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mercoledì 14 aprile 2010

I discussi motivi iconogafici di Varamin

Qualche giorno fa su richiesta di una lettrice del blog, ho accennato in un articolo, al motivo "Bandi" in una chiave retrostorica e retroculturale che a qualche gentile lettore più solidamente legato ad aspetti pragmatici e classici, potrebbe essere apparsa insolita e addirittura ardita. Questa interpretazione delle origini ancestrali del motivo Bandi, dovevano e volevano aiutare la sig. Francesca a riconoscere nel suo Varamin a boteh e con tale impianto, un significato culturalmente apprezzabile che andasse al di là della mera questione estetica. Ho anche pubblicato a tal fine un'immagine puramente rappresentativa di un Varamin a boteh che potesse avvicinarsi il più possibile a quello Bandi della signora Francesca.
Devo dire che ne è  nata una discussione interessante, non solo sul motivo Bandi a boteh in se stesso, ma anche su altri motivi: Moharramat, Mina-khani, ecc utilizzati nei tappeti persiani e più in specifico in quelli di Varamin.
Ho controllato testi e siti e pare che effettivamente la confusione in merito sia tanta. L'unico motivo Varamin sul quale sono concordi la maggior parte dei testi e dei siti è infatti il classico Mina-Khani, mentre per quanto concerne invece il motivo a reticolato con boteh a tutto campo come quello che ho pubblicato (fig.2), il vuoto di informazione è assoluto, venendo questi praticamente sempre identificato come un generico "motivo a boteh" e senza ulteriori approfondimenti.
Personalmente questo motivo a boteh (fig.2), non lo colloco come un motivo Moharramat, ma come una variante del Bandi, mentre un motivo di Moharramat resta per quanto mi riguarda una decorazione a strisce nette come nel disegno 3 (immagine presa dal sito tappetisicuri).
Ad ogni modo mi rendo conto che sia una questione di punti di vista, e sono concorde sul fatto che ci sia molta confusione anche nei testi. Fino a quando non ci sarà una presa di posizione univoca, la libera interpretazione degli autori porterà i lettori e gli appassionati ai ragionevoli equivoci e alle fisiologiche scuole di pensiero di cui sopra. Ma non è poi così importante.

7 commenti:

freddy ha detto...

Ho seguito con attenzione quanto scritto sul motivo Bandi e penso che Antonio abbia espresso con completezza quanto si possa attualmente sapere sui motivi iconografici di questa tipologia di tappeti. Quando si parla di impianti iconografici bisogna capire che spesso danno adito a diverse interpretazioni e questo spiega perche' un autore vede il disegno di un tappeto come la raffigurazione di un " qualcosa" che un altro autore non considera affatto. Ne sono esempio lampante le iconografie dei tappeti caucasici dove ci si puo' tranquillamente rompere la testa. Tornando al Varamin non bisogna tralasciare un fatto: e' una tipologia di tappeti che attualmente non vengono piu prodotti, come tanti altri, e i VERI VARAMIN si trovano con il lanternino. Ci sono produzioni imitative ma in questo campo i colleghi venditori ne sanno molto piu di me. Bell'articolo . Ciao Freddy

Alberto De Reviziis ha detto...

Confesso di non cogliere il senso di questo commento di Freddy, che non si esprime in merito se non a tratti, ma che butta invece altra carne al fuoco sull'argomento.
Qui si parla del disegno di un preciso tappeto, su che disegno sia e/o cosa non sia, sulla base di quanto scrivono gli autori dei testi e dell'esperienza personale. Sarebbe stato più utile leggere come Freddy definiva il motivo del tappeto discusso, ma mi rendo conto che l'essere umano in genere ha sempre una predisposizione naturale a complicare le cose.

antonio ha detto...

