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sabato 29 novembre 2008

La corsa e le lazy line

Un fenomeno curioso che può essere rilevato nel rovescio dei tappeti antichi o vecchi è la presenza di linee verticali o più facilmente diagonali presenti lungo la lunghezza del tappeto. Questo fenomeno che spesso viene interpretato dai profani come un rattoppo o un'anomalia, ingenera disorientamento, ma invece le "lazy lines" (linee pigre) sono un fenomeno assolutamente fisiologico, quando non addirittura caratteristica fondamentale per distinguere i pezzi originali dalle copie antichizzate. La dinamica delle lazy lines è molto semplice:

1) La prima spiegazione riconduce espressamente alla definizione "lazy" e vuole che queste linee siano determinate dal fatto che le annodatrici per risparmiare energie non spostassero lo sgabello e continuassero così ad annodare il tappeto solo fino a dove arrivavano per poi proseguire verso l'alto lì dove arrivava il braccio.

2) La seconda invece è che quando al telaio lavoravano più persone, giocoforza volesse che le annodatrici terminassero il loro tratto di annodatura (con nodo simmetrico) in tempi diversi. Il passaggio e la battitura delle trame, non avveniva pertanto contemporaneamente per tutta la lunghezza dell’annodato, ma anzi ognuno annodava un proprio tratto, più lungo o più corto, creando così l'inevitabile “sfasatura” delle linee di ritorno delle trame.

La soluzione di questa curiosa caratteristica (spesso presente nei tappeti datati dell'Anatolia o del Caucaso) è pertanto il passaggio e la battitura delle trame che non è omogenea, tanto nel caso di un'annodatrice pigra, quanto nel caso di un lavoro eseguito da più persone. Il passaggio e la battitura delle trame si chiama "corsa" ed è fondamentale per reggere i nodi. La corsa può essere semplice, doppia, tripla, quintupla e anche può essere eseguita con la stessa matassa, oppure con due: una di filo più spesso ed una più sottile. È raro che dopo una fila di nodi si faccia passare una sola corsa di trama; nella maggior parte della produzione orientale attuale le trame sono almeno due, una più spessa passata tirata ed una più sottile lasciata più lenta; in parecchi esemplari di produzione meno recente le trame sono tre: una sottile, una grossa, una sottile o all'inverso: una grossa, una sottile, una grossa; oppure (come nei tappeti persiani Bijar) addirittura cinque: due sottili, una grossa, due sottili. Nei vecchi tappeti Khorassan si nota un'alternanza di trame che, osservata dal rovescio del tappeto, lo fa apparire come traversato da righe scure a distanza di qualche centimetro le une dalle altre ; infatti dopo alcune file di nodi separate da una sola trama molto tesa segue un passaggio di tre trame insieme. È giacché le trame più tese non si vedono dal rovescio (il fatto di essere tese fa sì che scompaiano nel corpo generale, più morbido, del tappeto) si notano soprattutto quelle molli, passate con filo più sottile. anche le catene dell'ordito possno essere doppie (altra caratteristica dei tappeti Bijar persiani) oppure essere leggermente sfalsate su due piani in modo che una serie alterna di catene (la prima, la terza, la quinta, ecc.) risulti più avanzata della seconda, quarta, sesta, ecc. Questo sistema che aumenta la compattezza del tappeto, produce un effetto ben noto agli intenditori, e cioè il nodo che forma pelo, e che fissa tra loro due catene consecutive, risulta con i due capi terminali diversi, uno più lungo e uno più corto, per effetto della diversa tensione cui è sottoposto.

Immagine esemplificativa tratta e liberamente adattata dal sito http://www.tcoletribalrugs.com/

3 commenti:

freddy ha detto...

Ciao Alberto: sapevo di questa LAZY LINE, ma a maggior chiarimento di quanto esponi hai la possibilita' di pubblicare delle foto ? Un saluto a tutti da Freddy

Alberto De Reviziis ha detto...

Ti ho subito accontentato carissimo Freddy, con un'immagine tratta e liberamente adattata dal sito http://www.tcoletribalrugs.com/

antonio ha detto...

Volevo aggiungere che, per quanto concerne la trama singola, non è poi così rara. Basta ricordare tutta l'area Hamadan (Malayer, Tuyserkhan, Borchalu, Anjellas, ecc.), la zona di Senneh, il Chahar Mahal, alcuni prodotti del Turkestan Orientale,per rendersi conto della diffusione di questa tecnica.
Cordiali saluti.