Subscribe:

giovedì 26 novembre 2009

I Gazni Kazak non sono Caucasici e neppure Uzbeki


Per una ragione a me ignota i tappeti Kazak Gazni (anche chiamati Ozbek Gazni) anziche essere venduti come tappeti pakistani vengono spesso attribuiti a manifattura Uzbeka. Ovviamente con i tappeti uzbeki i Kazak Gazni non hanno nulla a che fare, così come non centrano nulla con i Kazak (robusti tappeti del Caucaso). Il nome composto di questa fattura pakistana è ispirato ai Kazak Caucasici (dai quali prende in maniera generica ed idealizzata gli impianti iconografici), e alla città afghana di Gazni, dalla quale probabilmente giungono alcuni maestri annodatori che sin dall'occupazione sovietica si rifugiarono in Pakistan e dove insegnarono ai pakistani i rudimenti dell'annodatura afghana. E' facile comprendere che sulla base di questo nome composto e ambiguo, il tappeto Kazak Gazni viene così facilmente scambiato dagli acquirenti inesperti per un tappeto non pakistano e per questo acquistato a prezzi decisamente elevati per lo standard qualitativo e storico della manifattura che il tappeto rappresenta. L'idea che mi sono fatto è che la gente non avendo sentito parlare spesso del tappeto Uzbeko, tenda ad attribuire ad un tappeto uzbeko una maggiore pregevolezza e rarità, da quì l'uso comune per molti commercianti di attribuirlo all'Uzbekistan e non al Pakistan, realtà quest'ultima che invece viene ragionevolmente percepita dall'acquirente comune come una produzione imitativa e scadente.

Caratteristiche: il tappeto ha un'armatura lana su lana (con lane di ottima importazione e quindi non pakistane), nodo aperto, densità media, decori caucasici e colori antichizzati da procedimento di lavaggio MIGO. Ne esce un gradevole tappeto decorativo, di produzione seriale ed imitativa, con un vello in patina e per questo particolarmente delicato. Il prezzo di questa manifattura, che rispetto ad altri prodotti persiani e turchi (anche vecchi) è certamente alto, va tuttavia inquadrato in un contesto di moderna produzione, dove i costi di realizzazione sono certamente differenti da quelli di altre realtà ben più storicamente e tradizionalmente conosciute, e non può quindi stupire più di tanto. Va altresì detto che questo genere di tappeto (proprio per le sue caratteristiche di produzione seriale) con il tempo, diverrà solo un tappeto usato, e mai acquisirà valore.

2 commenti:

paolo ha detto...

Ciao Alberto.
Beh, quelli che hai postato in immagine sono certamente tappeti gradevolissimi; basta che il venditore, di fronte all'acquirente inesperto, non abbia la tentazione di spacciarli per quello che non sono.

Sul motivo della denominzaione Uzbek, anche io ho la sensazione che si voglia rifuggire dalla corretta classificazione Pakistan, che anche il grande pubblico deve ormai aver sentito citare come sinonimo di scadente.
Considerando che la produzione che hai citato è di qualità almeno media, non resta che dolersi dello scempio fatto in precedenza con le tante manifatture pakistane di infima qualità, che ha portato il nome Pakistan a diventare quasi un marchio infamante.

freddy ha detto...

Purtroppo oggi si tende, a livello commerciale, a volere soddisfare i desideri del compratore. E' giusto che un venditore accontenti l'acquirente in maniera piena e completa, ma cio' vuol dire trattare un articolo in maniera corretta e precisa. Non si puo' vendere un " disegno" od un "nome" se entrambi non vengono supportati da precise qualita' tecniche e tipiche del luogo. Per meglio chiarire il pensiero un KAZAK per chisamarsi cosi' DEVE ESSERE CAUCASICO e non confezionato ad arte presso altri paesi. Senz'altro il decoro, il disegno sara' molto simile a quello originale, ma non e' Lui!! Ragazzi mi sembra di considerare la teoria del " Vorrei ma non posso": da ragazzo ero interessato alle corse automobilistiche ed un mio caro amico, purtroppo scomparso, preparava per Vallelunga le PORSHE.
C'erano due modelli la 911 di 2000 cc di cilindrata con derivazione Carrera e la 912 (1600 cc) che lui non considerava una PORSHE e diceva sempre che era stata fatta per quelli che non potevano permettersi una vera Porshe: era la cosi' detta macchina del " vorrei ma non posso". Quindi sui tappeti non si puo' scherzare anche perche' ne va della credibilita' del settore, coma d'altronde i vecchi amici del blog di Infotappeti hanno sempre asserito. Ciao da Freddy