Il discorso fatto da Alberto è certamente percorribile e condivisibile. Ampliandone un poco il raggio, nel tentativo di capire meglio l’argomento, ritengo sia utile puntualizzare un aspetto: quello della mutazione dei decori nel tappeto vecchio e recente. Molti autori concordano che il decoro “Mina Khani”, apprezzato molto in area curda oltre che a Varamin, sia stato ispirato dal motivo “Herati”, sopratutto se lo paragoniamo alla versione meno rigida, definita in Iran “Rize Mahi”. Tuttavia, credo che anche i decori “a griglia”, anch’essi tipici dell’area curda, possono aver influenzato la realizzazione del “Mina”. Tutti i decori citati hanno ricevuto, a partire dagli anni 50 del novecento, una profonda revisione e trasformazione per adeguarsi alla sempre crescente richiesta del marcato, sia orientale che occidentale. In questo ha giocato un ruolo determinante la “Sherkate Fars”, la “Compagnia del Tappeto Iraniano”, che ha organizzato numerose sedi di annodatura per le quali, allo scopo di migliorare la qualità dei manufatti, ha codificato disegni e materiali. Nei Qum, manifattura di recente nascita e priva di una tradizione decorativa propria, è stato facile introdurre disegni estremamente vari tra loro. Troviamo il boteh, il moharramat, medaglione e cantonali, herati, ed anche una produzione di ispirazione caucasica, ora praticamente scomparsa. In altre aree, la resistenza all’introduzione di nuovi disegni fu più forte. A Varamin si continuò ad utilizzare quasi esclusivamente il motivo “Mina Khani”, affiancato da pochi esemplari a “palmette” o a “medaglione centrale”. La richiesta più variegata del mercato e l’impoverimento della produzione, spinta da manovre socio-economiche, ha portato, di fatto, alla scomparsa della realizzazione di “Varamin a Varamin”, mentre decori atipici, o modifiche dei tradizionali, sono comparsi nelle nuove sedi di annodatura. A Nishapur, ad esempio, vengono prodotti numerosi tappeti a disegno Varamin “Mina Khani”, ma anche a medaglione, a boteh, ad animali, a palmette, a grata fiorita; realizzazioni spesso contenenti seta nei profili, materiale inesistente nella tradizione di Varamin. Come si può intuire, seguire l’origine o l’evoluzione di un disegno è spesso complesso, personalmente propongo di non pensarci troppo, ma di affidarci ad un semplice e distensivo “Mi piace” o “Non mi piace”.
E...”che la forza sia con voi”. Saluti.

Francesca Fiorentino ha detto...

Deduco da questa serie di argomentazioni che il motivo "sinuoso a boteh" è un disegno classico persiano, parente dei reticolati all'infinito. Inoltre che l'unico decoro sicuramente di Varamin è il Mina-Khani e che quindi il mio tappeto in questione, dissimile da quello della foto solo per la mancanza della cornice maggiore e per i colori, potrebbe forse uscire da un centro di produzione "moderno" e rispondente alle richieste della Sherkate Fars, magari nei dintorni di Varamin. Andrò a riparlarne con il venditore. MOlto Intrigante lo studio della trasformazione dei disegni. Francesca

antonio ha detto...

Attenzione, nei dintorni di Varamin si annodano solo pochi tappeti, la maggior parte dei quali è di origine "ex nomadica". Ad annodare nell'area sono rimaste genti di origine Curda, Shahsavan, e qualche Lori che, in passato, erano i tradizionali produttori dei Varamin. Dopo l'abbandono dell'annodatura, come mezzo di sostentamento, a favore dell'industria nella vicina Teheran, la produzione dei manufatti "tipo Varamin" si è spostata, da una ventina di anni, principalmente nel Khorassan, dove sono stati spostati sia i modelli che i telai.
Segnalo che il Mina Khani, presente anche nellle realizzazioni curde e del Karabagh, la tradizione persiana dice che sia stato disegnato su ordinazione di Bibi Banu, principessa figlia dell'ultimo re Sasanide Yazdagird. Sepolta nel mausoleo di Rey, dall'accesso permesso alle sole donne, fu sposa di Husayn, Santo dell'Islam.
Spero di non annoiare.
Un saluto

Francesca Fiorentino ha detto...

Assolutamente no , grazie Francesca

Alberto De Reviziis ha detto...

Questo blog sta diventando un salotto del tappeto, altro che annoiare. Anzi ringrazio antonio per completare le mie risposte sempre in maniera interessante e corretta.