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mercoledì 1 ottobre 2008

Spropositi televisivi

Francamente non riesco a capire quella che parrebbe la crociata di Tony Parviziar nei confronti dei commercianti di tappeti orientali. Ieri, infatti, ero a casa di un amico, quando ho avuto modo di assistere -ancora una volta- agli ennesimi spropositi. Il copione è sempre lo stesso: si presenta un tappeto, si spara il prezzo e si sostiene che tale prezzo è impossibile per un commerciante di tappeti orientali. La spiegazione è banale: una strategia commerciale fatta di grandi numeri, che va più bene per le cipolle o per i tappeti contemporanei piuttosto che per i Serapi. Il succo è molto semplice: secondo questo signore comprando grandi quantità alla fonte, Telemarket acquista partite di tappeti a prezzi minori che poi propone a prezzi molto più concorrenziali di qualsiasi altro commerciante, semplicemente perchè un commerciante non compra -come fanno loro- tappeti a tonnellate. Tutto anche plausibilmente vero, se non fosse che il commerciante non ha i costi di televisioni, antenne, frequenze, centralini, trasportatori, furgoni, tutta una serie insomma di "ambaradan" (tra i quali ci metto pure Parviziar) che alla fine Telemarket deve in ogni caso ricaricare sui tappeti che vende. Non per nulla i prezzi dei loro antichi io li vedo spesso e volentieri in linea con il mercato, se non addirittura....

6 commenti:

freddy ha detto...

Ciao Alberto: ricorda sempre che il signorino , insieme a tante altre....asseriva che i Kazak erano tappeti tipici del KAZAKISTAN!! Ciao Freddy

paolo ha detto...

D'accordo al 100% con Alberto!
D'altra parte ho già espresso in altri post il mio parere sull'azienda e su certi personaggi.

Devo comunque precisare che il mio amore per il mondo del tappeto è nato una diecina d'anni fa proprio grazie alla visione casuale di una trasmissione di Telemarket, ovviamente condotta da un presentatore di ben altro valore rispetto al "principino". Mi ha generato il desiderio di approfondire, e sono quindi passato a leggere libri, riviste e a frequentare gallerie e mostre.
E se i primissimi acquisti sono stati fatti alle televendite ora mi servo da commercianti competenti e di assoluta fiducia.

paolo ha detto...

E già che ci siamo: avete avuto occasione di sentire il signorino di cui sopra quando sproloquia (in pessimo italiano) sui cosiddetti "Herat" affermando che si tratta di tappeti afghani che non vengono più prodotti da anni e che stanno diventando irreperibili sul mercato?

antonio ha detto...

Già, peccato siano pakistani e presenti in cielo, terra e mare.
I "polonesi" furono ordinati da un "ufficiale polacco" alla fine dell'ottocento, il tappeto con il drago è "da colonna", l'Asia minore è l'India, l'albero della vita con gli uccellini che coronano il loro amore, il medaglione tondeggiante cinese che è sempre "Shu", i saruq, mahal, malayer ecc. sono fatti nel Chahal Mahal, il "gul farang" è la decorazione dei saruq americani, gli uccelli rappresentano gli uomini che non possono essere inseriti nei tappeti, il Caucaso fu ceduto alla Russia perchè fu ucciso un ambasciatore, il maestro "Laver", "Mothaschem" padre, figlio, zio, nipote: potrei andare avanti ma basta, non spariamo sulla croce rossa, altrimenti mi faccio prendere la mano e parto con l'Orlando. Ciao

freddy ha detto...

Antonio ciao sono Freddy: sei troppo forte. Io e mia moglie, anche lei amante dei tappeti, stiamo ridendo da matti in quanto la pensiamo esattamente come te. Hai ragione parlare ancora di certi...e' come sparare sulla Croce Rossa.

antonio ha detto...

Grazie Freddy ma sai, credo sai il signorino è una miniera di spunti comici, come l'Orlando e la strefolatura delle trame (quelle verticali) per infilarci dentro i nodi con l'ago, il sultano Ferjid, il disegnatore francese, andato a kirman, Sceniè, Kashan, voluta a metà del settecento da un re che si riteneva figlio del sole, i Mashad tappeti da collezione, basta....non ce la faccio più, sto diventando matto. Ciao Freddy