Dopo anni di alienazione degli ambienti, con la promozione di arredi d'interni, monocromi e dalle linee secche e rigide. Dopo aver imposto al consumatore per intere decadi cosa egli doveva comperare e cosa invece doveva buttare perchè oboleto e demodè. Dopo aver obbligato l'essere umano a vivere in ambienti freddi, asettici, simili a ospedali o uffici, privandolo dei colori, e di suppellettili, come i tappeti a terra e i dipinti alle pareti...
Negli Usa un piccolo moto di restaurazione sta ricominciando a muoversi.
Si chiama Apartment therapy ossia appartamento terapia.
Il sito è questo: http://www.apartmenttherapy.com/ e lo slogan è eccezionale: "Salviamo il mondo una stanza per volta".
In pratica si promuove il ritorno all'arredo classico, dove le cose che via via l'uomo moderno si era abituato a togliere, ritornano.
Oggetti come quadri e Tappeti, che riprendono il loro ruolo, non solamente in funzione di arredo, ma anche nella riconosciuta funzione di restituire un equilibrio perduto alla compromessa psiche dell'uomo moderno.
Chissà se la Apartment therapy arriverà anche in Italia. Incrociamo le dita, nel frattempo godiamoci queste immagini di tappeti proposti negli ambienti del sito: http://www.apartmenttherapy.com/
4 commenti:
Penso che e' arrivato il momento in cui gli arredatori di interni , architetti, chiamali come vuoi, hanno esaurito le idee per inventare nuove tendenze. Ed allora cosa si fa? si ritorna al passato ed ecco che si " scopre" quanto sia bello arredare con cose d'arte, vere, autentiche e soprattutto CALDE gli ambienti moderni ormai portati verso il minimalismo e la "glaciazione". E' forse terminata l'era glaciale ? Freddy
So già che farò rabbrividire gli architetti d'interni, ma a me piaciono moltissimo gli interni moderni (essenziali e minimalisti) nei quali compaiono qua e là pezzi decontestualizzati come un tappeto, un quadro o un mobile d'epoca. Magari dopo un pò te ne stufi (ragion per cui casa mia è arredata secondo modelli + classici), però la ritengo una buona soluzione di compromesso, quando non si voglia rinunciare alle mode del momento.
Il senatore Andreotti diceva "A pensare male si fa peccato, ma quasi sempre si azzecca". Io, da buon pessimista, penso che per muovere il mercato, e spillare soldi ai clienti, coloro che contano e possono indirizzare la moda stanno abbandonando quello che per tre decenni hanno spinto. Nel campo del tappeto lo stiamo già vedendo da tempo, giù il caucasico (adatto al tecno e minimalista)e su i floreali, più adattabili e versatili perchè li troviamo sia "naturalisti" (Agra, Qum, Kashan, Tabriz, Saruq, Kirman ecc.) che "geometrizzati" (Mahal, Heriz, Bijar, Senneh, rurali e nomadici).
Caro Freddy, trovo il termine "glaciazione" squisitamente azzeccato per lo stile minimalista d'oggi, che tra l'altro si spiega da solo: è uno stile di gusto "minimo" ridotto a zero per gente incapace di un gusto e una scelta personale. Chi ha più coraggio, come antoscara, non rinuncia a scaldarsi il cuore e le mani (toccate un pvc e poi un legno datato, e mi saprete dire)con oggetti umanizzati dalle mani e dall'ingegno di un suo simile. E poi, come dice un mio amico architetto non modaiolo Marco Panzeri, che saluto, il classico è capace di modifiche, cambiamenti, ripensamenti, mentre il moderno è immobile e pietrificato, l'uno è vivo, l'altro è morto. Saluti, Francesca
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