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lunedì 8 dicembre 2008

Nomi e attribuzioni erronee volutamente ancora in uso

Precedentemente al secondo dopoguerra (a parte un paio di opere fondamentali, oggi divenute dei classici) sull'affascinante materia dei tappeti orientali si era stampato poco o nulla. Fino al '900 infatti, i tappeti avevano potuto raggiungere i mercati occidentali in quantità relativamente ridotte ed erano ancora reputati non suscettibili di una precisa descrizione e di una classificazione approfondita. Fu quando il commercio dei tappeti crebbe fortemente, divenendo da prodotto per pochi a prodotto anche per la classe media, che si sentì la necessità di inquadrare le produzioni proposte al pubblico non più secondo identificazioni del tipo “tappeto persiano o tappeto turco" ma di inquadrare meglio l’area geografica di provenienza. Se da un lato i commercianti o i mercanti di un tempo -che allora sapevano poco o nulla-, iniziarono in maniera superficiale e fallace un goffo tentativo di identificazione dei tappeti, dando così vita a grossolani errori che si prolungarono nel tempo; è anche vero che seppure sbagliando, avviarono comunque un processo di studio scientifico di quest'arte, che vide via via l'interessarsi generale di studiosi ed esperti e che oggi senz'altro hanno contribuito a chiarire moltissimi aspetti. Nonostante la conoscenza acquisita, nomi e false attribuzioni ereditate dal passato sono però, per alcuni tappeti, oggi, ancora in uso; è il caso dei fantastici Ushak o dei Karapinar realizzati in Anatolia nel 1500 e comunemente chiamati Lotto (il nome del pittore che li aveva ritratti nelle sue opere), o del Fantastico ed imponente "Ardebil" del Victoria and Albert Museum di Londra, il quale non è affatto un Ardebil, ma piuttosto un Tabriz annodato per la moschea di Ardebil e lì ritrovato. Forse, fanno bene i colleghi a lasciare immutati i nomi che questi famosi tappeti hanno ormai acquisito nel tempo, ma è comunque una scelta più dettata dalla pancia che dalla scienza, e che forse non aiuta chi in qualità di neofita, tenta un primo approccio con questa misteriosa quanto affascinante arte.

1 commenti:

freddy ha detto...

Ciao a tutti. Avevo gia fatto un commento, ma chissa' dove l'ho spedito!! Ricapitolando quello che dici e' vero ed infatti per tradizione molti tappeti (tipo quelli che hai elencato Lotto,Tabriz ecc.) e' il caso di mantenere il nome con cui sono conosciuti, altrimenti.. Per quanto riguarda il resto del discorso ormai la cosa si rende difficile...Tanti nomi sono assegnati per tradizione: i nain tabas sono fantasmagorici!! Gli indo sarugh sono sempre sarugh!! Gli Agra, chissa' dove vengono annodati, sono introvabili!! Avete mai sentito un venditore presentare un caucasico senza chiamarlo Shirvan? e gli altri che fine hanno fatto? Non parliamo dei favolosi Bukara fatti in Pakistan (ora anche in Cina) perbacco! sono tutti Turkmeni!!! Molte pubblicazioni, a livello Guide aumentano la confusione e poi i soliti venditori...Alberto hai mai pensato a scrivere un libro veramente serio per veri appassonati? Pensaci. Salutoni da fernando