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lunedì 24 novembre 2008

I tappeti nell'archeologia

La cosa più affascinante per un tappetologo è senz'altro interrogare un passato che non può rispondergli se non in una maniera sconnessa ed inesplicabile con frammenti, citazioni o reperti che di volta in volta ritornano alla luce per rischiarare l'abissale ignoranza della nostra umanità. Il mosaico che ne esce è sconvolgente, perchè tracce di tappeti se ne scorgono un po ovunque, e in tutti i periodi storici, e scoperte come ad esempio il Pazyryk rimettono ogni volta tutto in discussione. Resta infatti stupefacente ipotizzare una maestria come quella che a quel tempo realizzò quel tappeto, tanto che ancora oggi, questo straordinario manufatto viene difficile da identificare: manufatto Urarteo? Forse Achemenide? Qualcuno lo reputò persino atlantideo. Del resto se si considera che il genere umano può essere vecchio di 2 milioni di anni, c'è stato ovviamente tutto il tempo perchè altre civiltà arrivassero ad un livello corrispondente al nostro -anche nel produrre tappeti- e a uguali capacità di distruzione. Subito il pensiero va alla piramide di Giza che secondo studi incrociati di astronomi e di geologi sarebbe antica di ben 12mila anni e non di 4570, ed è proprio in Egitto del resto che troviamo nelle tombe di Beni Hassan (2800 a.C - 2600 a.C) dipinti
murali di tessitori al lavoro, oltre ad altri numerosi dipinti murali del 2000 a.C che raffigurano telai dove vengono presumibilmente confezionati tappeti. E qui il pensiero vola subito agli affreschi nel Turkestan delle grotte di Turfan, dove assistiamo alle più antiche immagini di tappeti probabilmente di feltro, intesi come rappresentazione della potenza religioso-spirituale, alla glorificazione del Buddha. Sui rilievi di Al Tar invece, non lontano dalla città irachena di Karbala, in grotte destinate all'inumazione dei defunti, furono rinvenuti brandelli di tappeti con doppio vello, databili tra il 250 ed il 650 d.C. .Furono probabilmente tessuti in area persiana, e probabilmente utilizzati per la sellatura dei cavalli, come sembra confermare la tecnica della doppia annodatura, quanto mai adatta nella riduzione dell'attrito. Un'altra testimonianza archeologica interessante è l'Apadana a Persepolis dove nella processione delle popolazioni sottomesse all'impero Persiano, vengono figurati i babilonesi impegnati a portare in dono a Ciro il grande i loro tappeti annodati. A proposito di archeologia e di tappeti, sto pensando di segnalare l'argomento Pazyryk a Valerio Massimo Manfredi, chissà che non venga raccolto l'invito ed esca una trasmissione televisiva tappetologicamente interessante.

2 commenti:

freddy ha detto...

Gira che ti rigira arriviamo sempre allo stesso dilemma: dove e' nato il tappeto? Popolazione Urartea? Dinastia Archemenide? Egitto Turkestan addirittura si parla di Atlantide! Ragazzi non sfasciamoci la testa! E' interessante il fatto caro Alberto che in tante popolazioni per molteplici motivi venivano raffigurati i tappeti ( vedi le tombe egizie, i graffiti nelle grotte irachene ecc.) come segno di rispetto o di dignita' regale. Quindi la tua idea di trasmissione storica (NON COMMERCIALE!!) E' STUPENDA ed il personaggio indicato Manfredi e' forse la persona indicata essendo uno studioso e scittore di argomenti storici. Forse, se impostata su due o tre trasmissioni, sarebbe molto utile a suscitare la curiosita' della gente e Hai visto mai che qualcuno si accorge dei tappeti e viene incoraggiato ad amarli? Vai avanti! Ciao a tutti FREDDY

paolo ha detto...

Sarebbe fantastico ottenere una trasmissione di Manfredi dedicata al Pazyryk!
Potrebbe costituire davvero una cassa di risonanza per questo mondo così meraviglioso, ma così poco compreso.