Si è soliti fare, trattando di tappeti, un'equivalenza del tipo: maggior numero di nodi per dmq = maggior pregevolezza del prodotto. Si è però insistito troppo su una tale formula semplicistica e riduttiva: esistono ottimi tappeti con una bassa percentuale di nodi per dmq, mentre altri con una concentrazione di nodi più alta, sono privi di qualsiasi interesse. Non va dimenticato che il tappeto essendo prima di tutto un'opera d'arte o di grande artigianato, ha altri parametri di valutazione come: rarità dei decori, impiego dei materiali, periodo di realizzazione, qualità e provenienza. La nuda e cruda conta dei nodi per giudicare un valore economico di un pezzo non solo risponde ad una ristretta e limitata mentalità di questo fenomeno artistico, (che non tiene conto di tutti quegli aspetti essenziali che il tappeto stesso rappresenta e per i quali è stato creato) ma soprattutto rende il tappeto un oggetto di speculazione penosa, svalorizzandolo ad un puro e semplice lavoro di manualità qualificato dal numero dei nodi realizzato.
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3 commenti:
La quantità di nodi, e quindi il tempo impiegato nella realizzazione, ha una valenza oggi, in relazione al costo della manodopera. Nel passato, dove questo costo era irrisorio, nelle grandi manifatture si realizzavano sia tappeti ad alta che bassa concentrazione di nodi. Basta pensare che nel XVI° secolo, a Tabriz, si è annodato il "caccia" del Poldi Pezzoli, circa 4500n/dmq ed il "caccia" del museo di Vienna che ha 12500n/dmq. Ma all'epoca, il costo della manifattura, era eguale. Oggi è un'altra storia.
Cari saluti.
The number of knots is merely one indicator of value. But the knot count must be appropriate to the type of rug. A Heriz Carpet that is too fine looks wrong. An Isfahan gains in value by the number of knots but not every rug from Iran benefits by being fine. More important is color, after all the finest rug without great color is nothing.
Best wishes,
Barry
Naturally I agree with your explanation. Thank you for your comment Barry, you're always welcome.
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