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martedì 8 aprile 2008

I tappeti Mamelucchi

Se si considera gli anni di lotte che videro di fronte Mongoli e Mamelucchi diventa curioso sottolineare come proprio nel campo del tappeto essi invece si trovasssero su un piano di collaborazione. Anche i Mamelucchi infatti, in modo ben più determinante dei Mongoli, diedero un contributo fondamentale al tappeto annodato classico.
La dinastia mamelucca, inizia nel 1250 con un colpo di stato contro la dinastia Ayyubbide allora padrona dell'egitto. In tale periodo, si sviluppano rapidamente questi loro tappeti, molti dei quali sono destinati alle corti principesche. Sono tessuti in seta e lana di altissimo pregio, i nodi arrivano a superare il milione al metro quadro, e sono contraddistinti da una raffinata sensibilità artistica e cromatica. Ma i tappeti Mamelucchi erano destinati a protrarsi nel tempo, persino a sopravvivere alla loro dinastia, nonostante la decadenza di questi, avvenuta nei primi del Cinquecento, il sultano Murad III nel 1585 ordina il trasloco delle maestranze artigiane delle manifatture egiziane fondate dai decaduti Mamelucchi dalla città del Cairo fino alla capitale ottomana di Costantinopoli, per impedire l'interruzione di questa principesca produzione.
Il tappeto mamelucco egiziano proveniente dalla Galleria del Costume di Palazzo Pitti (metà del XVI secolo): è l'esemplare più grande conosciuto al mondo per questa tipologia, con i suoi 11 X 4 metri circa. Si tratta di un reperto bellissimo e straordinario per importanza, dai colori sfavillanti, un regalo per Lorenzo il magnifico ricevuto nella metà del 1400 da parte del Sultano Mamelucco d’Egitto e che sembra riconoscibile nel tappeto cairino citato nel guardaroba mediceo nel 1557.

Antico frammento di tappeto mamelucco

1 commenti:

antonio ha detto...

Personalmente sono sempre stato molto attratto da questi antichi e maestosi tappeti. Il grande architetto milanese, studioso d’arte ed orientalista, Ugo Monneret de Villard analizzando l’arte di quel periodo, evidenzia come essa “si abbevera a tutte le fonti, accoglie anzi attira artefici di tutte le provenienze……..accontentandosi di giustapporli, di collegarli, di unirli in un qualsiasi modo, purché diano un grande aspetto di sfarzo. Un’arte di schiavi divenuti sovrani.” Infatti, “mamluk” significa “schiavo” ed i sovrani Mamelucchi derivano, all’origine, da soldataglia turca che passo da una posizione servile, ad una di comando. Il tappeto Cairota o “di Damasco”, così chiamato perché per molto tempo si pensarono annodati in quella città, risente di questo indirizzo artistico. Parlare di questi esaltanti esemplari richiederebbe troppo spazio, oltretutto credo che Alberto ne abbia già esposto gli aspetti salienti, tuttavia volevo aggiungere che è accertato, soprattutto grazie agli studi del Sarre, di Kuhnel, e dell’Erdmann, che la loro origine sia del XV° secolo e duri sino al XVIII°. Essenzialmente due erano le basi iconografiche. Una è a medaglioni ottagonali inseriti in una stella ottenuta dalla fusione di un rombo ed un quadrato, mentre altre figure geometriche sono sparse nel campo. Spesso è rappresentato il calice: simbolo della dinastia mamelucca. Un secondo tipo, a volte definito “turco”, fonde le figure geometriche con rappresentazioni floreali stilizzate. Per finire, una curiosità tecnica: il nodo impiegato è asimmetrico (persiano) e spesso l’annodatura procede in modo contrario, ovvero da destra a sinistra. Un saluto.