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mercoledì 15 ottobre 2008

I tappeti cristiani d'oriente

Pur se oggi il tappeto viene considerato espressione artistica e religiosa di popoli musulmani, non va dimenticato che il tappeto annodato nacque come oggetto d'uso e secondariamente come espressione artistica anche di popoli pre-esistenti all'avvento maomettano. Del resto basta osservare un tappeto caucasico o turcomanno, quando non addirittura turco per scorgere simboli come la svastica, la ruota, il cosmogramma, il simorgh o il gul, che con la religione musulmana non centrano assolutamente nulla. Nonostante le interpretazioni creative che sempre più spesso è possibile ascoltare nelle telesvendite, animali e simboli totemici o geometrici in generale rappresentano una cultura preesistente che ha segnato nel tappeto tappe importanti e significative. Un aspetto ed un riconoscimento che si tende ad omettere è quello dell'apporto a quest'arte fornita dagli armeni cristiani, e della valenza che attraverso di essi è stata trasferita e tramandata nel tappeto, inteso questa volta come icona annogettuale della Chiesa d'Oriente. I tappeti infatti prima ancora che nelle moschee venivano utilizzati dagli ebrei e più avanti entrarono nelle chiese cristiane (basti pensare ai dipinti rinascimentali delle Madonne in trono). Il vincolo che unisce la religione al tappeto è dunque decisamente più antico dell'Islam, passa dal Pazyryk e la religione mazdeista e prosegue fino ai caldei di Mosul. Teorie interessanti -peraltro supportate corposi documenti- dimostrerebbero che l'uso del tappeto come mezzo per pregare Dio sia stato prima ancora dei Musulmani, tipico delle popolazioni cristiane d'Armenia arrivando a teorizzare che proprio da queste sia poi derivato l'uso e l'espressionismo islamico delle popolazioni arabe per quest'arte.
Secondo questo "revisionismo" tappetologico, interessi di vario genere avrebbero nei vari secoli omesso verità importanti, arrivando persino a "falsificare" il Milione di Marco Polo, il tutto nel tentativo a quanto pare riuscito di trascinare per anni l’immaginario collettivo verso origini del tappeto orientale tutt’altro che veritiere.Oggi chi studia i tappeti sa che non è così, sa cioè che i tappeti vengono e venivano annodati dai caldei, dai kurdi, dagli armeni cristiani, ecc ecc, ma esiste effettivamente un vuoto informazionale riguardo al passato del tappeto cristiano. Un vuoto che meriterebbe di venire colmato, magari studiando l'appassionante libro di Volkmar Gantzhorn "IL TAPPETO CRISTIANO ORIENTALE" un libro a tratti sconvolgente e che analizzato con i dovuti filtri può contribuire effettivamente a ridisegnare uno scenario che sicuramente per molti appare diverso a ciò che più si avvicina alla realtà.

7 commenti:

paolo ha detto...

Grazie Alberto per questo post.
Il libro di Gantzhorn è meraviglioso, non fosse altro a livello di illustrazioni (e l'ottimo prezzo Taschen non può che accrescere il piacere del lettore).
Mi ha svelato un mondo che non conoscevo, abituato com'ero a identificare il tappeto con il misterioso Oriente.
Mi ha anche causato parecchia confusione, fino a che non sono riuscito a trovare un equilibrio fra l'ipotesi di lavoro dell'autore (la matrice cristiano-armena del tappeto) e quello che si leggeva altrove.
Oggi il mio pensiero è che esistano tante "origini" del tappeto, spesso generate dalle stesse esigenze, e successivi scambi culturali che hanno portato agli affascinanti manufatti di ieri e di oggi.

freddy ha detto...

Ciao Alberto rieccomi a concordare con te con quanto hai scritto. La prassi vuole che il tappeto sia nato in Persia, ma le ultime considerazioni scientifiche e di studiosi del settore smentiscono questo pensiero. Esempio e' il tappeto di pazyryk: e' vero che i bordi ricordano i cavalieri di Susa, ma sembra che questo tappeto sia stato confezionato dagli Assiri (tappeto di tomba per un loro re). Forse non tutti sanno che i persiani hanno appreso l'uso dei telai dal popolo Mammelucco, quando invasero l' Egitto ( i Mammelucchi fuoriusciti dall'Egitto si rifugiarono nella attuale Turchia europea dove hanno iniziato la tessitura degli Hereke'. Gli Armeni sono stati i precursori del tappeto nel Caucaso e TUTTI I SIMBOLISMI GEOMETRICI DELLA REGIONE sono di loro iniziativa: i persiani li hanno adottati dopo l'occupazione del territorio (esempio LAzerbajan)
per poi passare quasi definitivamente al floreale. Saluti a tutti da Freddy

Gianluca Pistore ha detto...

"apporto a quest'arte fornita dagli armeni cristiani"

Veramente molto interessante! Da cristiano è sempre bello sapere queste cose...

antonio ha detto...

