Il gruppo Cit, una delle maggiori società finanziarie americane dei crediti alle piccole imprese non ce l'ha fatta e nonostante i cospicui aiuti ricevuti dalla Casa Bianca (circa 2,3 miliardi di dollari) ha deciso di avviare le procedure fallimentari per l'amministrazione controllata, facendo ricorso al cosiddetto chapter 11.
Con i suoi 71 miliardi di dollari di attività, il fallimento della Cit è il quinto per dimensioni della storia degli Stati Uniti, alle sole spalle di quelli di colossi come Lehman Brothers, Washington Mutual, Worldcom e General Motors. Ma è la prima azienda a fallire dopo essere stata salvata dal governo. Tutto questo ci fa ben capire che la crisi è ben lungi dall'essere terminata e che anzi si preludono momenti di crisi internazionale (che al di là dei governi) proseguirà a farsi sentire penosamente nelle casse dei paesi ed in quelle dei cittadini. La crisi ovviamente colpisce anche i beni ritenuti più voluttuari e paradossalmente quelli della fascia ritenuta benestante, compreso il settore dei tappeti e dell'alto antiquariato. Non può essere sfuggito ad esempio ai più attenti il fenomeno tutt'ora in evoluzione delle aste, da prima adeguatesi alla crisi proponendo pezzi interessanti a prezzi minimi, ora in alcuni casi, adirittura con la decisione drammatica di sospendere le aste dei tappeti. Inoltre d'ora in poi i risultati delle aste (in termini di valore di aggiudicazione) non verranno più resi pubblici, in base alle richieste dei clienti e delle norme sulla privacy, con ovvie conseguenze nel mondo delle valutazioni di mercato che diverranno ormai solamente indicative. Dietro alle ansietà d'asta esiste una congiuntura economica e sociale; la crisi economica produce infatti anche la reimmissione nel mercato di numerosissimi esemplari da collezione che taluni manager, e collezionisti si vedono costretti a rivendere per liquidizzare. L'articolo tappeto non solo quindi scende di prezzo per deflazione ma anche per inflazione.
In conclusione: è un momento tutt'altro che felice, tanto per l'economia quanto per il tappeto d'arte o di alto antiquariato, e probabilmente sarà un periodo anche molto lungo, ma è pur sempre un momento che alla fine passerà e che determinerà (lo sta già facendo del resto) un ritorno ad un'economia fatta di cose concrete, tappeti compresi. E' inutile dire che di fronte a questa eccezionalità del momento, chi ha i soldi per poter comprare tappeti non può che fare affari, e sarebbe davvero stupido perdere quest' occasione.