Preghiera) 200 x 130, i Karyola (coperta da letto) 150 x 220, kellè (tappeto normale) 300 x 200, Taban (grande tappeto) oltre i 6 mq, ed infine gli Yolluk (guide) stretti e lunghi.

Alcune tra le più note produzioni turche:

Herekè
Kayseri
Canakkale
Bergama
Edremit
Yagcibedir
Kula
Milas
Dosemealti
Yahyali
Maden
Taspinar
Konya-Ladik
Kars
Wan

1 commenti:

antonio ha detto...

Giova ricordare che il tappeto anatolico ha influenzato, e per certi versi ancora lo fa, anche il tappeto persiano. Infatti, prima dell'avvento safavide, i decori erano geometrici e molto vicini a quelli dei tappeti turchi. Inoltre, ceppi tribali dall'identica matrice centro asiatica, come i Bakhtiari, i Kaskhai, e i Curdi che, seppur non di origine turca, da li hanno assimilato molti usi e costumi, ancora oggi, accanto a modelli "persiani", usano ancora schemi e tecniche vicine alla tradizione anatolica. A Tabriz, città con una forte caratterizzazione turca, sono stati annodati splendidi impianti a "preghiera", spesso in seta, dalla chiara matrice turca. Un saluto.