Freddy perdonami, non vorrei aprire una polemica, ma credo vi siano palesi incertezze in quanto affermato. Ad esempio non esiste un "popolo mamelucco". Il termine deriva da "mamluk", che significa "schiavo". Infatti si trattava di milizie turche che, da una posizione subordinata, passarono a posizione di comando regnando in Egitto fra il 1252 e il 1517. La manifattura di Hereke, che con i Mmelucchi non centra niente, fu fondata da Abd-ul-Medjid (quello del "periodo Medjid")nel 1844 come manifattura per tessuti pregiati. Nel 1891, fu poi trasformata in manifattura di annodati attraverso artigiani provenienti da Ghiordes, Sivas, ed altri centri anatolici.
Quanto ai telai, si ipotizza che già gli antichi egiziani ne conoscessero l'uso, ma non sappiamo con quale tipologia. Il Pazyryk è poi criterio comune che sia stato annodato nell'area di Ninive, sulla scorta dei ritrovamenti definiti "stone carpet", ma non dagli Assiri, bensi dagli Achemenidi che avevano occupato Lidia, Media,Babilonia.
Certamente il tappeto armeno ha grande importanza nella storia generale dell'annodato. Erano chiamati da loro "Kapert", da cui pare derivi l'inglese "carpet" e l'italiano "coperta". Cari saluti.

freddy ha detto...

Ciao Antonio: nessuna polemica per carita' . Il tappeto e' la storia quindi risalire alle origini e' praticamente impossibile.
1) So benissimo che i Mamelucchi erano schiavi, ma alla fine riuscirono ad ottenere tanto potere da affrancarsi. Erano di due ceppi uno turco ed uno circasso che alla fine prese il sopravvento ed il ceppo turco torno' in Turchia europea : l'attuale Costantinopoli.
2) Il tappeto di Pazyryk e' sempre stato oggetto di discussione: una corrente asserisce infatti che risulta allestito dalla dinastia Archemide (persiana). Ma dato il luogo del ritrovamento e la similitudine con altri ritrovamenti
una corrente, a cui io personalmente credo, asserisce che trattasi di manufatto nel regno di Urartu, popolo degli Uratei che vivevano nll'area Armeno/Siriana .
3) Per quanto riguarda il tappeto di Hereke' hai perfettamente ragione sul sultano Abdulmecid: infatti nel 1843 ha regolarizzato il commercio della manifattura creando nel 1843 la HEREKE' IMPERIAL FACTORY o FARM, ma l'inizio della tessitura di questo tipo di tappeti ( che magari inizialmente non si chiamavano proprio hereke')e' dovuta ai Mammelucchi che avevano iniziato la lavorazione di tappeti pregiati e molto fini in Egitto, dove RISULTEREBBE SONO NATI GLI ATTUALI TELAI.
Antonio, questa mia non e' polemica, ci mancherebbe altro, ma sai come gia dicevo il tappeto ha sempre dato origine a dubbi per il nomadismo od altro quindi, magari c'e' un po di verita'in ogni nostro ragionamento.Un salutone a presto Freddy

Alberto De Reviziis ha detto...

Concordo anch'io con i possibilismi e i dubbi espressi da Freddy. Non credo esistano attualmente prove inconfutabili sulla paternità del Pazyryk. Anche in un mio precedente articolo avevo del resto parlato dell'opzione urartea

Per il Pazyryk leggere: http://tappetorientale.blogspot.com/2008/06/il-tappeto-museale-della-settimana.html

antonio ha detto...

Personalmente, visto che non stiamo parlando di concetti matematici e quindi tutte le opinioni sono valide, sono più propenso verso l'ipotesi achemenide per un ragionamento sulle date. Il farlo risalire agli Assiri, se il Pazyryk è del V° secolo a.c., crea un "buco" di almeno un secolo tra l'età del manufatto e l'inizio dell’occupazione achemenide di quei luoghi. Per quanto riguarda i tappeti mamelucchi, la loro produzione, come sostenuto dall'Erdmann, dal Sarre e dal Kuhnel, inizia alla fine del XV° secolo e prosegue per parecchio ancora, almeno altri due secoli, visto che gli Ottomani lasciano l'Egitto in mani mamelucche per molto tempo dopo la loro detronizzazione. Di loro conosco i cosidetti "cairoti" o “damaschini”, dal decoro rigidamente geometrico. Poi ci sono gli esemplari più “naturalistici”, con rappresentazioni floreali ed arboree, tipologia definita “di corte turca”, prima molto naturalistica poi, con il definitivo avvento ottomano dalla forte connotazione religiosa, più rigido e geometrizzante. Da ultimo i cosiddetti “siriaci”, meno rigorosi sia tecnicamente che nei disegni, ma dalla colorazione esaltante: il Von Bode la definisce “caleidoscopica”. Sinceramente, se abbiano annodato nella città di Hereke, non lo so. Magari anche, perché no! Cari saluti ed una buona notte.