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mercoledì 12 novembre 2008

La bolla dei tribali

In questo clima di crisi finanziaria ed economica, dove la perdita di migliaia di posti di lavoro è all'ordine del giorno e il crollo delle borse non fa più notizia, l'italiano medio si interroga amleticamente su cosa ne sarà di lui. Le domande ovviamente se le pongono anche i commercianti, che spesso sono incapaci a percepire i cambiamenti nella società e che per questo attendono atavicamente (molte volte sbagliando) che torni il sereno, senza fare altro. L'italiano medio, aiutato dai pregiudizi di una visione politica altamente superficiale ha iniziato con il convincere e il convincersi che la crisi nei piani alti non esista; questo fenomeno ha indotto molti commercianti a inseguire uno standar qualitativo più alto, chi non ha potuto farlo ha semplicemente ritoccato smisuratamente i prezzi, vestendo improvvisamente di valore cose diversamente banali. Ma l'idea che tutti possano vivere di un mercato di nicchia e di elite basato sull'altissima qualità è un'utopia, perchè questo genere di clientela rappresenta il 2% e non può assolutamente soddisfare le ambizioni di tutti quelli che hanno messo su bottega . Quest'idea fallimentare e del tutto utopistica si è naturalmente riflessa anche nel mondo del tappeto, qui i commercianti hanno iniziato ad inseguire i particolarismi delle iconografie, a guardare i tappeti con occhi diversi e a proporli con occhi diversi, hanno iniziato a proporre stracci con i buchi e completamente rapati presentandoli come antichi e proponendoli a prezzi esorbitanti, hanno alzato i prezzi dei tappeti solo perchè si dice che in Iran abbiano fatto lo stesso. E' la strada dell'autistico autoreferenzialismo insomma, la stessa che in tv propone come "museali" degli onesti tappeti persiani che museali non sono, una strada che ha ormai prodotto una vera e propria bolla speculativa che molto presto dovrà scoppiare.

3 commenti:

paolo ha detto...

Si, anche io, parlando con i commercianti, sono al corrente di una certa corsa al tappeto tribale.
Secondo me si fondono due aspetti: la ricerca del collezionista per qualcosa di genuino, che possiede ancora "sapore", stufo di Tabas, pakistani e nepalesi; e la proposta creata artificiosamente dal commerciante senza idee che non sa più cosa proporre. E vale anche per i "moderni" del topic precedente.

Questa bolla assomiglia molto a quella creata dai galleristi sulla cosiddetta "Street Art", che ha portato gli imbrattamuri ad imbrattare le tele e altri supporti a destinazione domestica.
Parere personalissimo di cui mi assumo la responsabilità.

Saluti a tutti.

freddy ha detto...

Ciao Alberto sono in accordo con te per quanto riguarda la famosa nicchia e per quanto concerne la solita disonesta'dei soliti furbetti , ovunque si trovino, tappeti con buchi passati per antichi, tappeti marocchini pietosi fatti passare per tribali rarissimi ecc.. Pero' effettivamente in IRAN il mercato sta cambiando sia come prezzi che qualita': le mie ultime notizie, toccate con mano, sta nel fatto che le dogane iraniane stanno mettendo parecchi paletti per i tappeti indiani, cinesi ecc. passati per iraniani. Dal Caucaso, dove ormai e' praticamente impossibile acquisire tappeti VERI CAUCASICI, giungono solo copie come cotiche!! Quindi poiche' si torna alla qualita', molti negozianti chiuderanno in quanto non riescono a mantenere il ritmo. Rimarranno solo i GRANDI che soddisfera' quel 2% di nicchia. Ovviamente tu sarai fra questi. Ciao a tutti Freddy

Alberto De Reviziis ha detto...

Carissimo freddy domani tratterò per te il tema attualissimo della produzione contemporanea persiana.

Un saluto